Stop al Museo del mare, la soluzione c’era ma l’atteggiamento del Comune mette in pericolo un progetto di oltre 100 milioni

È una sentenza che lascia l’amaro in bocca. Non solo per i contenuti ma per le domande che scaturiscono. Parliamo della sentenza del Tar che ha visto il comune soccombere al ricorso del cantiere nautico R-Marine group circa la realizzazione del Museo del Mare. Le rassicurazioni dell’amministrazione circa il proseguire dei lavori non convince.

I tentativi

Tanti i tentativi da parte dei legali della società che, prima di ricorrere alle vie legali, hanno diverse volte chiesto incontri e un’apertura da parte dell’amministrazione per trovare una soluzione. Nulla, la sentenza ha cristallizzato l’atteggiamento di chiusura del Comune che adesso, dopo aver raccolto la sconfitta in tribunale, per la quale dovrà ovviamente pagare le spese, si dice pronto a collaborare per trovare una soluzione. In ballo è un progetto del valore di oltre 110 milioni di euro. Un cantiere che sarebbe stato aperto a breve se l’amministrazione avesse valutato per tempo le proposte avanzate dall’azienda. 

La sentenza

«Oggi noi siamo contenti di questo successo professionale – ha detto l’avvocato Natale Polimeni che rappresenta la Rmarine Group – L’abbiamo inseguito perché ci abbiamo fondamentalmente creduto. La palla passa nuovamente nel campo dell’amministrazione. Abbiamo inseguito l’amministrazione. Chiesto il dialogo, il confronto e non lo abbiamo ottenuto. Lo dice da sentenza. Ma a noi oggi questo poco importa. Siamo pronti e disponibili a trasferire il cantiere nautico in altro sito per permettere la realizzazione del Museo del Mare. Siamo pronti e disponibili a collaborare per individuare le soluzioni più ottimali e continuare a effettuare un servizio essenziale così come c’è stato riconosciuto nella sentenza».

Continua l’apertura da parte dell’azienda che fin dalle prime battute ha confermato il valore dell’opera pur sottolineando il servizio essenziale svolto dal cantiere. «Noi applicando la sentenza abbiamo diritto a stare in quel sito fino al 31 marzo 2025. L’amministrazione può individuare il luogo dove trasferirci. Sono stati già individuati dalla stessa amministrazione paradossalmente due siti entrambi idonei».

Gli interrogativi

E qui la domanda sorge spontanea. Ma se aveva già individuato eventuali sedi per spostare il cantiere perché chiudere il confronto e arrivare alle vie legali che adesso, per ovvi motivi, freneranno la realizzazione dell’opera?

La società non entra nel merito ma l’avvocato Polimeni ribadisce che «non ci siamo mai opposti alla realizzazione del Museo del mare. Noi vogliamo la realizzazione perché riteniamo sia un’opera che rafforza la vocazione turistica e marina della città. Ma se non c’è il contorno, se non ci sono le attività essenziali come quella che offre il cantiere nautico il museo rimarrà un contenitore vuoto. Reggio Calabria deve vivere di nautica, di porto, pesca e turismo nautico. Senza dimenticare i servizi di soccorso, gestione del traffico commerciale dello Stretto. Per cui ribadisco il fatto che è un servizio essenziale. Devono essere portate aventi entrambe le opere. Non solo il museo del mare ma insieme ad esso  la possibilità di offrire ai naviganti un uno strumento per utilizzare le loro barche o per tirarle in caso di emergenze così come fanno tutte le forze dell’ordine».

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