sabato,Aprile 27 2024

Polistena, il sindaco Tripodi pubblica la sua busta paga: «Non faccio politica per i soldi»

Il primo cittadino ha respinto le accuse che gli vengono mosse dai suoi avversari politici: «L'aumento dello stipendio voluto da Draghi viene devoluto interamente per creare 10 borse lavoro»

Polistena, il sindaco Tripodi pubblica la sua busta paga: «Non faccio politica per i soldi»

«Io non faccio politica per i soldi, a differenza di altri». Queste le parole con le quali il sindaco di Polistena, Michele Tripodi – stanco delle continue polemiche e delle accuse che gli vengono mosse dai suoi “avversari” politici – ha deciso di accompagnare la pubblicazione della sua busta paga sui social, a dimostrazione del fatto che il suo non è un lavoro ma una passione. «Nei giorni scorsi – ha affermato il primo cittadino – ho assistito, come assisto ormai di frequente, all’ennesima buffonata dei miei denigratori personali, i quali si autoattribuiscono la qualifica di “oppositori politici”.

L’ultima millanteria, in ordine di tempo, è sugli emolumenti che da sindaco percepisco e che per mia, anzi nostra, scelta devolvo mese per mese per le borse-lavoro ai giovani disoccupati impegnati nella nettezza urbana e altri servizi per i cittadini. L’aumento dello stipendio di sindaci e amministratori italiani voluto dal Governo Draghi nel 2021 a Polistena è stato congelato e devoluto interamente per creare 10 borse lavoro a 400 euro netti al mese per 12 ore a settimana. Potete indicarmi se in qualche comune, anche vicino, sindaco e amministratori hanno fatto come noi? In attesa di risposta, mi diverte leggere la buffonata dei miei denigratori che addirittura parlano di un’indennità tabellare di 4.400 euro lordi al mese per il sindaco».

A questo punto il primo cittadino ha spiegato che «in teoria mi spetterebbe, ma io non sono un sindaco come gli altri. E non mi vergogno per questione di trasparenza a mostrare i fatti. Sono certo che altri non avranno il mio stesso coraggio. Anzi se possono nascondono. E invece, come cerchiato in rosso nella mia busta paga allegata di gennaio 2024, il mio stipendio netto è di 1.276,92 euro, il contributo per le borse lavoro mensile evidenziato in busta paga è di 1.229,77 euro. Basta moltiplicare per 12 mesi (non abbiamo tredicesima) l’uno e l’altro valore e si scopre la proiezione del reddito che il sottoscritto potrebbe alla fine percepire nell’anno 2024 circa 15.323,04 euro. Di contro ne devolverà 14.757,24 euro per le borse lavoro, come fa ciascuno (pro-quota) degli assessori in carica. Ma di tutto questo i denigratori non parlano. Stanno zitti facendo credere il contrario. Che mistificatori! Non si fermano neanche di fronte all’evidenza».

Il sindaco Tripodi ha quindi raccontato che «per anni sono stato attaccato proprio sul fatto di non avere un lavoro. In realtà la mia attività politico-istituzionale svolta a tempo pieno non mi consentiva di fare altro nella vita. Appena però ho smesso, per un periodo noto, di avere ruoli amministrativi ho avuto più tempo, ho aperto il mio studio professionale nel marzo 2021. Eh si, anche questo fatto ha dato fastidio, perché in meno di tre anni, sono riuscito praticamente ad annullare le dicerie che i miei denigratori hanno usato come armi per colpirmi. Oggi però divento ai loro occhi, d’emblée, la persona che guadagna e quindi siccome lavoro onestamente e guadagno qualcosa non potrei più essere comunista. Il mio lavoro fuori dal Comune è un lavoro semplicemente normale, mi consente di avere qualche reddito in più, certo non posso permettermi lussi, ville o altre comodità. I ricavi della mia attività professionale sono stati in larga parte condivisi con lavoratrici e lavoratori che per un tempo sono stati miei bravi collaboratori come esposto nelle mie dichiarazioni pubbliche.

Colgo l’occasione a questo punto per dare un altro dispiacere ai miei denigratori, ho deciso da tempo di allentare un po’ con la mia attività professionale, preferisco dedicarmi maggiormente a Polistena e ai cittadini che credono in me, ovvero continuerò a fare il Sindaco a tempo pieno, non importa se con lo stipendio tagliato a metà e devoluto per le borse-lavoro. Si perché io, a differenza vostra, la politica ce l’ho nel sangue, non faccio politica per i soldi o per altri interessi. Senza altri giri di parole questa è la risposta di cosa significhi per me, per noi, essere comunisti oggi. Valori superati? Può darsi, ma per me, per noi, no, sono presenti e ancora vivi. Alla fine della fine, io sono ancora qui e voi siete ancora lì dove siete sempre stati, magari a godervi qualche assegno vitalizio in più, ma con l’acidità di stomaco perenne e il livore tipico degli sconfitti. Sconfitti sul piano politico».

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