sabato,Aprile 27 2024

Correale è allarmato dal lavoro de ilReggino.it: raccontiamo le notizie senza sconti per nessuno

L’ex primario di onocologia del Gom punta l’indice contro il lavoro della nostra giornalista Barresi. Stia tranquillo il dossieraggio non ci appartiene

Correale è allarmato dal lavoro de ilReggino.it: raccontiamo le notizie senza sconti per nessuno

«Il resto si vedrà», dice il dottore Correale. E detto da un medico importante com’è e come si ritiene di essere, c’è da stare sicuri che lo stesso ci fornirà ampi dettagli di quello che sembra più un avvertimento che un’assicurazione di scoop giornalistici. Se fosse quest’ultimo, il caso, può stare certo il dottore Correale che dietro la sua porta ritroverebbe Elisa Barresi. Una giornalista di razza. Anche vecchia maniera. Una di quelle che fiuta la notizia, la verifica e la controverifica, e poi scrive dopo averla verificata di nuovo.
Il dottore Correale la descrive come una «giornalista rampante», evidentemente facendole un complimento per noi umani che conosciamo il mestiere. Per lui però le intenzioni erano ben altre. Screditarla, contestando, attraverso un video di oltre otto minuti diffuso sul suo canale Youtube, quello che definisce «l’ennesimo articolo diffamatorio».


Correale però non ha inviato alcuna nota riferita al pezzo della collega Barresi. Ha preferito sfogarsi in proprio, trovando spazio su un’altra testata giornalistica, forse dimenticando che già in passato ilReggino.it ha dato ampia disponibilità per eventuali repliche e rettifiche, anche contattando lo stesso medico. Perché noi non abbiamo nulla da nascondere e fornire notizie ai nostri lettori è l’unico nostro imperativo.
Entrando nel dettaglio, c’è da dire che ci sono almeno due rilevanti differenze che distinguono il lavoro portato avanti dalla nostra giornalista, Elisa Barresi, e le dichiarazioni – sacrosante perché difensive – dell’ex primario del reparto di Oncologia del Gom.


La prima sta nello stile: mai un giornalista del nostro network, e men che meno la collega Barresi, ha inteso attaccare personalmente il dottor Correale, riferendo nei suoi articoli sempre fatti relativi alla sfera professionale del medico, per come emersi nel corso delle indagini penali o nei procedimenti amministrativi avviati dall’azienda ospedaliera reggina.


Correale riferisce che la giornalista «affamata di informazioni» e che sarebbe rimasta dietro la sua porta a bramare notizie che lui – ovviamente (sic!) – non le ha mai passato, sostenendo poi che la Barresi è stata testimone della crescita del suo Reparto e delle opinioni dei pazienti. Delle due l’una: o Correale non ha mai fornito alcuna notizia, oppure – come lui stesso afferma – ha aperto le porte del suo reparto rendendo la giornalista testimone del suo operato e, dunque, fornendo delle notizie. Fino al momento in cui è «passata su una sponda francamente ambigua».

Vorremmo rassicurare Correale e, con lui, anche coloro che ci leggono: noi non passiamo da una sponda all’altra a seconda di convenienze del momento, ma abbiamo un solo ed unico faro, ossia la primazia della notizia. E il fatto che Barresi abbia fiutato la notizia e l’abbia seguita per l’importanza che reca con sé è una nota di merito non certo di demerito. Nessuna questione personale nei riguardi dell’ex primario, dunque, né di sponde ambigue da attraversare, ma solo un sacrosanto diritto di cronaca necessitato dalla rilevanza pubblica dei fatti.


Sul punto, non riteniamo sia necessario andare oltre un consiglio: il dottore rilegga le carte che lo riguardano insieme ai suoi avvocati. Vedrà come quanto da noi riportato sia coincidente con il loro contenuto e non con una nostra personale interpretazione. Nessun dossier. È una pratica che non ci appartiene.
È evidente a tutti che ci sarà un giudizio nel merito e soprattutto che nulla è definitivo prima della Cassazione. Ma su un aspetto riteniamo di non poter assolutamente soprassedere: il dottor Correale appare allarmato su come il nostro giornale sia entrato in possesso di carteggi della Procura che contengono i nomi dei pazienti e, dunque, con una ipotizzata violazione della privacy.

Desideriamo ricordare all’ex primario, che si definisce un amante della libertà, che in Italia, vivaddio, esiste il diritto di cronaca e, dunque, la libertà di stampa, nonché una rigorosa tutela delle fonti del giornalista il quale non è tenuto, a fronte della veridicità delle notizie pubblicate, a svelare quale sia la fonte dalla quale ha attinto le stesse.

Lui indichi le notizie false che abbiamo pubblicato e noi saremo pronti a scusarci e rettificare, se ciò dovesse essere vero. Siamo certi che tanto i pazienti quanto i loro familiari non siano minimamente preoccupati dell’operato di Elisa Barresi, ma desiderino solo sapere se quanto afferma la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, in merito a quanto avveniva nel reparto di Oncologia, sia rispondente al vero.

I fatti saranno accertati da un Tribunale e, qualunque sia la verità che emergerà, noi saremo qui a raccontarla. Come abbiamo sempre fatto, senza fare sconti a nessuno.

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