sabato,Aprile 27 2024

Coronavirus, la Calabria si appresta a tornare in arancione

Sono 9 le regioni in rosso, insieme alle province autonome di Trento e Bolzano, e 9 quelle in arancione. La Sardegna resta bianca

Coronavirus, la Calabria si appresta a tornare in arancione

La Calabria si appresta a ritornare in arancione. In base all’indice Rt e alla nuova stretta prevista dal decreto approvato dal Consiglio dei ministri infatti, ad andare in rosso da lunedì saranno le due province autonome di Trento e Bolzano, la Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, le Marche, la Basilicata e la Campania. Tutte le altre regioni, compresa la Calabria, saranno invece arancioni. Solo la Sardegna resterà bianca. L’ufficialità arriverà con le ordinanze del ministro Speranza, che potrebbe inserire tra le rosse anche la Puglia, dal momento che la stessa ha chiesto di essere spostata nella zona con più restrizioni, anche se ha dati da arancione.

Le regole della zona arancione:

Il coprifuoco

Resta in vigore il tra le 22 e le 5, ma prima dell’entrata in vigore della limitazione si potrà circolare all’interno del Comune senza autocertificazione.

Spostamenti tra comuni

Entro i 30 chilometri dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione), con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia: conseguentemente, sarà possibile anche andare a fare visita ad amici e parenti entro tali orari e ambiti territoriali si legge nelle Faq del governo. L’autocertificazione è necessaria per spostamenti all’interno del comune tra le 22 e le 5 o per giustificare spostamenti al di fuori del comune e/o della regione per motivi di necessità, lavoro, salute.

Attività commerciali

Negozi aperti fino alle 21, per evitare che i clienti si concentrino in un orario ristretto e si creino assembramenti. Bar e ristoranti, invece, devono limitarsi all’asporto e di consegna al domicilio.

Le sanzioni

Per eventuali violazioni, la sanzione applicabile è quella amministrativa, da 400 a 1.000 euro, «eventualmente aumentata fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo».

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