Coronavirus, la Calabria sarà “zona rossa” da lunedì 29 marzo

La Calabria si appresta a diventare “zona rossa”. Il provvedimento avrà valore a partire da lunedì 29 marzo e non da martedì 30, come era stato comunicato in un primo momento.

Secondo il monitoraggio settimanale Iss – Ministero della Salute infatti, anche se si osserva un «miglioramento complessivo del rischio», questo è «complessivamente ancora alto». Cinque regioni, ossia Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Piemonte, Puglia e Toscana, hanno un livello di rischio alto.

Tredici, tra regioni e province, hanno una classificazione di rischio moderato e tre una classificazione di rischio basso (Basilicata, Campania, e la provincia autonoma di Bolzano). Tra le 13 regioni con Rt maggiore di uno, la Valle d’Aosta ha un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,5, compatibile con uno scenario di tipo 4, mentre la Calabria ha un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Otto Regioni hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno.

Il monitoraggio settimanale ha rilevato un Rt nazionale di 1,08, ovvero in discesa rispetto alla settimana scorsa quando era 1,16. Per ben 8 regioni e una provincia autonoma, che si trovavano già in rosso si prospettano infatti altre due settimane in quella zona, cioè fino a martedì 13 aprile. Ma la cabina di regia ha sancito il passaggio in rosso anche per la Valle d’Aosta, la Calabria (che ha un Rt superiore a 1,25) e la Toscana.

Pertanto si è deciso di stare almeno due settimane in un colore, prima di poter rientrare in quello con meno restrizioni, a patto di avere dati compatibili con lo scenario meno pesante. Chi è rosso quindi, deve passare due monitoraggi con numeri da arancione per essere inserito in quel colore. Ecco perché, già da adesso è certo che otto regioni, tra cui la Calabria, e una provincia, saranno in rosso anche dopo Pasqua, almeno fino al 13.

Questa settimana hanno infatti tutte un’incidenza superiore ai 250 casi per 100mila abitanti, che appunto le colloca ancora nello scenario con più restrizioni. Sono quindi: Friuli (410), Piemonte (354), Emilia Romagna (351), Lombardia (293), Puglia (292), Valle d’Aosta (291), Marche (284), Provincia di Trento (279), Veneto (254). A queste si aggiungono la Toscana e la Calabria. L’unica regione che la settimana scorsa aveva un’incidenza sopra i 250 e in questa l’ha vista scendere è la Campania.

Asili nidi, elementari e prima media, secondo quanto deciso dal premier Draghi, resteranno aperte anche in zona rossa dopo Pasqua. Non si allenteranno invece, le restrizioni riguardo le fasce di rischio. Fino al 30 aprile non saranno previste zone gialle. Fino a fine aprile ci sarà la linea dura, con blocco degli spostamenti e chiusura di bar e ristoranti anche a pranzo. Non riprenderanno l’attività neanche cinema, teatri o palestre.

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