Non solo Covid. Al Gom in pochi mesi 120 ricoveri in terapia intensiva post operatoria

Dal 19 novembre, che è stata la data di apertura del nuovo reparto di terapia intensiva post operatoria al Gom, sono già stati effettuati 120 ricoveri. Parliamo di pazienti gravi che hanno richiesto cure intensive. Ma l’apertura di un nuovo reparto di terapia intensiva, seppur vitale, da solo non può bastare e al Gom di Reggio Calabria l’emergenza rimane legata alla cronica carenza di personale.

Personale al collasso

«Questo reparto è stato fondamentale. Abbiamo assistito pazienti gravissimi con politraumi e post operatori – ci spiega il primario Massimo Caracciolo – per dare assistenza in un momento delicato e non far crollare l’intera provincia reggina dal punto di vista sanitario. Ma adesso il personale è ormai arrivato allo stremo. Costretto a dividersi tra la terapia intensiva no covid e quella covid, facendo dei turni massacranti e un numero di notti che non è fisiologicamente possibile sostenere, soprattutto, per lungo tempo».

Il silenzio della regione

A mettersi di traverso nonostante le esigenze siano chiare e non rinviabili pare essere proprio la Regione che, nonostante i continui e motivati solleciti, non ha ancora sopperito alla carenza di personale. Servono almeno 230 unità ma, dopo un anno, di contratti a tempi indeterminato neanche l’ombra. «Sollecitiamo ormai da mesi, è passato più di u anno dall’inizio della pandemia, il reclutamento di personale che sarebbe anche disponibile a venire a lavorare. Noi abbiamo una graduatoria valida già da maggio scorso, però, la struttura commissariale ci impedisce di poter attingere da quella graduatoria per poter andare avanti in modo efficiente ed efficace le strutture delle terapie intensive».

Qualità delle prestazioni a rischio

Si continua a lavorare sottorganico ma è chiaro che la carenza non influisce solo sulla vita del personale sanitario ma soprattutto sui pazienti. «Il rapporto infermieristico è uno a due, ovvero, un infermiere ogni due pazienti – ci spiega il primario – noi ci possiamo anche trovare in emergenza e avere un rapporto anche uno a cinque ma, ovviamente, deve essere emergenza non può diventare prassi perchè questo compromette la qualità della prestazione che noi possiamo offrire»

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