lunedì,Aprile 29 2024

Gom, l’allarme di Azzarà: «In caso di calamità è la struttura meno sicura della città»

Il segretario Uil punta gli accorpamenti dei reparti: «Cosa hanno in comune Otorinolaringoiatria e Neurochirurgia? Cosa ne sanno gli infermieri?»

Gom, l’allarme di Azzarà: «In caso di calamità è la struttura meno sicura della città»

Sono tante le criticità che il Grande Ospedale Metropolitano deve affrontare da anni e, in particolare, in questi ultimi anni caratterizzati da questa atroce pandemia. Ma su un punto, riportato a galla dal segretario della Uil Nuccio Azzarà, da anni si continua a parlare senza riuscire a voltare pagina.

«Ci hanno riempito di chiacchiere parlando della costruzione del nuovo ospedale al Morelli o quello della Piana ma nei fatti siamo ancora a parlare di una struttura, quella del Gom, che è tutto fuorché sicura. Il nostro ospedale in caso di calamità naturale è il posto meno sicuro della città quando dovrebbe essere, invece, il punto di raccolta per mettere in sicurezza i cittadini».

Reparti accorpati

È una situazione drammatica quella del Gom che va ben oltre l’emergenza annosa legata al personale. «Nelle condizioni normali hanno difficoltà a gestire 500 posti letto – ha tuonato Azzarà –  In atto per fronteggiare è il Covid hanno accorpato i maggiori compartimenti dimezzando il personale. Ma qualcuno vuole spiegarci cosa ha in comune il reparto di Otorinolaringoiatria con la neurochirurgia? Cosa può saperne un infermiere specializzato nel reparto di otorino di un trauma cranico? Stessa cosa con l’accorpamento di Cardiologia e cardiochirurgia, Urologia e nefrologia e ancora altri. In atto sono stati già abbattuti 100 posti letto».

Non si muore solo di covid

Ma la situazione assume toni ancor più drammatici se per un attimo si sposta il focus dal covid. Mentre il personale viene spostato, i reparti accorpati e i posti letti tagliati  tutti i pazienti in lista d’attesa oggi che risposte hanno? A Reggio si continua a morire e non solo di covid mentre i pazienti che hanno un tumore attendono e muoiono. «Come si fa a dire di stare tranquillo a un paziente oncologico – batte i pugni Azzarà – non va bene avere un atteggiamento riduttivo solo per tranquillizzare. I problemi ci sono e i cittadini hanno il diritto di sapere la verità.

Ma tutti quelli che hanno responsabilità che cosa stanno facendo? La prefettura che tipo di allarme ha per questa emergenza? L’azienda non deve tranquillizzare perché ci sarà presto il punto di rottura se monta la situazione Covid atteso che nell’Asp non siamo in condizione di fare nulla». Non risparmia nessuno Azzarà, neppure il sindaco Giuseppe Falcomatà che «oggi si straccia le vesti ma era ben a conoscenza dell’emergenza dal 2018 e non ha fatto nulla. Quindi oggi non accettiamo morali da una politica che negli anni ha voltato le spalle al nostro ospedale

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