Chiusi i punti di primo intervento di Scilla, Palmi e Oppido per trasferire medici a Polistena

Il collegio di Direzione in composizione allargata dell’Asp di Reggio Calabria, convocato in seduta straordinaria ieri ma riunitosi stamane ha discusso delle gravi criticità registrate presso il pronto soccorso dell’ospedale di Polistena, dove a causa dell’assenza di medici, la regolare turnazione è impedita con rischio di pregiudizio per le attività urgenti, per la qualità e la sicurezza delle cure. La situazione è stata esposta da Lucia Di Furia, commissario straordinario dell’Asp reggina, che ha proposto la chiusura temporanea dei punti di Primo lntervento (Ppi) di Palmi, Oppido Mamertina e Scilla in modo da liberare le risorse mediche che cosi potranno essere altrettanto temporaneamente assegnate al Pronto Soccorso di Polistena. Dopo un ampio dibattito all’unanimità è stata assunta la decisione di procedere con queste chiusure temporanee per trasferire i medici e così garantire al pronto soccorso di Polistena di non interrompere la continuità di servizio

La decisione, comunicata al presidente della Conferenza dei sindaci (con riserva di indire sul punto la conferenza medesima nella prima data utile), alla Regione, alla Prefettura e alle Organizzazioni sindacali, avrà effetti dalle ore 8 del giorno 11 luglio 2022 e per i 15 giorni successivi salvo prorogarsi della criticità. La decisione interviene, si precisa nel verbale della seduta, a seguito dell’adozione di atti indirizzati al potenziamento, anche provvisorio, delle risorse mediche da assegnare al Pronto Soccorso di Polistena, però rivelatisi infruttuosi. Si è proceduto infatti con la richiesta ai medici in servizio di garantire prestazioni aggiuntive, con ordini di servizio per i sanitari impiegati nelle altre unità operative dell’ospedale di Polistena, volti ad assicurare turni presso il Pronto Soccorso, con l’avvio di procedure di reclutamento del personale e di affidamento del servizio di fornitura di prestazioni sanitarie (di anestesia, etc.). Azioni infruttuose per via della rinuncia a lavorare in regime di prestazioni aggiuntive da parte del personale strutturato, della comunicazione di malattia (non covid) di alcuni di alcuni sanitari destinatari degli ordini di servizio, e dei tempi necessari per l’espletamento delle procedure selettive.

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