Eseguito il primo trapianto con donatore vivente: padre dona polmone a figlio

È stato eseguito ieri, per la prima volta in Italia, un trapianto di polmone da paziente vivente. L’intervento complesso è stato eseguito a Bergamo e il protagonista è un bambino di 5 anni, mentre il donatore è proprio il suo papà.

Una storia straordinaria e speciale che ha visto il genitore del piccolo aver donato prima il midollo per curare la talassemia di cui è affetto fin dalla nascita, e ora la scelta di privarsi di una parte di polmone per salvare la vita al bambino.

L’intervento, eseguito martedì all’ospedale Papa Giovanni XXIII è durato circa 11 ore.

«Si tratta di un intervento di estrema complessità, eseguito in un centro che ha grande esperienza nel trapianto pediatrico e di polmone, e che dimostra ancora una volta il livello di eccellenza della trapiantologia italiana», ha rimarcato il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo.

Lo stesso ha poi invitato comunque alla cautela in attesa che venga sciolta la prognosi del piccolo ricevente e del suo donatore, anche se tutto sta andando come era nelle aspettative. «L’utilizzo del lobo polmonare del papà del bambino, già donatore del midollo, costituisce un importante vantaggio immunologico: i precedenti in Europa sono rarissimi e sporadici e infatti, nonostante da 10 anni la legge italiana preveda la possibilità di donare in vita il lobo polmonare, per questo primo tentativo è servita un’autorizzazione specifica da parte del Cnt (Centro nazionale trapianti). In ogni caso, trovo altamente simbolico che a realizzarlo sia stato il Centro trapianti della città simbolo della lotta al Covid, un vero e proprio “trapianto di respiro” dopo un lungo periodo di emergenza per il Servizio sanitario e per tutto il Paese».

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