venerdì,Aprile 26 2024

Taurianova, il dramma di Ionele affetta da Sla nelle parole del marito: «Non chiuderò mia moglie in una struttura»

Sergio Carrozza lamenta il fatto che solo 5 giorni di assistenza non bastano ma il Comune sostiene: «Non possiamo fare di più»

Taurianova, il dramma di Ionele affetta da Sla nelle parole del marito: «Non chiuderò mia moglie in una struttura»

«Le condizioni di mia moglie continuano a peggiorare e solo cinque giorni di assistenza su sette, ormai non bastano più. Ionele Sabina ha bisogno di una persona qualificata che la assista h24, incluso il sabato, la domenica e i giorni festivi. Purtroppo io da solo non posso farcela». È questo il nuovo disperato appello di Sergio Carrozza, marito di Ionele Sabina Radu, la 36enne di Taurianova affetta da Sla. L’uomo chiede al Comune che vengano aumentate le ore di assistenza garantite alla moglie, che attualmente sono 25, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20. Ma per Carrozza non bastano, perché nei giorni in cui l’assistenza non viene garantita si ritrova da solo e non potendo rimanere a casa per via del lavoro, è costretto a pagare un Oss che lo sostituisca e che gli comporta un ulteriore spesa che va ben oltre le sue possibilità economiche.

Per tale ragione ha deciso di scrivere al sindaco Roy Biasi, per chiedere che quell’assistenza, garantita con i fondi Fna, venga incrementata. «Purtroppo però, nonostante abbia inviato numerose Pec, non ho mai ricevuto risposta», ha dichiarato Carrozza, che circa un mese fa ha chiesto e ottenuto anche un incontro con il prefetto Mariani, al quale ha esposto le difficoltà che si trova ad affrontare ogni giorno. Nell’ultima Pec inviata al Comune, Carrozza spiega che già lo scorso 21 dicembre, aveva rappresentato «il drammatico quadro situazionale concernente le condizioni di mia moglie, che da tempo è gravemente ammalata e non autosufficiente. Nella precedente missiva è stato richiesto che la mia consorte potesse usufruire delle dovute forme di assistenza sociale (operatore socio sanitario), non solo per cinque giorni la settimana, ma anche di sabato e di domenica, nonché nelle giornate festive. A oggi, tuttavia, non è pervenuta alcuna risposta.

La invito sollecitamente, alla luce di quanto detto – scrive Carrozza – a provvedere con assoluta immediatezza a garantire quanto esplicitamente richiesto, predisponendo ogni percorso volto a fornire assistenza qualificata e in modo particolare ininterrotta, anche perché le condizioni della malattia – ricordo che si tratta di sclerosi laterale amiotrofica (Sla) – stanno ulteriormente peggiorando, con una sofferenza sintomatologica visibilmente ingravescente. Per tutto ciò non saranno tollerati ulteriori e ingiusti ritardi, considerato che si è pienamente convinti che il diritto alla salute – peraltro costituzionalmente assicurato – debba permettere la possibilità di accedere ai dovuti percorsi assistenziali, volti a tutelare la dignità della persona, ovviamente in tutte le fasi dell’esistenza».

Il sindaco: «Non possiamo fare di più»

Interpellato da Ilreggino.it, il sindaco Biasi ha spiegato che quello garantito a Ionele Sabina «è il massimo possibile a discapito degli altri», sostenendo che l’impossibilità ad aggiungere più ore di assistenza era già stata spiegata a Carrozza di persona. «Purtroppo il budget che abbiamo è quello e va ripartito tra tutti quelli che ne hanno bisogno. Non è mancanza di volontà da parte nostra, ma impossibilità», ha concluso Biasi, chiamando in causa il responsabile dell’area Welfare Saverio Latella, che si occupa della problematica.

Anche Latella, dal canto suo, ha ribadito il fatto che il Comune ha le mani legate, dal momento che «per assicurare alla signora Ionele Sabina le 25 ore settimanali vado a pescare da fondi diversi dal Fna, quale quello destinato agli over 65. Capisco che la situazione della signora è drammatica e il marito ha tutta la mia comprensione, ma purtroppo abbiamo già fatto uno sforzo amministrativo non indifferente. Era partito da 10 ore e man mano, in base alle sue richieste, gliele ho portate a 25, garantendo sia la parte sanitaria che la parte sociale. Se l’Asp gli avesse garantito la parte sanitaria, con le nostre 25 ore, si sarebbe risolto il problema. Per il sabato e la domenica sto cercando di valutare come fare, magari riducendo qualche ora settimanale e attivando il fine settimana, ma devo capire bene come posso muovermi.

È un calcolo matematico che facciamo, dividiamo quanto abbiamo a disposizione per il numero degli utenti che ne hanno bisogno, in base alla gravità. Assicurare l’assistenza anche il sabato e la domenica è chiaramente complicato – ha affermato Latella – ma chiederò alla cooperativa se è disponibile, perché è sempre una questione economica. Intanto, anche se tecnicamente non potrei, cerco di arrangiarmi e far quadrare i conti, utilizzando come dicevo prima, un multi fondo, ossia Fna e Over 65, al fine di garantire un determinato numero di ore di assistenza. Al signor Carrozza garantiamo anche un piccolo contributo una tantum, ossia quello per i caregiver. La cifra purtroppo è bassa, per il semplice fatto che il fondo assegnatoci, di circa 50.000 euro, si è dovuta dividere per il numero di domande arrivate.

Sappiamo benissimo che la situazione è molto particolare – ha affermato Latella – e abbiamo fatto il massimo sforzo. Ripeto, ora vediamo se è possibile attivare l’assistenza anche sabato e domenica, magari rimodulando il piano settimanale. Purtroppo l’Asp, che dovrebbe curare la parte infermieristica, non ci aiuta e di conseguenza ci ritroviamo a dover fare i salti mortali. Noi intanto garantiamo un Oss. Per le persone non autosufficienti, la legge predispone la struttura e anche il prefetto, attenzionato dallo stesso Carrozza, aveva suggerito di trovarne una, dal momento che il Comune non può garantire l’assistenza h24». Di trasferire la moglie in una struttura però, Carrozza non ne vuole sapere, alla luce del fatto che la stessa Ionele Sabina, appresa di questa possibilità, «mi ha detto che piuttosto preferisce morire».

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