Ospedale di Oppido, un nuovo flashmob per tenere alta l’attenzione sul diritto alla salute

Un nuovo flashmob per tenere accesi i riflettori sull’ospedale di Oppido Mamertina, è quanto è stato organizzato per domani, dal “Comitato spontaneo 19 febbraio”, che senza sosta, da quasi due mesi, presidia il nosocomio e si batte affinché lo stesso torni a garantire, così come in passato, le cure sanitarie necessarie e fondamentali per i cittadini della fascia preaspromontana della Piana.

Dopo il successo del primo flashmob, tenutosi lo scorso 12 marzo, che ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini accorsi anche dai paesi vicini e un gran numero di sindaci che hanno sposato la causa, il Comitato ha organizzato una nuova marcia, che vedrà tutti radunarsi nel piazzale antistante l’ospedale Maria Pia di Savoia, alle 17, per poi percorrere, a bordo delle auto, la strada che da Oppido giunge al Pronto soccorso di Polistena. «Vogliamo far conoscere a tutti – ha spiegato il Comitato – il percorso che siamo costretti a seguire per raggiungere il più vicino presidio di assistenza sanitaria in caso di urgenza».

Action painting

Per oggi invece, alle 17, nel piazzale dell’ospedale, il Comitato ha organizzato un “Action painting”. «La lotta continua sotto forma pittorica – ha spiegato la portavoce Margherita Mazzeo -. Diamo colore alle nostre emozioni è lo slogan della manifestazione che vuole essere un’ulteriore occasione di condivisione e aggregazione, nell’interesse comune di salvare il nostro ospedale. L’Action painting, letteralmente pittura d’azione, è un vero e proprio stile che consiste nel far colare il colore in maniera naturale e spontanea sul supporto che lo accoglie, senza seguire una tecnica ben precisa, ma solo il proprio impulso.

L’intento – ha continuato Mazzeo – è quindi quello di manifestare anche attraverso l’arte, perché questa tecnica viene utilizzata proprio per far venire fuori la sensibilità delle persone relativamente a un tema specifico. Proprio per questo abbiamo voluto creare questo momento di aggregazione, per coinvolgere i cittadini a esprimere anche attraverso l’arte, quelli che sono i loro sentimenti anche di ribellione nei confronti di questa situazione che stiamo vivendo relativamente alla chiusura del nostro ospedale. Sarà interessante coinvolgere anche i giovani e nello stesso tempo far capire al di fuori che quello che chiediamo è semplicemente avere riconosciuti i diritti essenziali.

E questo verrà sicuramente fuori dalle tele che verranno prodotte – ha concluso la portavoce del Comitato – perchè più il diritto è essenziale e più la negazione di questo diritto crea ribellione e un senso di frustrazione e malessere generale che inevitabilmente poi si ripercuote in tutte le azioni della vita quotidiana. Questo momento di incontro introduce un po’ anche quello che vuole essere il flashmob».

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