Ospedale di Locri, il “j’accuse” di Mammoliti: «Dove sono i sindacati e la Regione?»

Dalle ambulanze che mancano ai singoli reparti in affanno di personale e strumenti. È un quadro desolante quello che traccia il presidente del tribunale per i diritti del malato Pino Mammoliti sull’ospedale di Locri. «In Pediatria abbiamo un primario e tre medici, con turni coperti con medici a gettone – ha detto nel corso di una conferenza stampa -. Non meglio va in Cardiologia, dove ci sono 5 medici, solo 4 fanno i turni di notte. La Dermatologia è stata chiusa nell’indifferenza generale. In Ortopedia 4 medici senza la possibile di implementare l’organico, nonostante la presenza dei cubani. In Urologia da gennaio ci saranno solo 2 medici, così come in Gastroenterologia. Gli unici reparti operativi sono Chirurgia e Rianimazione. Vorrei che Occhiuto si sdegnasse anche per Locri – ha tuonato il penalista locrese -. La pista di elisoccorso funziona solo di giorno. Siamo un carico residuale per la regione Calabria, non interessiamo a nessuno. La Di Furia ha assicurato attenzione, ma serve un monitoraggio da vicino».

Capitolo strumentazioni. «In Cardiologia non funziona il macchinario per le prove di sforzo, zero apparecchi per gli spostamenti degli allettati e non ci sono gli strumenti necessari per garantire una assistenza immediata. Ospedale da terzo mondo? Siamo allo scompenso totale. I sindaci facciano qualcosa. Io divisivo? Non è possibile che ci sia dall’altra parte mutismo e sordità. Serve un’insurrezione civile. Perché Polistena funziona? Perché i sindaci hanno un peso politico superiore che non deriva dalla collocazione partitica. I nostri non hanno l’autorevolezza per farsi sentire». Per Mammoliti inoltre, «c’è una evidente connivenza da parte dei sindacati che si lamentano solo in occasione delle nomine dei primari, per il resto sono totalmente assenti. Perché non parlano? Locri non può essere mortificata. Penso ad una giornata di mobilitazione coinvolgendo anche la chiesa e gli ordini professionali. Occhiuto venga qui e si assuma l’impegno di risolvere le carenze».

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