Coronavirus, Falcomatà gelido col Governo: a rischio i servizi pubblici essenziali

Direttamente da Roma, dopo un lungo viaggio in macchina, il sindaco Giuseppe Falcomatà, evidentemente affranto dalle notizie apprese, conferma che nulla di buono si prospetta all’orizzonte.

Rubinetti ancora chiusi dal Governo che, a quanto confermato dal sindaco metropolitano, non ha dato le risposte sperate.

«Le notize non sono buone, le notizie che speravamo erano altre perché le richieste che avevamo fatte erano altre. Siamo passati dal decreto di marzo ad aprile e adesso, arrivati a maggio ancora nessuna certezza. Da quello che abbiamo appreso, da questo decreto pare verranno erogati 3 miliardi di euro con un’anticipazione del 30%. Cifre molto basse rispetto a quelle che ci aspettavamo perchè così non potremo garantire in maniera dignitosa i servizi pubblici essenziali».

Assistenza domiciliare, contributi per gli affitti alle famiglie bisognose, trasporti pubblici, rette degli asili, ci sono una serie di servizi che a causa delle mancate entrate rischiano di saltare. Falcomatà non cerca di nascondere la drammaticità della situazione e rincara la dose: «Così saltano le realtà territoriali e se saltano i comuni salta tutto. Stiamo spingendo per avere più risorse, procedure burocratiche più snelle. Abbiamo chiesto l’annullamento dei tributi per il periodo di blocco ma non abbiamo avuto risposte. Le risposte del Governo non ci piacciono e non sono serie rispetto alla gravità della situazione».

Per il primo cittadino «adesso la sicurezza in termini di salute cede il passo alla sicurezza lavoro e noi non possiamo più aspettare un decreto che non arriva e se arriva in questi termini sicuramente qualcosa dovremo ridurre».

Pensa poi alla ripartenza Falcomatà sottolinenando l’intenzione si sfruttare più possibile il suolo pubblico per consentire le aperture. «Anche le strisce blu potranno essere occupate diversamente dagli altri anni. Abbiamo chiesto anche la concessione del suolo pubblico gratuitamente. Abbiamo dato indirizzo ai dirigenti per verificare la possibilità di utilizzare i fondi del Pon Metro per un fondo perduto a favore dei nostri commercianti».

Sfiora anche l’aspetto relativo all’organizzazione dei lidi e alle linee guida dell’Inail. «Anche qui ancora ci sono molti aspetti da chiarire. Parlano di una distanza tra un ombrellone e l’altro di 4 metri e mezzo e contingentare gli ingressi ma bisogna comprendere come applicare realmente questi controlli».

Ultima ma non meno importante riflessione Falcomatà la dedica alla questione tamponi: «Siamo la penultima regione come numeri di tamponi è importante farli e aumentare il numero di controlli».

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