venerdì,Aprile 26 2024

Cucina, è il reggino Antonio Guarniera il pizzaiolo più bravo di Oslo

Il pizzaiolo: «La cosa più bella che ti succede è quando hai dei clienti che ti seguono ovunque tu vada a lavorare». La sua è una passione trasmessagli da piccolo dalla madre e coltivata con amore

Cucina, è il reggino Antonio Guarniera il pizzaiolo più bravo di Oslo

La pizza più buona di Oslo è quella del pizzaiolo reggino Antonio Guarniera. Una storia, la sua, fatta di sacrifici, lontano da casa, come tanti emigrati. Fatta di rinunce. ma soprattutto di perseveranza. Ed è stata la sua tenacia e la passione per la pizza a portarlo al successo. Una riuscita testimoniata dalle riviste norvegesi in cui la pizza che prepara Antonio al Restaurant Ludo è la più buona di Oslo.  Da Antonio ci siamo fatti raccontare com’è riuscito a raggiungere il primo, gli auguriamo, di tanti importanti traguardi.

Intanto da quanto tempo sei ad Oslo?

«Sono partito per Oslo nel 2007 ma dopo due anni non riuscivo a stare qui per problemi di lingua e solitudine quindi decisi di tornare a casa. Tra il 2008 ed il 2010 ho fatto 2 stagioni lavorative in Svizzera per poi tornare a lavorare a Reggio.

Nel febbraio 2011 mi arrivò una telefonata dal capo cucina di un ristorante ad Oslo al quale serviva un pizzaiolo, visto che la situazione da noi non è mai stata delle migliori riguardo i pagamenti e la puntualità di questi decisi di tornare ad Oslo ma con un’altra mentalità più forte di prima. Da lì cominciai a costruirmi il mio futuro riuscendo ad imparare sia l’inglese che il norvegese, in modo che potessi riuscire a comunicare ed avere anche una vita sociale e non solo lavorativa».

Cosa ci fa un reggino ad Oslo?

«Sono ad Oslo perchè avevo bisogno di cambiare aria, per quanto ami la mia terra purtroppo non vedevo un futuro “tranquillo” lavorativamente parlando. Ovviamente non è bello stare lontano dalla famiglia e dai veri amici ma ho imparato che nella vita bisogna fare dei sacrifici, per me sarebbe stato un sacrificio anche rimanere a lavorare nella mia citta, si avrei avuto la famiglia e gli amici ma se guardo ad oggi non credo che avrei avuto un presente con tante soddisfazioni».

C’è qualcosa che accomuna le due città?

«Forse l’unica cosa che potrebbe accumunare le due città è il mare. Oslo è una città a misura d’uomo, usando i mezzi di trasporto (al 95% sempre puntuali) riesci a spostarti facilmente da una parte all’altra della città».

Come sono le persone in Norvegia?

«All’inizio le persone qui ti sembrano fredde e distaccate, in effetti lo sono un po’, la loro visione da parte tua cambia nel momento in cui riesci ad entrare nel loro sistema nel loro modo di vivere».

La tua passione per la pizza da dove nasce?

«La passione nasce da bambino grazie alla mia amata mamma, oltre ad essere una cuoca eccezionale  era anche bravissima a fare la pizza. Ricordo la casa piena di amici tra me e le mie tre sorelle che venivano esclusivamente per mangiare la pizza di mamma, era sempre una festa la pizza fatta da lei. Ricordo gli amici che citofonavano al portone per chiederle quando avrebbe fatto la pizza. Facendo questo lavoro adesso capisco quanto lavoro e sacrificio faceva per farci tutti contenti anche perchè eravamo sempre tantissimi meno di 10 persone più la famiglia».

Qual è il segreto di questa pizza super buona?

«Faccio il pizzaiolo da quando ho 17 anni ed a novembre ne faccio 39. Il segreto della mia pizza?  Amore e passione per il tuo lavoro perchè alla fine quando fai il lavoro che ami non lo vedi più come in lavoro. Io sono molto fortunato ho sempre fatto quello che amo fare e la cosa più bella che ti succede è quando hai dei clienti che ti seguono ovunque tu vada a lavorare e devo dire che nel tempo ne ho fatto qualcuno:  io li chiamo i fedelissimi, loro mangiano la   pizza non solo dove lavoro, ma solo se la faccio io quindi a volte mi scrivono messaggi chiedendomi se lavoro o no, se rispondo “oggi sono libero”  loro mi dicono; ci vediamo domani. Queste sono soddisfazioni».

Qual è il gusto che ti chiedono di più?

«Ho lavorato in molte pizzerie qui in Norvegia ed ho sempre fatto un buon impasto pizza. Quando 2 anni fa cambiai ancora posto di lavoro essendo una nuova apertura decisi di cambiare, non volevo fare la classica pizza che si può trovare ovunque allora pensai ad un impasto con una miscela di tre tipi di farine per poter fare una pizza buona croccante fuori e morbida dentro e che risultasse leggera, la mia era solo una prova ma appena sfornata la prima pizza con questo impasto Max (il capo) mi disse “wow”. Da lì non feci altro che perfezionare l’impasto. Le pizze che vanno per la maggiore sono quelle con la crema al tartufo, loro vanno matti per il tartufo. In pratica il menù che abbiamo è fatto da me per l’85%»

Hai inventato qualche pizza particolare?

«Credo che a loro modo tutte le pizze che abbiamo in menù siano particolari».

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