Melito Porto Salvo, l’Ancadic segnala criticità ambientali nel rione “Paese vecchio”

«Il rione “Paese vecchio”, che è il centro storico per eccellenza del Comune di Melito di Porto Salvo, ricadente sotto il vincolo paesaggistico ambientale, va messo in sicurezza e valorizzato». È quanto afferma Vincenzo Crea, referente unico dell’Ancadic. «Giungono a questa associazione – continua – segnalazioni da parte di cittadini del “Paese vecchio” di Melito Porto Salvo, riguardanti delle criticità determinate soprattutto dalle copiose perdite di acqua dalla rete idrica comunale che, da alcuni anni, a dire dei cittadini, scorre liberamente lungo le vie del paese che presentano una significativa pendenza verso valle, soprattutto lungo la via XIX agosto.

Ciò comporta serio pericolo per la circolazione ciclopedonale, atteso che la pavimentazione stradale è resa scivolosa dai liquami e in più tratti si presenta affossata e frantumata. Numerosi sono gli incidenti che si sono registrati, per ultimo alcuni giorni addietro un motociclista è caduto e una signora, e non è la sola, è scivolata ed ha sbattuto con la testa contro il muro. Trasportata al Pronto soccorso dell’Ospedale di Melito, dopo le cure prestate, è stata dimessa e rilasciato il referto medico con la prognosi di 15 giorni di malattia.

Le acque nel tempo hanno penetrato nell’immobile sito al civico 7 adibito a civile abitazione, recando gravi danni, tant’è che in questi giorni è stato oggetto di un secondo intervento di ristrutturazione dopo quello eseguito 9 anni addietro, sempre a seguito di danni arrecati dall’infiltrazione di acqua prodotte da dette perdite, come riferito dalla proprietaria del fabbricato». Crea afferma che «non si esclude che dette copiose perdite abbiano potuto interessare le fondamenta dei vetusti fabbricati risalenti intorno al periodo 1900 situati lungo dette vie, se non l’hanno già fatto.

Intorno alle ore 8.30 dello scorso 30 luglio, mi sono recato sul posto e ho preso atto del preoccupante stato dei luoghi. Alcuni abitanti mi hanno riferito che in data 29 luglio è intervenuto il Comune ed ha riparato a monte la perdita di acqua ed ha provveduto a deviare dalla strada e incanalarla in un tombino la copiosa perdita all’altezza del civico numero 7. Sarebbe opportuno sapere dove va a finire quest’acqua.

Alcuni cittadini, nella serata dello scorso 30 luglio, hanno comunicato a mezzo WhatsApp che appena riparata la perdita dell’acqua sulla strada la situazione si è aggravata, giacché non arriva più acqua nelle case e visto che soprattutto in questo periodo di pandemia con dei bambini e persone anziane non si può rimanere senza acqua si  sono recati presso il Comune a reclamare i loro diritti, ma la risposta ricevuta è stata quella che non possono aprire l’acqua perché la tubazione è in eternit, non regge la pressione perché è molto vecchia e quindi si rompe sempre.

C’è da pensare – continua Crea – che oltre alle perdite idriche ci sono state e ci saranno delle infiltrazioni delle acque piovane che avranno creato e continueranno a  creare dissesto  del  sottosuolo, da qui probabile affioramenti delle fondamenta dei fabbricati, pertanto si chiede una verifica  tecnica sulla rete idrica e fognaria anche per un capillare controllo se siano stati eliminati  gli antichi pozzi neri che smaltivano i liquami in profondità,  nonché  una verifica  geologica   su  tutto   l’abitato  del  “Paese  Vecchio” di  Melito PS   anche  per accertare se sussiste la necessità di specifici interventi per scongiurare il rischio che il paese possa franare a valle e con esso scomparirà la sua importante storia.

È altresì necessario predisporre adeguata segnaletica stradale visto anche i numerosi incidenti che si sono verificati nel tempo. Già con nota dello scorso 15 febbraio, l’Ancadic chiedeva tra l’altro di sapere se la condotta idrica fosse  in cemento amianto e visto che sarebbero stati spesi dei soldi per la riqualificazione del “Paese vecchio” compresa la rete idrica domandava come mai questa non fosse stata messa in funzione e viene utilizzata la condotta verosimilmente in eternit. Quanto sopra richiesto a tutela della circolazione veicolare e ciclopedonale e a salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata».

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