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11 settembre 2001. Vent’anni fa l’evento che cambiò il mondo. Dove eravamo e cosa stavamo facendo

Quattro reggini illustri ricordano quei tragici momenti che cambiarono la storia. E voi dove eravate? Raccontatelo nei commenti

11 settembre 2001. Vent’anni fa l’evento che cambiò il mondo. Dove eravamo e cosa stavamo facendo

Lo schianto dei due aerei e le torri gemelle a New York che crollano. Fiamme, sirene, disperazione, corpi che volano. Le immagini del World Trade Center dell’11 settembre 2001 hanno messo un punto nella storia moderna. L’America messa in ginocchio da Al Qaida. Un blocco di cenere, detriti e morti che ha tracciato un’amara linea di confine da cui il mondo e la diplomazia internazionale avrebbero dovuto ripartire.

Spazzato via il disincanto di una pace ed un’armonia solo apparente, la storia dell’umanità ha fatto una virata: americani e talebani, buoni e cattivi di fronte, inesorabilmente lontani come il bianco e nero. L’era della globalizzazione ha pensato a fare il resto: con le immagini terribili che, in pochi secondi, sono arrivate a raccontare distruzione e cambiamento in ogni angolo della terra.

Solo pochi giorni fa le autorità americane hanno identificato altri due morti dell’attacco: sono le vittime 1.646 e 1.647. Si tratta di Dorothy Morgan, impiegata assicurativa della città di Hempstead, e un uomo la cui identità rimane riservata per volontà dei familiari.

Ma i decessi in questi anni non sono mai cessate a causa degli effetti di tumori e malattie respiratorie legate alle conseguenze degli attacchi terroristici.

A 20 anni da Ground Zero, dalle morti, dai cambiamenti, l’11 settembre resta un momento mai perso, bloccato nel tempo e sempre vivo. A chi quegli attimi li ha vissuti abbiamo chiesto di condividerli ancora oggi. Con gli stessi suoni, le luci, gli umori di un mondo che non era pronto ad una richiesta di trasformazione così feroce.

Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria. «Ho i ricordi molto chiari per due motivi. Stavo facendo la preparazione con la squadra di calcio del Bocale, avevamo appena terminato l’allenamento, rientravo in macchina con un mio compagno più grande che guidava e la notizia era su tutte le radio. Arrivato a casa c’era mio papà. Erano gli ultimi mesi prima che venisse a mancare.

Con lo sguardo fisso alla tv, quando ancora non capivamo cos’era successo, quali erano le cause, lui disse “Questo evento cambierà il mondo”.  Lo ricordo come se fosse ieri, nitido e distinto. Quando lui pronunciò quelle parole, compresi che eravamo dentro la storia e che sarebbe cambiato tutto. Così come poi è stato».

Gigi Miseferi, attore e comico (foto studio Fidemi). «Stavamo registrando a Reggio un programma televisivo che poi sarebbe andato su Rai Uno. finite le riprese, a casa, stavo guardando il Tg4 con Emilio Fede, era un periodo in cui lo imitavamo al Bagaglino. Ed ho seguito tutto il tg passo passo, perché lui ha dato l’annuncio del primo impatto, hanno monitorato la situazione fino al secondo impatto. Sembrava impossibile fare i conti con una realtà che ha superato la fantasia più fervida di qualsiasi sceneggiatore. Non credevo ai miei occhi. Era sicuramente il presagio di qualcosa di funesto che avrebbe cambiato il mondo, ci si accorgeva della gravità assoluta. Si temeva una terza guerra mondiale.

Nemmeno il primo bombardamento in Kuwait mi ha fatto così impressione. Anche perché a New York sono stati coinvolti dei civili, un atto terroristico più che un atto di guerra. Perché l’atto di guerra a livello diplomatico si può tamponare, ma un atto terroristico del genere, senza eguali tecnicamente e logisticamente, no. Il mondo è cambiato con lo stretto giro di vite sulla libertà di ognuno di noi per salvaguardare la nostra incolumità».

Maria Pia Liotta, regista. «Ero a Caserta per un corso di aggiornamento sulla comunicazione. Ad un certo punto cominciarono a girare le notizie. In quegli attimi non si era ben compresa la gravità dei fatti, anche perchè quello era uno dei momenti più tranquilli dell’umanità. Si viveva nella normalità. Quando poi mi sono resa conto mi è venuto un brivido perchè ho pensato che da quel momento in poi non saremmo più stati al sicuro. Quando si arriva a compiere un gesto del genere, quando viene attaccato il cuore pulsante dell’economia mondiale, come gli Stati uniti d’America, super controllati.

Io mi sono sentita da quel momento non più sicura, il mondo è cambiato. Del resto è anche quello che accade adesso nel modo più subdolo, sottile e insinuante. L’11 settembre ha cambiato la visione geopolitica».

Daniele Castrizio, docente di numismatica Università di Messina. «In quel pomeriggio ero a casa a scrivere al computer. Ho sentito delle voci nel palazzo e così ho acceso la televisione in tempo per vedere il primo grattacielo che fumava e il secondo aereo che colpisce la seconda torre. È stata la cosa più strana che avessi mai visto. Sono rimasto attaccato tutto il pomeriggio a guardare. Credo che nessun altro evento mediatico nella mia vita sia riuscito ad avere un impatto nella mia psiche come questo.

Ho conosciuto persone che erano lì, in quel momento, la gente è impazzita. Conosco un grafico molto affermato che ha lasciato tutto ed è andato in Sicilia a coltivare la terra. Oltretutto sono scene che gli americani sono riusciti a farci vivere in maniera quasi teatrale. È stato come avere visto in diretta la bomba atomica che cade su Hiroshima».

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