sabato,Aprile 27 2024

Caro benzina, esplode la protesta dei pescatori di Gioia Tauro

Le previsioni di Assopetroli indicano che nel prossimo fine settimana si arriverà alla soglia record degli aumenti. «Non ci resta che vendere o demolire le barche»

Caro benzina, esplode la protesta dei pescatori di Gioia Tauro

Anche la marineria di Gioia Tauro blocca i pescherecci nel quadro della protesta nazionale per il caro carburante. Imprenditori piccoli e grandi, ma anche pescatori impegnati a bordo dei natanti, si sono fermati issando sulla plancia striscioni di protesta e comunicando alla Capitaneria di porto lo stato di agitazione, nelle stesse ore in cui a Roma si manifestava davanti ai palazzi delle istituzioni.

«In 2 mesi il prezzo è raddoppiato – spiega Carlo Laganà – siamo passati da 50 centesimi al litro a 1,20 di oggi».  Nella darsena a loro dedicata i pescatori guardano gli aggiornamenti delle quotazioni del prezzo alla pompa, + 105 % da un giorno all’altro, mentre le previsioni di Assopetroli indicano che nel prossimo fine settimana si arriverà alla soglia record degli aumenti. «Non ci resta che vendere o demolire le barche – commenta Antonio Scicchitano – perché di questo passo non c’è futuro». L’imprenditore che tiene i collegamenti con Roma è Francesco Madafferi, che fa parte dell’Unione delle marinerie d’Italia, e anche lui è realista: «Il governo deve affrontare l’emergenza con maggiore disponibilità a intervenire sulle accise».

Rabbia e consapevolezza, che lo accomuno a Pacifico Cutrì e a Antonino Mercuri, il primo è un imprenditore, l’altro è un operatore adesso al servizio di rifornimento. «E’ da 2 settimane – conclude quest’ultimo – che nessuno acquista carburante».

top