Palazzo di giustizia a Reggio, conto alla rovescia per la gara dei lavori

Tutti ne parlano. Soprattutto nel corso delle celebrazioni del ricordo dei trent’anni dalla strage di Capaci quando le bretelle del Calopinace, proprio di fronte al costruendo tribunale di Reggio Calabria, sono state intitolate a Francesca Morvillo, magistrato e moglie del giudice Giovanni Falcone. Davanti al lungo viale i lavori ancora fermi del nuovo palazzo di giustizia, entrato da tempo nel novero delle eterne incompiute. 

Sembra ci sia una maledizione. Dopo la firma col ministero della Giustizia sembrava che i lavori potessero continuare, passo dopo passo e invece così non è stato. Ma in pochi sanno cosa succede al costruendo palazzo. Vi avevamo raccontato dello stop dovuto a pasticci burocratici sopravvenuti, adesso sembra che la luce in fondo al tunnel si possa vedere. A spiegare le ultime puntate di una novella infiniti ci pensa Carmelo Romeo, consigliere comunale delegato all’opera. 

Il diritto di superficie

«Eravamo convinti che fosse tutto ok dopo aver firmato al convenzione con al Cartabia – chiarisce – poi ci siamo impantanati in una bega burocratica che ci ha fermati. Una piccola striscia di terreno, in cui passava una condotta dell’ex Cassa del Mezzogiorno, era proprietà della Regione Calabria. Per riuscire a mettere in convenzione e dare al ministero anche quella piccola striscia sono passati tanti mesi.

La situazione è stata adesso sbloccata. Finalmente l’ufficio ha preparato la delibera per la costituzione del diritto di superficie per 99 anni e puntiamo a breve di portarlo in consiglio comunale. Così finalmente il ministero della Giustizia potrebbe fare la gara». Risolto l’intoppo. Avanti tutta e stavolta si procede spediti verso le procedure di gara e la ripartenza dei lavori. 

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