A Taurianova consegnata ai migranti Casa chiara

L’hanno chiamata Casa Chiara in ricordo della prima proprietaria, che lasciò l’immobile in eredità al nipote, Natale Laganà che, informato dell’iniziativa dal figlio Giuseppe, non ha esitato a sposarne la causa. C’è anche una bella storia familiare dietro Casa Chiara, la seconda abitazione a aderire al progetto Agenzia sociale per l’abitare, avviato dal comune di Taurianova a valere sulle risorse del progetto interregionale “Su.pr.eme. – Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze”, finanziato dalla Commissione Europea per il tramite della Regione Calabria, attraverso il Fondo Emergenziale Asilo Migranti Integrazione (Emas- Fami).

L’unità immobiliare si trova in pieno centro abitato, nel rione di Jatrinoli, e si sviluppa su due livelli. Al piano terra trovano posto una cucina abitabile e i servizi igienici. Un disimpegno conduce poi al piano superiore dove ci sono due camere da letto, una singola e una doppia. È stato lo stesso Natale Laganà che, oltre a mettere a disposizione l’immobile, si è occupato di tutto ciò che è stato necessario fare per rendere l’abitazione quanto più completa e confortevole per i nuovi inquilini. In particolare, si tratta di tre immigrati regolari residenti finora presso l’insediamento informale di contrada Russo ma che da qui ai prossimi due anni, grazie al meccanismo dei voucher contributo affitto e utenze, potranno abitare in una casa propriamente detta. Abdoulaye Konare, Alliou Coulibaly, Issa Traore, questi i loro nomi ed è stato proprio Issa – unico presente in questo momento in Calabria – a ricevere simbolicamente in consegna Casa Chiara nel corso di una semplice ma significativa cerimonia alla presenza dell’assessore regionale alle Politiche Sociali, Tilde Minasi, del sindaco di Taurianova, Rocco Biasi, e dell’assessore all’immigrazione, Maria Fedele, e di Giuseppe Carrozza, direttore del consorzio Macramè, ente responsabile in coprogettazione con il comune di Taurianova.

«Quanto accade oggi qui a Taurianova – ha detto l’assessore Tilde Minasi – è un bel segnale della volontà di superare le emergenze e i rischi di ghettizzazione che queste comportano. Un obiettivo su cui stiamo anche verificando cosa significhi in termini di ricadute positive sul territorio il lavoro in rete tra le diverse Istituzioni. Integrare gli immigrati regolari – ha aggiunto – vuol dire civiltà, legalità, sicurezza e quando questo avviene anche grazie al contributo attivo dei cittadini, come nel caso di Natale Laganà, si può solo ringraziarli per il buon esempio che danno al resto della comunità».

Soddisfatto il sindaco di Taurianova, che ha voluto mettere in evidenza l’impegno costante dell’amministrazione comunale nel portare avanti le azioni previste da Su.Pr.Eme. nella piana di Gioia Tauro ma anche tutte le altre iniziative in favore dell’integrazione. «Abbiamo i migranti stagionali – ha puntualizzato Rocco Biasi – ma anche quelli che hanno deciso di fermarsi; persone che fanno parte della nostra comunità ed è pure per loro che ci sforziamo di fornire buon governo e buona amministrazione». A questo proposito, è stata l’assessore comunale Maria Fedele a definire il Polo Sociale Integrato “una vera e propria eccellenza”, realizzata e animata dal Consorzio Macramé. Un presidio di inclusione sociale, voluto fortemente dalla Regione Calabria con il supporto tecnico del Consorzio Nova, e oramai punto di riferimento non solo per i migranti ma anche per i residenti, compresi quelli dei comuni limitrofi a Taurianova.

A pronunciare le parole più toccanti, però, è stato Karamo Barrow, mediatore culturale di Macramè. «Non siamo indipendenti perché viviamo in un Paese indipendente. L’indipendenza e la libertà iniziano dalla casa. Casa significa senso di appartenenza alla comunità, significa un posto sicuro per riposare, un posto dove bere un the o un caffè al mattino, prima di andare al lavoro nei campi».

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