domenica,Maggio 5 2024

Reggio, una via cittadina intitolata allo scrittore e poeta Antonino Consolato Caminiti

Scomparso il 16 dicembre del 1997, è stato tra le figure più significative della cultura reggina del secondo dopoguerra

Reggio, una via cittadina intitolata allo scrittore e poeta Antonino Consolato Caminiti

Alla presenza del sindaco ff Paolo Brunetti, dell’assessore Rocco Albanese e dei componenti della Commissione toponomastica Fabio Arichetta e Gianfranco Cordì, si è svolta nei giorni scorsi, in occasione del 25° anno della scomparsa (16 dicembre 1997), la cerimonia di intitolazione di una via cittadina (già Vico Petrillina) ad Antonino Consolato Caminiti, poeta in lingua e in vernacolo, scrittore e animatore culturale, tra le figure più significative della cultura reggina del secondo dopoguerra. Alla manifestazione hanno preso parte i figli Francesco e Mariangela Caminiti, i nipoti e un nutrito gruppo di amici ed estimatori.

È stato Stefano Iorfida, presidente dell’associazione culturale Anassilaos, che all’illustre concittadino ha dedicato una serie di incontri di approfondimento, a delineare in breve la figura e l’opera di Caminiti, mentre il sindaco si è soffermato sull’importanza, per le nuove generazioni, di conoscere, attraverso la toponomastica, figure significative della storia, dell’arte, della cultura, dell’economia, dello sport che hanno operato in città contribuendo in maniera significativa alla crescita civile della Comunità. Da parte loro i figli Francesco e Mariangela Caminiti,  nel ringraziare le autorità e tutti i presenti, hanno recitato brani poetici tratti dall’opera dello scrittore.  

Chi era Antonino Consolato Caminiti

Antonino Consolato Caminiti nasce a Reggio Calabria il 21 novembre 1916. Prende parte alla  II Guerra Mondiale e negli anni successivi ricopre importanti incarichi nella pubblica amministrazione (è stato tra l’altro direttore di divisione presso l’Intendenza di Finanza di Reggio Calabria). È stato soprattutto un intellettuale che ha amato profondamente la propria città. Giornalista, condirettore, poi direttore, della rivista “Italia Intellettuale”, fondata nel 1945; protagonista, insieme ad altri uomini di cultura del tempo, tra i quali Giuseppe Tympani ed Ernesto Puzzanghera, della vita artistica e culturale di Reggio e insieme poeta di valore che predilesse il vernacolo reggino, lingua che costituisce una parte significativa del suo corpus poetico a partire dal poemetto in quartine “Rriggiu”, pubblicato nel 1948 come una difesa appassionata e sincera della sua Reggio, in risposta a un giornalista che aveva dileggiato la città (“Pi rrisposta ‘o rradiucronista i ‘ll’articulu supra ‘a Calabria trasmessu ‘a rradiu ‘nda ffebbraiu ‘ru ’48), e nella silloge “U cantu ra natura” del  1949.

A proposito di questa raccolta è significativo ricordare una lettera inviatagli dall’amico attore, drammaturgo, regista e sceneggiatore reggino Leopoldo Trieste “…io ricordavo  le tue prime poesie sincere e piene di sentimento che leggevamo per le vie di Santa Caterina tornando da scuola…ci hai messo in corpo la nostalgia della nostra Reggio, ci hai  fatto sentire i suoi colori, respirare i suoi profumi…” . In schietto vernacolo reggino scrisse anche un’ode alla Madonna della Consolazione “A Maronna ‘ra Cunsulazioni” e una lode alle tradizioni dolciarie della città in “U pitrali e u turruni”. Egli stesso ricordava spesso “non sono uno scrittore impegnato. Scrivo se, quando ne ho voglia e di ciò che mi piace, sia che si tratti di poesia in vernacolo e in lingua, di note d’arte e di cronaca, di saggi, di racconti brevi e di profili, di pezzi di carattere sociale e amministrativo”. Compose anche bozzetti,  poi confluiti  nella raccolta “Io, tu…gli altri/Storie brevi e profili” stampato nel 1992, che raccoglie nella prima parte, piccole testimonianze di vita vissuta e nella seconda “Gli altri”,  una serie di ricordi di uomini “famosi”, dal poeta e scrittore Enzo Bruzzi al già ricordato Leopoldo Trieste, da Mons. Giuseppe Agostino a Oreste Dito, dal medico e chirurgo Renato Caminiti a Filippo Aliquò Taverriti e al poeta Felice Soffrè.

Un aspetto interessante dell’attività di Caminiti è costituito dalla sua partecipazione alla vita culturale della città e ai  “salotti letterari” della Reggio del dopoguerra;  riunioni periodiche che si tenevano di volta in volta nelle case di ciascuno dei partecipanti o in altre sedi. Degno di essere ricordato l’impegno di Caminiti nella battaglia, cominciata nel 1958, dei giornalisti calabresi per l’autonomia e la fondazione dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria conclusasi nel 1974 con il primo congresso  Regionale nel corso del quale fu approvato  lo Statuto dei Giornalisti della Calabria.

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