martedì,Maggio 14 2024

MIGRANTI, FATTI E PAROLE | L’esperienza di Caulonia: «Accoglienza e integrazione attraverso il lavoro»

Nel piccolo borgo della Locride una delle prime coop nate nel reggino: «I profughi non rappresentano un problema, ma una risorsa su cui investire»

MIGRANTI, FATTI E PAROLE | L’esperienza di Caulonia: «Accoglienza e integrazione attraverso il lavoro»

«La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai». E’ questo il motto della cooperativa Pathos, una delle prime nate nella Locride agli inizi degli anni duemila che si occupa di accoglienza e integrazione dei migranti in diversi paesi del comprensorio. «Tutto è partito sulla scia della prima esperienza di Mimmo Lucano a Riace – racconta Maria Paola Sorace, coordinatrice della coop cauloniese – in quel momento si trattava di accogliere a Caulonia un gruppo di ragazze nigeriane che nessun comune voleva ospitare. E’ stato un atto di solidarietà – prosegue – abbiamo toccato con mano i drammi che vivono queste persone e abbiamo voluto dare loro un aiuto».

Negli anni la coop ha gestito migliaia di migranti, per una media circa di 200 persone l’anno. «L’obiettivo principale è far viaggiare parallelamente accoglienza e integrazione – ha osservato Sorace – fornendo ai nostri ospiti alcuni strumenti attraverso attività quotidiane, come tirocini e formazione continua, che permettano loro di rimanere in questo territorio. Se poi un giorno decideranno di andare via, avranno comunque acquisito competenze da spendere anche fuori dalla Calabria».

Dunque, dove finisce l’accoglienza inizia l’integrazione che deve necessariamente passare anche attraverso il lavoro. «Viviamo in una terra in ginocchio, che perde ogni giorno migliaia di giovani già formati. Oggi c’è un grido d’allarme – sostiene la manager cauloniese – e non possiamo chiudere gli occhi e pensare che gli immigrati possano rappresentare un problema, ma una risorsa su cui investire anche insieme a chi è rimasto qui». Il suo studio ormai è diventato un ufficio di collocamento. «Da Soverato a Bovalino vengono per chiedere personale da impiegare nelle strutture balneari, in ristoranti e alberghi, per non parlare del settore agricolo – sottolinea Sorace – Se prendiamo in esame il 2022, è arrivato il triplo di profughi ucraini rispetto al resto dei migranti che l’Italia ha accolto, concedendo loro una licenza speciale per permettergli di inserirsi nel mondo lavorativo. Queste persone sono entrate in Italia da persone libere, senza creare drammi e aiutando l’economia. La stessa cosa non è stata fatta per altri migranti. Nella Locride tanti paesini, come Camini, oggi vivono grazie a quella gente e a quei bambini, che permettono di tenere aperte le scuole».

Infine un pensiero sulla tragedia di Cutro: «Nel vedere quelle bare bianche esposte ho provato tanta rabbia – chiosa – Purtroppo ci stiamo abituando ad essere spettatori di drammi e guerre che quasi ci sembra la normalità. Ma non si può pensare di lasciare morire delle persone in mare. Aiutarli a casa loro? Erano siriani e afghani, in quei luoghi è in corso una guerra non meno importante di quella in Ucraina. Bisogna aiutare i processi di pace del mondo».

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