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Reggio, a 72 anni la settima laurea per Gennaro Cortese: «Ispirato da mio padre, perso presto ma sempre accanto a me» – VIDEO

Il dirigente Telecom in pensione consegue sette titoli universitari in poco più di quindici anni. I primi sei dedicati ai nipoti

Reggio, a 72 anni la settima laurea per Gennaro Cortese: «Ispirato da mio padre, perso presto ma sempre accanto a me» – VIDEO

«Ho voluto dedicare questa settima laurea a mio padre, Lorenzo, che tutti chiamavano Lellè. Nel 1965, all’età di 44 anni, dopo una lunga malattia e una serie di interventi al cuore, è morto. Io avevo solo 14 anni e mi ricordo che mi raccomandava sempre di studiare, sottolineando l’importanza dello studio. Io, purtroppo, per questioni familiari ed economiche, a 19 anni sono dovuto partire con la mia bella valigia di cartone per andare a lavorare in fabbrica a Milano, in attesa di essere chiamato per il servizio militare. Svolsi quest’ultimo a Udine come Ufficiale dell’Esercito. Le necessità hanno,  dunque, avuto il sopravvento. Non ho mai, però, dimenticato le parole di mio padre».

Una promessa da onorare

È una storia di riscatto, un’antica promessa da onorare quella del reggino Gennaro Cortese. Da giovane atleta in diverse discipline, già dirigente Telecom e presidente del coordinamento quadri Telecom per Calabria e Sicilia, giornalista pubblicista e presidente della sezione provinciale dell’associazione Combattentistica Nazionale del Fante e presidente provinciale e regionale degli Ufficiali delle Forze Armate Italiane, all’età di 72 anni Gennaro Cortese ha conseguito la sua settima laurea a Messina. Questa volta in Servizio e Politiche sociali.

Il titolo della tesi “Il valore della mancanza: crescere senza padre in adolescenza” racchiude il senso profondo della scelta di riprendere gli studi all’età di 55 anni e di conseguire fino a oggi sette lauree. Ha attraversato i campi del sapere, dalla comunicazione alla sociologia, dalla pedagogia alla filosofia. “Comunicazione metropolitana: il caso Reggio Tv – nascita”, “La radio e i giovani. Indagine in un gruppo di adolescenti nell’area metropolitana dello Stretto”, “Tanti pungoli per avere una buona sanità”, “Bullismo, un gioco pericoloso”, “Sigmund Freud, la psicoanalisi”, “La comunicazione politica e il ruolo dei social media”: ecco le altre tesi discusse sempre a Messina.

Il passato che insegna al futuro

Una laurea per ogni nipote e l’ultima dedicata proprio al padre Lorenzo, perso davvero troppo presto. Un debito di riconoscenza trasformato in amore per la conoscenza e nel monito di tenacia e perseveranza per le nuove generazioni incarnate dai nipoti Tommaso, Matteo, Gregorio, Aurora, Giuseppe e Samuele. Sono i figli dei tre figli avuti con la compagna di tutta una vita che per lui è stata ed è la dolcissima signora Mara.

«Dopo il servizio militare ero stato chiamato a Reggio per qualche supplenza prima di avere un incarico a tempo indeterminato a Porto Torres e provincia di Sassari. Poi fui chiamato dall’allora Sip a Napoli. Nel 1973, in piena epidemia di colera a Napoli, seguì un corso di sei mesi tra Bagnoli e Poggio Reale prima di essere assunto a Reggio Calabria. Nel 1974 lo sposato la fidanzata che avevo fin dall’età di 19 anni, Mara».

«Insieme abbiamo avuto tre gioielli, Lorenzo, Raffaella e Andrea che hanno rispettivamente sposato Stella, Andrea e Simona. A loro volta ci hanno reso nonni di sei nipotini. Così da due che eravamo la nostra famiglia è cresciuta. Ai miei nipoti ho voluto lasciare un segno tangibile che testimoniasse che senza studio e senza impegno alcuna strada si apre. L’insegnamento che mio padre, di cui il giorno di questa settima laurea ho indossato la cravatta, ha lasciato a me. Lo sento sempre accanto a me», racconta ancora Gennaro Cortese, nel 2020 insignito dall’amministrazione comunale di Reggio Calabria del San Giorgio d’Oro.

«Mi sono avventurato all’università in età molto adulta con grande entusiasmo. Ho incontrato lungo la mia strada tanti studentesse e studenti che, dopo avere pensato che io fossi il professore, sono poi stati sempre pronti a supportarmi. Aprire quel cassetto della memoria e delle promesse ancora da mantenere mi ha portato fino a qui», racconta ancora Gennaro Cortese.

L’ottava laurea?

Una necessità del cuore, un dovere che invocava di essere adempiuto ma anche una storia intima e familiare. Una storia il cui finale è ancora in là da venire.

«Tanti i docenti che con me sono stati contenti dei traguardi raggiunti. Sono in tanti a non credermi quando affermo che si tratta della mia ultima laurea. Qualche professore ha detto di averlo già sentito tante volte ma, oggi, è quello che penso. E se dovesse arrivare un settimo nipote, certamente non potrei lasciarlo orfano di laurea e dunque chissà…», chiosa sorridendo il plurilaureato nonno, Gennaro Cortese.

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