Reggio, profonda spiritualità e intensa ritualità con i monaci tibetani e il Mandala buddista – FOTO e VIDEO

Il Buddismo nella città dello Stretto. La sala Umberto Boccioni di palazzo Alvaro, sede della città Metropolitana di Reggio Calabria, diventa per alcuni giorni un monastero tibetano in cui rivive l’antica arte sacra del Mandala di sabbia.

L’opera simbolo della saggezza e della compassione viene pazientemente e sapientemente realizzata dai monaci buddisti tibetani, granello dopo granello, per poi essere dissolta. Ciò avverrà nel pomeriggio di oggi, perché nulla di ciò che veramente bello e importante nella vita è legato alla sua materialità. Tutto è invece impermanenza e pura spiritualità.

La sua preparazione è caratterizzata da un’intensa ritualità della quale sono partecipi, con la meditazione, anche coloro che scelgono di presenziare. I milioni di granelli di sabbia sono stati macinati da pietre chiare più grandi, che una volta erano semipreziosi come la malachite o il lapislazzulo.

Mandala di Avalokiteśvara

«Siamo qui per realizzare il Mandala che molte persone desiderano vedere. Tramandata da secoli, questa tradizione è molto importante nella cultura buddista. Il Mandala ha molteplici significati come ogni colore dei granelli che lo compongono. Il bianco per esempio è il colore del corpo, il rosso del sangue ma anche della casa e di tanto altro.

Una delle tante definizioni brevi è quella di Mandala di Avalokiteśvara e che simboleggia proprio la protezione. Cerchi concentrici racchiudono un quadrato, munito di quattro aperture (porte) poste nelle direzioni cardinali, al centro è rappresentato un fiore di Loto, simbolo della purezza che emerge dal fango».

Lo ha sottolineato il maestro Ghesce Dorjee Wangchuk proveniente dal monastero di Gaden Jangtse a Mundgod, Karnataka, India del sud e che, dal settembre 2018, è il maestro residente dell’Istituto Samantabhadra di Roma.

«Stiamo componendo l’opera che venerdì verrà dissolta e questa cerimonia itinerante è importante per non disperdere la cultura buddista e per divulgarla anche qui a Reggio Calabria», ha spiegato ancora il maestro Ghesce Dorjee Wangchuk.

Il Buddismo di Reggio

A Reggio dal 2006 palpita un’anima Buddista che si è resa promotrice di questo unico Mandala in Calabria.

«L’istituto Thubten Shetrub Ling, centro studi di Buddhismo tibetano di Reggio Calabria – ha spiegato la direttrice Anna Stella Chirico – tesse una stretta collaborazione con l’istituto di Samantabhadra di Roma, centro di buddismo Mahayana, e con i cosiddetti Berretti Gialli. Il maestro Ghesce Dorjee Wangchuk, nonché il nostro maestro spirituale, visita regolarmente l’Istituto, offrendo insegnamenti, meditazioni, trasmissioni e iniziazioni.

Non disperdere e promuovere in Occidente

Il nostro è l’unico centro il Calabria. Per la quarta volta abbiamo organizzato a Reggio, unica città nella regione, il Mandala. Dopo essere stati ospiti del museo della Magna Grecia e del castello Aragonese, questo è il secondo anno in cui siamo accolti in questo prestigioso palazzo Alvaro. L’arte del Mandala diventa itinerante per promuovere la cultura buddista anche nel mondo occidentale.

Accostarsi al buddismo non vuol dire necessariamente diventare buddista. La filosofia di vita che ne costituisce l’essenza può essere adottata allo scopo di far emergere le proprie positività e per accrescere il benessere spirituale nella nostra vita e lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato».

Lo ha sottolineato ancora Anna Stella Chirico, direttrice l’istituto Thubten Shetrub Ling, centro studi di Buddhismo tibetano di Reggio Calabria.

Spiritualità per il distacco dalla materialità

Definito come uno “psicocosmogramma”, il Mandala buddista riproduce l’universo e le forze elementari che lo governano. Forze in grado di fare emergere le qualità positive nelle persone che vi entrino in contatto. La realizzazione del Mandala si apre con la cerimonia in cui il luogo in cui è realizzato e l’occorrente sono benedetti e purificati.

La cerimonia finale, invece, prevede la dissoluzione del Mandala che tornerà ad essere sabbia. Una forte metafora dell’impermanenza della realtà e quindi della transitorietà di tutte le cose di questo mondo, a prescindere da quanto siano belle e da quanto tempo ci sia voluto per realizzarle.

Una dimensione spirituale di profonda intensità in cui la mente esplora il distacco e il superamento della materialità, secondo il buddismo, origine di ogni sofferenza degli esseri senzienti.

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