venerdì,Maggio 3 2024

SAPORE DI SALE | Solstizio d’estate: ecco da dove nasce “U Sangiuanni”

La tradizione calabrese delle “commari di mazzetto” e del “Sangiuanni” indica il “comparaggio” tra le famiglie e la richiesta di fare da padrino o madrina non si poteva rifiutare

SAPORE DI SALE | Solstizio d’estate: ecco da dove nasce “U Sangiuanni”

Solstizio d’estate e festa di San Giovanni sono intrecciati da sempre. Il primo segna il “matrimonio” del sole e della luna, il momento esatto in cui la primavera cede il passo alla stagione estiva, ogni anno tra il 20 e il 22 giugno, mentre la seconda, con i suoi magici fuochi accesi nella notte tra il 23 e il 24 tiene da sempre lontane sventure e “magare”.

Solstizio e San Giovanni: paganesimo e cristianesimo a braccetto

Non è un caso che la chiesa abbia dedicato il 24 giugno a colui che battezzò Gesù Cristo, sostituendo agli dei e ai riti pagani del solstizio la tradizione di San Giovanni, perché il periodo che va dal 21 al 24 giugno è da sempre considerato carico di magia. Si pensava infatti che il trionfo del sole sulle tenebre fosse una diretta manifestazione divina e lo scopo delle celebrazioni era di dare più forza all’astro che dopo il solstizio iniziava il suo percorso di “debolezza” marciando verso l’inverno.

Da qui, i fuochi quale funzione purificatrice, i riti dell’acqua e la raccolta delle erbe, soprattutto quella di San Giovanni (l’iperico) in grado di allontanare il diavolo, il malocchio ma anche di portare l’amore.

I “cummari i mazzettu”

Proprio nei giorni del solstizio, in Calabria, e, precisamente, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, era tradizione raccogliere erbe, mazzi di fiori e piante officinali per conservarle e usarle nel corso dell’anno. Ma anche per donarle.

Un’usanza antica, che vedeva le donne regalare i mazzi di fiori ed erbe di campo raccolte ad altre donne nel giorno di San Giovanni.

Si trattava di un gesto simbolico molto importante perché le donne che ricevevano fiori ed erbe in dono diventavano “cummari i mazzettu”, suggellando così un legame molto forte che univa le famiglie con vincoli più profondi di quelli esistenti tra parenti e che durava tutta la vita.

“U Sangiuanni”

Proprio da questa usanza deriva il termine usato ancora oggi di Sangiuanni, che sta ad indicare il “comparaggio” tra le famiglie per battesimi, cresime (ecc.).

La richiesta di fare da padrino o da madrina, accompagnata dallo scambio dei fiori o dall’aggiunta di altri doni, avveniva proprio il giorno di San Giovanni e da tradizione non poteva essere rifiutata, altrimenti era considerata una mancanza di rispetto.

Chi riceveva la proposta poi contraccambiava visita e regali dopo pochi giorni ed, esattamente, il 29 giugno, giorno della festa di San Pietro e Paolo.

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