mercoledì,Maggio 15 2024

La Calabria bellissima, i calabresi scimmie e i pregiudizi duri a morire: quando la satira non fa più ridere…

Dalla pagina social di un gruppo di adolescenti che si definiscono "nerd" spunta una vignetta che strizza l'occhio ai soliti preconcetti

La Calabria bellissima, i calabresi scimmie e i pregiudizi duri a morire: quando la satira non fa più ridere…

Corre l’anno del Signore 2023 eppure, scorrendo la home di Instagram, si lo facciamo anche noi over 30 cosiddetti boomer, ci siamo imbattuti in una vignetta che, a voler essere generosi, ci ha consentito di fare una riflessione. Lo anticipiamo per evitare commenti del tipo: ma come siete bacchettoni, sono ragazzi, è solo uno scherzo. Ecco per evitare questo diciamo fin da subito che questa analisi spicciola non vuole essere l’esegesi dell’evoluzione del sessismo o del razzismo. Sappiamo bene che si tratta di una pagina di adolescenti che si autodefiniscono “Nerd”. Lungi da noi appesantire una domenica d’estate con argomenti di questa portata. La nostra è una riflessione più spicciola che parte dal voler comprendere come ancora perdurino e resistano al tempo forme grottesche di pregiudizi nei confronti dei calabresi.

Ecco siamo entrati nel vivo. Scorriamo, dunque, la home di Instagram e l’attenzione cade su una vignetta in stile manga. Una donna nuda in una pozza d’acqua fa il bagno con dei gorilla/scimmie e con espressione di disagio nella vignetta si legge: Sono circondata da calabresi (le scimmie) non riesco a rilassarmi. Sappiamo benissimo che questa cosa per molti è ingenua e a tratti quasi divertente ma, da donna e prima ancora da calabrese, mi perdonerete se non mi sono divertita. No, mi sono, invece, mortificata e quasi infastidita. Per una semplice ragione, che in degli adolescenti permanga un retaggio che di culturale non ha proprio niente è frustrante.

L’immagine della donna nuda, dei gorilla/calabresi che l’assediano. Il calabrese come “razza” pericolosa dalla quale stare attenti. Ci siamo domandati come siamo arrivati a questo? Cosa è stato tramandato e ha resistito nel tempo per permettere che dei ragazzini pensino questo dei calabresi? Ma le domande retoriche non sono finite. La vignetta ha una seconda parte che, probabilmente, è ancora più intrisa di pregiudizi. La donna nella seconda vignetta alza gli occhi al cielo e pensa: è un posto stupendo (la Calabria) ma…
Ecco, in quei punti di sospensione è racchiusa tutta l’amarezza dei calabresi nel dover convivere da sempre con questo pregiudizio. Sia chiaro, lo abbiamo sempre detto e mai nascosto tra le righe che questa terra è benedetta da Dio e maledetta dagli uomini. Non vogliamo beatificare nessuno ma neanche permettere che si consolidi ulteriormente l’idea di una “razza” inferiore, dei primati che non riescono ad autogestirsi di fronte a una donna nuda. Ecco questo è il messaggio ultimo: il calabrese un animale pericoloso?

Ci chiediamo se anni di politiche discriminatorie verso il sud e verso la Calabria non abbiano consentito tutto questo. Se intere famiglie che conoscono la Calabria solo dagli spot pubblicitari dai tg nel decidere dove trascorrere le vacanze non commentino esattamente come la vignetta: è un posto meraviglioso ma…
Ecco noi da calabresi, da donne, da professionisti dell’informazione e della comunicazione che viaggiano, lavorano fuori regione e si confrontano con chiunque non ce la siamo sentiti di banalizzare questa vignetta. Per un motivo in particolare: l’ha condivisa un gruppo di giovani. E noi che nonostante le brutture e le storture che raccontiamo ogni giorno, siamo fieri di essere calabresi, di vivere in uno dei posti più belli e difficili del mondo, abbiamo voluto stigmatizzare un banale post semplicemente per instillare nei nostri lettori un po’ di sana indignazione. Esattamente, vorremmo che ogni calabrese si indignasse e avesse il coraggio di non lasciare sopravvivere uno stereotipo falso costruito in decenni di politiche anti meridione, anti Calabria.

Noi le bellezze di questa terra proviamo a raccontarle ogni giorno ma se non smantelliamo prima questa rete di pregiudizi rimarremo sempre legati a quel disegno che rappresenta una terra adatta solo a degli animali. E per concludere mi rivolgo alle donne. Venite in Calabria tranquille sarete assediate solo da buon cibo, cultura e meraviglie naturali. Gli uomini sono gli stessi che vedrete a Milano o nel resto del paese. E se in Calabria sopravvive il mito dell’uomo virile (non animale sia chiaro) quello lo potremmo anche perdonare in fin dei conti siamo la terra del peperoncino sarà questo il motivo.

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