DE GUSTIBUS | Lestopitta, il “non pane” dell’area grecanica: sapore, tradizione e versatilità

Acqua, farina, olio e sale. Ingredienti basici ma che, combinati insieme, si trasformano in qualcosa di unico. E’ la lestopitta. Tipica dell’area grecanica dalle centenarie origini, oggi è paragonabile ai migliori strett food moderni. Alla vista potrebbe assomigliare alla piadina romagnola, ma la cottura è totalmente diversa. Al gusto potrebbe avvicinarsi, forse, allo gnocco fritto emiliano che però contiene il lievito ed è a base di farina bianca.
Inutile fare confronti, solo assaggiandola capirete che è impossibile fare paragoni.

Anche se le sue origini restano abbastanza incerte, di sicuro il suo nome deriva dal greco Λεπτός (leptòs), sottile e πίτα (pita), pane e significa appunto “pane sottile”. Questo “pane” squisito e molto versatile, è tipico di Bova Superiore, in provincia di Reggio Calabria. Versatile perché ha la capacità di cambiare consistenza in base “al quando” viene mangiato. Appena cotta, quindi ancora calda, è croccante, raffreddata si ammorbidisce e si può arrotolare e farcire a piacimento. Inoltre, essendo priva di lievitazione, veniva considerata pratica e di veloce preparazione.

La preparazione

Come dicevamo sono quattro semplici ingredienti per la lestopitta: acqua, farina, olio e sale. Fino a qui sembra tutto semplice. Attenzione, non basta mischiare ed amalgamare. Il vero segreto è proprio l’impasto, ovvero, riconoscere la giusta consistenza del composto e il corretto equilibrio tra acqua e farina.
Scommetto che avete già l’acquolina in bocca, perciò entriamo nel dettaglio e realizziamo una decina di lestopitte. Cosa vi serve?

• 200 g di semola di grano duro
• 100 ml di acqua tiepida
• un cucchiaio di olio extra vergine di oliva
• un cucchiaino di sale
• Olio extra vergine di oliva, o di semi per la frittura

Impastate a lungo e con forza gli ingredienti, fino ad ottenere una palla liscia e compatta. Copritela con un canovaccio, preferibilmente di lino, per farla “respirare” e lasciatela riposare almeno un’ora.
Dividete l’impasto in quattro pezzi. Schiacciateli leggermente con le mani, poi ripiegate verso il centro i lembi esterni e arrotondateli, formando quattro palline. Questo procedimento serve ad incamerare aria all’interno di ogni impasto. Coprite e lasciare nuovamente riposare.
Scaldate abbondante olio in una padella e intanto stendete sottilmente le palline di impasto con il matterello. Qui potremmo fare una piccola disquisizione sul tipo di olio da usare, ma questo, sta al vostro gusto. L’olio di oliva viene meglio assorbito dall’impasto, ma potrebbe risultare più pesante, mentre l’olio di semi dovrebbe rendere la frittura più leggera.
Immergete nell’olio le sfoglie ottenute. Se l’impasto è stato ben eseguito, le vedrete gonfiare come una nuvola.

E i condimenti?

Su come condire la lestopitta potremmo scrivere interi capitoli. La tradizione l’abbina a salumi, pecorini e sott’oli, ma se non volete appesantirvi troppo anche un semplice pomodoro condito ha decisamente il suo perché. Squisito con un classico: patate, peperoni, patate e cipolla nella versione vegetariana, sublime se vi aggiungiamo la salsiccia. Ricordiamoci inoltre che, come abbiamo spiegato, questo pseudo pane può essere mangiato sia caldo che freddo. Se lo arrotoliamo potremmo farci degli ottimi tachos o burritos Made in Calabria. Una vera delizia.

Non finisce qui…

Per i più golosi, perché non stuzzicare il vostro palato nella versione dolce? Anche se la base è salata risulta ottima con le conserve più dolci, frutta fresca caramellata o addirittura con cioccolato e frutta secca.
La lestopitta, nato un tempo come piatto semplice e povero, non ha nulla di meno delle ben più note piadine, tigelle, crescentine e quant’altro. E’ un morso di Calabria, o per meglio dire, della bovesia, che vi conquisterà ad ogni lussureggiante assaggio.

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