lunedì,Giugno 17 2024

Reggio, la lettera di Angela Villani mamma a cargiver: «Sono invisibile come tanti altri genitori di bimbi autistici»

La missiva è rivolta alle massime cariche dello Stato

Reggio, la lettera di Angela Villani mamma a cargiver: «Sono invisibile come tanti altri genitori di bimbi autistici»

Riceviamo e pubblichiamo:

«Gentilissimi Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presidente del consiglio Giorgia Meloni, ministro della disabilità Alessandra Locatelli, ministro della salute Orazio Schillaci,

mi chiamo Villani Angela, vivo a Reggio Calabria, sono la mamma di Matteo, un bimbo bellissimo con autismo, e sono una cargiver, un’ invisibile come tanti, che ogni giorno lotta e cerca di far valere i diritti del proprio figlio e di tanti altri. Una lotta estenuante, che mi ha portato via la salute, ma non la dignità, quel valore che tutti gli esseri umani custodiscono, poiché essenza dell’umanità».

«Vi scrivo questa lettera perché voi che siete ai vertici politici, voi che emanate leggi e difendete la costituzione italiana, sappiate quanto sia difficile e disumano far valere i propri diritti, e di come la disabilità ti trasforma in un oggetto e non in un soggetto, in una persona con pari opportunità, di quanta burocrazia ci complica ulteriormente la nostra esistenza già difficile, per non parlare di tutte le leggi nazionali come legge 328 del 2000, che ha l’intento di realizzare un progetto di vita per la persona fragile, che vengono ignorate e non garantite dagli enti preposti.

Spesso mi sono rivolta ai tribunali per vedere concretizzato il diritto alle cure abilitative e non solo di mio figlio. Carissimi so che avrete tanti altri impegni a cui pensare, ma vi chiedo di fermarvi per un attimo e pensare che la disabilità non è una condizione che si può scegliere e oltretutto non può essere considerata una limitazione dell’essere persona, e di conseguenza non poter frequentare regolarmente la scuola, perché non vi sono insegnanti preparati e specializzati a seguire bambini con difficoltà diverse, non si può essere esclusi da un centro estivo perché non c’è personale specializzato, non si può essere esclusi dalla vita sociale perché non ci sono i mezzi per farne parte, almeno così dice l’art. 3 della Costituzione Italiana.


Ma non è così! Sta di fatto che un genitore smette di essere tale è diventa cargiver, perché non ha alternativa, lascia il lavoro, vita sociale e tutto ciò che ci rende vivi, per garantire al proprio figlio un minimo di qualità di vita, naturalmente se hai la possibilità economica e la salute, perché anche questi vengono meno di fronte all’assenza e spesso mi spiace dirlo incompetenze delle istituzioni.
So che per voi sono una mamma disperata come tante, ma vorrei che per un attimo vedeste con i miei occhi, e sentiste con il mio cuore, ogni volta che mi trovo in ufficio e mi viene detto: Signora mi dispiace ma non è possibile non ci sono fondi, o semplicemente non è compito mio, quando Matteo che ha solo 10 anni non può essere semplicemente un bambino e vivere la sua infanzia, non perché sia l’autismo la sua barriera bensì tutte le mancanze a livello sanitario e sociale.


Sono stanca di affrontare lunghe battaglie legali, sono stanca di dire per favore a chi deve svolgere il proprio il lavoro e viene remunerato per questo, sono stanca perché vorrei semplicemente essere la mamma di Matteo e non sostituirmi continuamente a tutte le figure che dovrebbero sostenerci in questo percorso.


Questo è un cargiver, una figura non riconosciuta, che si dedica nel silenzio più assoluto, al proprio figlio. Sarebbe bella un’Italia che abbracciasse tutti, nelle proprie diversità, perché ognuno di noi costituisce ricchezza, ma forse questo è solo un sogno di una mamma».

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