MITI E MISTERI METROPOLITANI | Rosario Valanidi e le formiche di San Nicola

Posta lungo la vallata del Valanidi, a pochi passi dal paese fantasma di Gumeno, tra la fitta vegetazione, i sentieri scoscesi e i panorami mozzafiato sullo Stretto, a Rosario Valanidi, piccola frazione dell’entroterra
reggino, non mancano le leggende riguardanti i santi e i miracoli
di cui è ricca la provincia di Reggio.
Spicca, per dovizia di particolari e dignità storica, quella raccontata intorno alla chiesa di S. Nicola in Vermicudi, la quale, secondo la tradizione popolare, sorse, per volere dello stesso santo che ne indicò l’esatta ubicazione, sopra una rupe rocciosa.

La chiesa e le formiche

Si narra, infatti, che intorno alla fine del ‘600, le autorità cittadine commissionarono la costruzione di una chiesa intitolata a San Nicola per dotare i fedeli di un luogo di culto dedicato al santo tanto venerato. La chiesa cominciò ad essere edificata a valle, ma, dopo qualche giorno, quando gli
operai arrivarono al cantiere si accorsero che i materiali non c’erano più. Al loro posto, c’era un solco scavato nel terreno da una colonia di formiche, seguendo il quale, gli stessi giunsero sopra un’impervia sporgenza, dove ritrovarono i materiali scomparsi. Stupiti, gli operai riportarono tutto a valle e ripresero il lavoro. L’indomani, però, il fatto si ripeté. Giunti in cantiere, infatti, gli operai videro che le attrezzature erano sparite e, percorrendo la scia lasciata dalle formiche, arrivarono nello stesso luogo scosceso dove ritrovarono ogni cosa, disposta, peraltro, in perfetto ordine. Raccolsero nuovamente i loro
arnesi e li ricondussero a valle per continuare la costruzione della chiesa. Lo straordinario avvenimento si ripeté per tre volte consecutive.

L’ampolla di vetro e l’uovo

Al terzo giorno, intuendo che non si trattava di una mera coincidenza, i lavoratori decisero di rivolgersi alle autorità. Così, furono interessati prelati e amministratori i quali, recatisi sul posto, non poterono che accertare che i materiali erano stati portati lassù, durante la notte, proprio da un esercito di
formiche. Il vescovo, allora, propose un’ulteriore prova: decise di gettare dalla sommità della rupe un’ampollina di vetro e un uovo.
Il giorno seguente tutti videro, con i propri occhi, che entrambi gli oggetti erano di nuovo sulla roccia, miracolosamente integri.

La chiesa di S. Nicola in Vermicudi

Il segno era chiaro e la chiesa di S. Nicola di Mira fu costruita nel punto indicato, fu elevata a parrocchia nel 1626 e inizialmente la sua intonacatura rossa si distingueva persino dalla Sicilia.

La chiesa, ovviamente, da allora in poi fu chiamata da tutti ‘in Vermicudi’, che in grecanico significa “formiche”, in onore dei laboriosi insetti, e ancora oggi domina la vallata del Valanidi ed è oggetto di culto da parte della popolazione.

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google