Festa dei nonni, gli Angeli custodi della casa… e del welfare familiare

Accompagnarli nella inesorabile dimensione digitale. Lasciarsi guidare con l’esperienza di una vita condotta in pienezza e senza smartphone. I nonni restano custodi di una storia mentre i figli e sopratutto i nipoti diventano depositari della sua evoluzione. Uno scambio che è puro arricchimento, che richiede tempo, che oggi spesso manca, e tutta la pazienza dell’amore.  Uno scambio che è un’occasione irripetibile.

Incarnano le generazioni che si susseguono senza perdersi e sono gli angeli custodi della casa. Per questo nel 2005, il Parlamento, riconoscendo il loro fondamentale ruolo sociale e familiare, ha individuato nella festa cattolica dei Santi Angeli Custodi, che si celebra oggi 2 ottobre, la festa dei Nonni.

Il dono di averli accanto

Esperienza e dolcezza. Saggezza e generosità condensate in esseri amorevoli che non tutti i nipoti hanno il dono di conoscere e di avere accanto. I nonni sono risorse insostituibili e non solo in termini di presenza. Rappresentano un solido riferimento anche per le famiglie calabresi.

Tante coccole ma anche un costante e concreto aiuto per i genitori alle prese con la frenesia quotidiana e con la vita altrettanto impegnata di bambini e adolescenti.  

Così quel prezioso tempo trascorso in famiglia, laddove i nonni accudiscono e si prendono cura dei nipoti, alleggeriscono i bilanci familiari. C’è un risparmio notevole sulle spese per il babysitteraggio e per il doposcuola. Quando l’età lo consente, i nonni si rivelano anche preziosi per il servizio di accompagnamento a lezione di musica, inglese, danza oppure agli allenamenti di calcio e pallavolo.

Insomma una risorsa che supporta moltissimo i genitori, impegnati a lavorare tutto il giorno per far quadrare quei conti che non tornano mai. L’apporto dei nonni, spesso concreto e fattivo a sostegno del welfare familiare, può essere anche materiale per sorreggere i bilanci familiari.

I bilanci familiari si alleggeriscono

«In Calabria in quasi il 50% delle famiglie sono i nonni a salvare il bilancio domestico. Lo fanno con la pensione oppure dedicandosi all’agricoltura, coltivando orti, aiutando le famiglie nella conduzione aziendale o anche titolari di aziende agricole. In Calabria, coloro che hanno più di 75 anni conducono in agricoltura oltre 21.000 (di cui donne circa 8500) aziende su un totale di 95538, secondo l’ultima rilevazione Istat. Ma anche artigianato e commercio. L’esperienza di chi è in pensione viene valorizzata in più settori», rileva la Coldiretti Calabria.

Tradizione e modernità anche a tavola

«La presenza dei nonni – prosegue la Coldiretti – è sempre più importante anche rispetto alla funzione fondamentale di conservare le tradizioni alimentari e guidare i più giovani verso abitudini più salutari nelle scuole e nelle case».

Abitudini alimentari più sane per migliorare la qualità della vita, ispirandosi a chi avendo segnato proprio in Calabria, e in particolare nel reggino, primati di longevità ha dimostrato che si può vivere a lungo, pur avendo attraversato periodi di stenti e avendo scoperto solo dopo un altro stile alimentare. Sul recupero di queste sane abitudine, e alla formalizzazione di un modello a esse ispirato, è incentrato lo studio condotto dal professore Valter Longo. Originario di Molochio, è direttore dell’Istituto di Longevità alla University of Southern California – Davis School of Gerontology di Los Angeles, uno dei centri più importanti per la ricerca sull’invecchiamento e sulle malattie correlate all’avanzamento dell’età. «La longevità record di un tempo va sparendo. Con il progetto avviato a Varapodio nel reggino, noi cerchiamo di riportare la popolazione a uno stile di vita antico ma al contempo ammodernato da studi scientifici». Così ha spiegato il professore Longo.

Qualità della vita degli over 65 anni

A fronte della risorsa che rappresentano, gli anziani non godono in modo adeguato dei servizi ai quali avrebbero diritto. Si spende poco per loro. Secondo un’indagine del Sole 24 ore, tra le ultime cinque città d’Italia per qualità della vita ce ne sono due del Sud, Reggio Calabria e Messina. Trento e Bolzano sono in cima alla classifica. La disponibilità di geriatri e di infermieri non pediatrici, trasporto, assistenza domiciliare, esposizione a inquinamento acustico, la presenza di biblioteche e orti urbani, il numero dei posti letto nelle Rsa e la solitudine, questi gli indici utilizzati per l’indagine. Dunque questi i servizi, anche sanitari, di cui anche la città di Reggio Calabria è carente.

La popolazione anziana in aumento

«Al 1° gennaio 2022 l’indice di vecchiaia – rapporto percentuale tra anziani di 65 anni e più e giovani di età inferiore a 15 anni – è pari a 187,9%, aumentato in vent’anni di oltre 56 punti. Anche nei prossimi decenni si prevede che l’invecchiamento continuerà: si prevede che l’indice raggiungerà quota 293 al 1° gennaio 2042». È quanto sottolinea ancora Coldiretti Calabria.

In questo ultimo decennio l‘Istat ha rilevato la decrescita delle fasce giovanili, come della popolazione calabrese, a fronte di una popolazione anziana che invece prevale e di un’età media che si alza.  La popolazione censita in Calabria al 31 dicembre 2019 ammonta a quasi 1mln 900 mila persone, con una riduzione di quasi 18 mila (-9,4‰) rispetto all’anno precedente.

Sempre secondo i dati Istat, l’età media in Calabria è pari 44,4 anni contro i 45,2 dell’Italia. Tutte le classi di età sotto i 50 anni vedono diminuire la propria incidenza rispetto al censimento del 2011. Crescono, più che nel resto d’Italia, consistenza e peso delle classi più anziane. Sono circa 46 mila i residenti con più di 64 anni (con un +12,3% in Calabria e +11,9% in Italia); i grandi anziani (con 85 anni e più) passano da 50.419 a 66.263 (+31,4%, +29,4% Italia). Il comune più giovane è Platì, nel reggino, con una età media di 36,1 anni. Quello più vecchio è Carpanzano, in provincia di Cosenza, dove l’età media è pari a 58,9 anni.

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