domenica,Maggio 12 2024

Dalla Locride a Milano per vendere prodotti tipici: la storia di Francesco, ambulante di gentilezza

Il commerciante di Grotteria ogni due settimane percorre 1500 chilometri in camion: «Lo faccio da 27 anni. Mi chiedono soprattutto arance e mandarini»

Dalla Locride a Milano per vendere prodotti tipici: la storia di Francesco, ambulante di gentilezza

Ha le patate silane, i ceci di Crotone, le clementine di Caulonia, i cedri di Santa Maria del Cedro, le cipolle di Tropea. E poi olio, vino, limoni, arance e tutto quello che la sua terra di origine produce. Lui è Francesco Alfarano e ogni due settimane arriva da Grotteria, piccolo centro della vallata del Torbido, a Milano, tra i grattacieli di Porta Garibaldi, con un meraviglioso carico di prodotti calabresi profumati e appena raccolti. Un simbolo di un passato che ancora esiste e resiste, nonostante i centri commerciali e l’e-commerce. Una vita di sacrifici, di partenze all’alba, vendite e ritorni, ma anche di grande dignità, cultura del lavoro e spirito di servizio.

«I milanesi mi chiedono soprattutto arance e mandarini – racconta Francesco – mentre i calabresi emigrati prendono di tutto. Io di mio produco olio e salsa di pomodoro». Ha una parola e un saluto per tutti i passanti che ricambiano volentieri e, ancora più volentieri, si fermano a chiacchierare. Appassionato del proprio lavoro così legato alle tradizioni della sua terra d’origine e al mondo contadino, tra i quartieri milanesi di Baggio e Cesano Maderno dove fa base è considerato ormai di casa. «Sono stato sempre accolto bene da tutti – dice – Faccio questo lavoro da 27 anni senza pause nei periodi tra novembre e maggio, per poi in estate dedicarmi alla mia terra. In qualche modo bisogna anche lavorare. Ogni tanto ad aiutarmi c’è anche mio figlio».

Non ha un’insegna, non c’è un orario esposto e nemmeno una pagina social. Ma tutti sanno sempre dove trovarlo. Da lui nulla di comprato ai mercati generali. Quando finisce di vendere le sue cassette di frutta e verdura accende il motore del suo camion, percorre i 1500 chilometri che lo separano dalla Locride, ricarica e torna a fare rotta verso la Lombardia. «Sempre con il sorriso – afferma una delle sue fedelissime clienti sui social – E una gentilezza fuori dal tempo che vorresti incontrare ogni mattina».

Un lavoro antichissimo quello dei venditori itineranti, che forse più di ogni altro rappresenta la vita dei piccoli centri. Un mondo che rievoca ricordi di infanzia e che viene tenuto ai margini dell’agenda politica, perchè visto ancora con gli occhi del pregiudizio e della superficialità. Eppure è un lavoro a tutti gli effetti. Provate a chiedere Francesco cosa sia la precarietà e la flessibilità. Vi saprà rispondere meglio di autorevoli e quotati economisti. 

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