Reggio, l’arcivescovo Morrone: «Disumano mercificare le donne: occorre un impegno educativo forte e condiviso» – VIDEO

«Preghiamo per le donne sfruttate e trattate come oggetti di piacere affinché altri occhi, quelli di Maria, possano vegliare su di loro e guidare l’umanità che vende e compra queste donne a riscoprire la bellezza e l’integrità dell’amore e della vita».

In una benedizione ma anche in un appello, si condensa la preghiera di monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria Bova in occasione della rinnovata veglia collettiva promossa da arcidiocesi, Caritas reggina e l’unità di strada “Delicati segni di Speranza”.

Dopo il porto e la stazione ferroviaria centrale negli anni scorsi, ieri il punto di ritrovo è stato piazza Sant’Agostino a Reggio Calabria. Qui, sempre sotto il manto benedetto dell’Immacolata Concezione, è stato intonato un rosario curato dalle suore Francescane Alcantarine di Archi, con la collaborazione della parrocchia di Sant’Agostino, guidata da padre Gabriele Bentoglio, e del seminario arcivescovile Pio XI che hanno animato il Rosario con canti mariani.

La sfida educative del rispetto della vita e della dignità

«Maria è qui presente come madre e soprattutto come donna con la sua femminilità immacolata. Ogni forma di peccato è fuori dal suo orizzonte e quindi è soprattutto lei a rappresentare una benedizione e una speranza di liberazione per queste donne», ha proseguito l’arcivescovo Fortunato Morrone.
«Le preghiere da sole, certamente, non risolvono il problema ma stimolano la nostra coscienza. Alimentando in noi la consapevolezza, possono guidarci nell’assumere un impegno quotidiano soprattutto educativo di cui, senza nulla togliere al contributo degli uomini, soprattutto le donne, con la sensibilità che discende dall’essere grembo, devono assumere. Soprattutto le donne ma solo loro. C’è chi sfrutta e chi, con le sue fragilità personali, crede di potersi svagare in questo modo, senza comprendere che mercificando le donne e il loro corpo, viola anche la sua vita e la sua dignità di persona.

Questa piaga, dunque, ci tocca tutti e attraversa anche le nostre comunità parrocchiali. Questa preghiera, pertanto, sia appello per un cambiamento», ha proseguito l’arcivescovo Fortunato Morrone.

Un respiro e una speranza

«Il dramma della tratta delle donne, considerate come meri oggetti di piacere, si consuma anche nella nostra città a Reggio Calabria. Dunque l’appello si unisce anche alla benedizione dell’impegno concreto portato avanti dalle donne e dagli uomini che, guidati dalla Caritas, da suor Eva e dalle suore alcantarine in particolare, si spendono per offrire a queste donne ridotte in schiavitù, un respiro essenziale, una speranza preziosa. Queste donne hanno occhi addosso, perciò si rischia anche un pò scegliendo di mettersi al loro fianco. Più che per tirarle fuori, si cerca di proteggerle nel modo in cui ciò è possibile. E certamente facile non è. Le pressioni sono notevoli.

Quindi non posso che benedire questa attenzione alle persone più fragili, in questo caso le donne ridotte in schiavitù, che si trovano in una situazione inaspettata. Arrivate qui da lontano in cerca di una vita migliore, devono poi sdebitarsi e dunque vengono commercializzate. È disumano quello che si compie ed è contro l’amore, l’amicizia, la bellezza del nostro stesso essere persone», ha spiegato ancora l’arcivescovo Fortunato Morrone.

“…E vennero ad abitare in mezzo a noi”

«Il fenomeno ha mutato le sue manifestazioni sociali. Le ragazze sono state tolte dalla strada e sono costrette a prostituirsi negli appartamenti. Non riusciamo più a incontrarle come prima, per questa ragione. Ma non le dimentichiamo. Maria non lascia sole queste sue figlie. Dunque questo momento di preghiera diventa uno dei modi attraverso il quale continuiamo a stare vicino a loro. Restiamo accanto in altro modo e attraverso la preghiera vogliamo affidare queste figlie a Dio, per intercessione di Maria. Abbiamo voluto articolare la nostra preghiera e la nostra riflessione ponendo un accento anche sul tema della migrazione. Da qui il titolo “…E vennero ad abitare in mezzo a noi”. In questo tempo di Avvento per la venuta del Signore, vogliamo pregare per queste sorelle che arrivano con la speranza di trovare qui un futuro. Invece ad attenderle ci sono solo sfruttamento e dolore», ha spiegato suor Eva Furiani, suora alcantarina di Archi e responsabile progetto Delicati Segni di Speranza.

Preghiera itinerante e collettiva

«In questa preghiera itinerante, che quest’anno approda nella piazza di Sant’Agostino, rinnoviamo un momento di sensibilizzazione per riconoscere anche sul nostro territorio l’esistenza della piaga della prostituzione e proporre una riflessione. Purtroppo, anche divenuto invisibile, il fenomeno esiste. Un dramma vissuto da molte donne che offrono il loro corpo, da altri che lo vendono e da altri che lo comprano. Sul rispetto di sé e dell’altro e dell’altra, oltre che sull’educazione affettiva c’è molto da lavorare. Questo è un contributo a questa necessaria opera di sensibilizzazione», ha sottolineato Maria Angela Ambrogio, direttrice Caritas Reggio Calabria.

Maria speranza di liberazione

«Una benedizione, dunque, per chi opera per la liberazione e per dare respiro a queste donne nel segno di Maria che si è, a suo modo, ribellata. Ha rotto certi schemi, ha sfidato certi maschilismi, laddove, come ci rivela in modo particolare il vangelo di Luca, ha saputo ascoltare nella sua coscienza Dio. Ciò non l’ha messa contro Giuseppe, anzi l’ha resa capace di coinvolgerlo profondamente facendo di lui il custode suo e così anche di Gesù. Dunque l’abbraccio di Maria è per tutte le donne. È speranza viva di liberazione», ha concluso l’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone.

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