domenica,Maggio 19 2024

Reggio, storie di solitudine: «Cosa vorrei sotto l’albero? Un pò di salute, una casa e un lavoro per mio figlio»

All'help center La casa di Lena due donne e un padre raccontano la loro difficile quotidianità

Reggio, storie di solitudine: «Cosa vorrei sotto l’albero? Un pò di salute, una casa e un lavoro per mio figlio»

«Un altro Natale da sola. Quest’anno anche senza reddito di cittadinanza. Sta per iniziare un altro anno e ciò che davvero desidero è un pò di salute. La Caritas e la mia parrocchia mi aiutano. Mi arrangio per come posso per mangiare. Anche pasta all’olio ma la mia saluta peggiora e i farmaci costano. Sono diabetica e necessito di insulina, devo assumere farmaci per la pressione e per il colesterolo e ormai anche gli arti non mi sorreggono. Ho sempre i piedi addormentati, formicolio al braccio, artrosi e dolore al tunnel carpale».

Il senso di abbandono

È seduta mentre aspetta di poter portare il suo pasto a casa. Ha 75 anni e tanti acciacchi. Si stanca facilmente. All’help center La casa di Lena di Reggio Calabria è arrivata presto ed è rimasta ad aspettare. In questo frangente, incrociando i suoi grandi occhi azzurri in cui la luce profonda si mescola ad una tristezza infinita che parte da lontano, ascoltiamo il suo racconto. Più della solitudine, pesa il senso di abbandono da parte dei fratelli, con i quali ha condiviso una crescita difficile senza genitori persi davvero troppo presto, e dei nipoti che non vede più, proprio da quando è lei ad avere bisogno.

«Ho sempre lavorato ma in nero. Adesso non ne ho più le forze. Prendevo il reddito di cittadinanza ma adesso nulla più. A gennaio dovrò fare i documenti per quello di inclusione e quindi fino a febbraio dovrò arrangiarmi. Mi restano l’aiuto della Caritas e della mia parrocchia e la carta acquisti per la spesa di 80 euro ricaricata ogni due mesi».

La ricerca di un lavoro

Accanto a lei, con la stessa età, c’è un’altra donna che vuole raccontare le difficoltà che attanagliano la sua vita da sempre. È sposata e suo marito, da quando ha avuto un incidente, non cammina più bene. Lei è arrivata a Casa di Lena con un autobus e si è messa in fila con la speranza (poi esaudita) di poter portare qualche pasto in più a casa. Ad attenderla c’erano il marito e il figlio 29enne, disoccupato e che non percepirà più il reddito di cittadinanza nel 2024. Non riesce a trovare un lavoro che gli dia prospettive.

La donna vive ad Arghillà nord. Quando si è trasferita lì, la casa necessitava di essere sistemata. Ha provveduto il marito ma adesso anche il canone e le utenze sono diventare un ostacolo da superare ogni mese. Vivono con la pensione minima del marito ma la quotidianità è difficile. Anche quest’anno è mancato lo spirito per fare l’albero di Natale.

«Mio figlio vorrebbe fare l’aiuto cuoco. Vorrebbe imparare il mestiere ma è impossibile avere un’opportunità. Li cercano già qualificati. Tra le tante nostre preoccupazioni che ho, l’assenza di un lavoro per lui è quella che più mi assilla. Speriamo che nel nuovo anno possa esserci qualche opportunità concreta. Finora davvero poco, solo sfruttamento e nessuna prospettiva», racconta ancora la donna. Anche lei è segnata da tanti problemi di salute. Circolazione, vene varicose e parodontite mai ben curate. L’aiuto che si riceve spesso serve per pagare il canone per l’alloggio e le bollette. «Dopo 15 giorni al buio, abbiamo rateizzato il debito e ci è stata riattaccata la luce».

Una casa in cui poter crescere le mie figlie

È rimasto fino all’ultimo, anche un padre che a casa di pasti voleva portarne qualcuno in più per le due figlie e magari qualche altro da riscaldare il giorno dopo. Anche la sua speranza è stata esaudita.

«Ho 44 anni e sono in Italia 15 anni, di cui 14 trascorsi a Reggio. Vengo dalla Romania. Faccio il muratore ma al momento sono disoccupato. Purtroppo è difficile lavorare con la giusta retribuzione e l’assicurazione. Vivo in un alloggio che non è adeguato per crescere le mie figlie di 14 e 16 anni. Vorrei un alloggio popolare perchè certamente non posso accollarmi un affitto. Solo un alloggio popolare».

Un padre che anche questo anno a Natale per le sue figlie ha rimediato qualche regalino donato dalla Caritas. Ci sono tante, troppe case dove l’albero di Natale non illumina il focolare. Lì la luce di queste feste stenta ad accendersi. Quotidianità difficili che nel periodo delle feste si acuiscono e nelle quali i momenti come quelli dell’incontro nei punti animati dalla Caritas, come l’help center La Casa di Lena, alleviano quel senso di solitudine, infondendo una speranza e riuscendo, forse, anche ad accendere almeno una luce.

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