venerdì,Maggio 3 2024

Troppe tasse, a Roccella storico negozio di calzature chiude dopo 56 anni

Lo sfogo della titolare sui social: «Le scadenze da pagare non potranno mai essere ricompensate da un guadagno adeguato»

Troppe tasse, a Roccella storico negozio di calzature chiude dopo 56 anni

Ha deciso di abbassare per sempre la saracinesca del suo storico negozio di scarpe, aperto dal lontano 1968 al civico 36 di via Roma a Roccella Jonica. Una scelta non facile quella presa da Teresa Severino, da 56 anni dietro al bancone ad accogliere con gentilezza e garbo d’altri tempi clienti da ogni parte della Locride, e motivata con un lungo post sui social carico di umanità e amore per il suo lavoro. «Il mio è stato il negozio delle persone semplici, quelle come me – racconta – che hanno sempre comprato fidandosi della mia onestà. Ho sempre cercato di curare il mio orticello senza mai pensare di fare del mio lavoro grandi profitti, ma piuttosto ho fatto ricchezza di rapporti umani, quelli con i miei clienti. Ho ascoltato le loro storie e raccontate le mie, abbiamo insieme chiacchierato tanto. Ricordo le grandi risate, tra la misura di una scarpa e l’altra».

Alla base della chiusura la pressione fiscale che sta soffocando il mondo della piccola impresa, unita alle nuove e moderne modalità di vendita. «La decisione di chiudere è scaturita dall’esigenza di adeguarmi ai tempi – spiega Teresa – le generazioni cambiano e le circostanze sopraggiunte mi hanno suggerito che bisognava necessariamente andare in questa direzione. Non ho mai temuto la concorrenza, tra piccoli negozi di paese ci si rispetta, si è solidali perché tutti abbiamo avuto sempre “la nostra fetta”. La concorrenza delle multinazionali e quindi delle vendite on-line, al contrario, non può essere combattuta, non esistono, io penso, strategie che possano tenere testa a questo grande mercato selvaggio e “nemico”».

Sulle vetrine del negozio adesso campeggia il cartello di svendita per chiusura definitva dell’attività. «I miei clienti insieme alla mia meravigliosa famiglia, sono stati la mia vita e mi hanno permesso di realizzare tutti i miei sogni – sostiene – Mio marito mi è sempre stato a fianco, lui che ha fatto del suo lavoro un’arte è riuscito a “dare un tocco di colore” al mio piccolo negozio di scarpe, incoraggiando ogni mia scelta, curando con attenzione gli ordini, perchè abbiamo sempre scelto scarpe ricercando faticosamente il Made in Italy. Ringrazio tutti i miei fornitori con i quali c’è stato un rapporto di amicizia e fiducia, oltre che un rapporto professionale».

Da Teresa anche un appello alle nuove generazioni che desiderano avventurarsi in nuove iniziative imprenditoriali. «A loro dico di non farsi illudere da false promesse, da inutili rassicurazioni. Secondo me aprire oggi un piccolo negozio di paese significa rischiare la povertà perchè i costi, le tasse e tutte le numerose scadenze da pagare, non potranno mai essere ricompensate da un guadagno adeguato».

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