mercoledì,Maggio 8 2024

Ciclista reggino pedala per 24h e consegue il brevetto “Imperatore dell’Etna”

Antonino Fallanca, è un ciclista reggino di 34 anni, padre di 3 figli, che si è affacciato a questo sport da poco più di 1 anno, raggiungendo però grandi risultati

Ciclista reggino pedala per 24h e consegue il brevetto “Imperatore dell’Etna”

Antonino, detto Tony, che nella vita fa l’operaio specializzato, nell’ambiente ciclistico è ormai conosciuto come “il Vickjngo”, appellativo che i suoi amici gli hanno attribuito proprio in ragione della tenacia e della strenua forza di volontà che lo caratterizzano.

Forza di volontà senza la quale non avrebbe potuto certo affrontare una sfida che ha il sapore dell’impresa e che solo in pochissimi sono riusciti, ad oggi, ad superare. “L’imperatore dell’Etna”, infatti, è il brevetto ciclistico che viene rilasciato dall’Ente “Parco Ciclistico dell’Etna” ai pochi stoici che riescono a completare un percorso predeterminato fatto di 7 salite che dalle pendici del famoso Vulcano, conducono in cima, con un mostruoso dislivello totale di 8.880 mt.

Per compiere questa impresa, il Vickingo, dopo aver raggiunto direttamente in bici da Reggio il luogo di partenza (percorso di oltre 200 km andata e ritorno) ha pedalato per 24 ore consecutive, partendo alle 3 del mattino. Una scalata difficilissima, estenuante, sotto un sole cocente che il 13 Agosto colpiva forte la Sicilia Orientale.

Ma non si è trattato solo di vincere il caldo e la fatica, intorno alle ore 23, quando Tony doveva percorrere ancora più di 1800 mt di dislivello, si è verificata una forte eruzione. Tony racconta: “sembrava uno scenario bellico, il cielo buio della notte è diventato di colpo rossastro, in breve tempo l’aria si è saturata di cenere e lapilli, il calore emanato dall’eruzione aveva reso irrespirabile l’atmosfera. Ma non mi sono dato per vinto, volevo completare la sfida a tutti i costi, così incurante dei rischi, ho coperto bocca e naso con degli scaldacollo che fungevano da filtro improvvisato, ed ho continuato a pedalare fino a raggiungere il dislivello previsto dalla sfida. Anche se, devo ammettere, la cosa difficile da sopportare è stata la sete. Non c’erano fontane ed ho pedalato per ore ed ore senza bere un goccio d’acqua. Devastante”

Tony si dice consapevole dei rischi che ha corso, ma, dichiara “non volevo tornare a casa da mia moglie e dai miei figli da sconfitto. Quello che faccio lo faccio per loro, per essere da esempio e dimostrare che nella vita i risultati si raggiungono solo grazie all’impegno, al sacrificio ed alla costanza. Solo 2 anni fa pesavo piùdi 100 kg, ne ho persi 30, migliorando nettamente il mio stile di vita e la mia salute. Tutto questo grazie al ciclismo.”

Nella mentalità comune il ciclismo è fatto di velocità, sprint e di gare in cui devi dare tutto in pochissime ore.
Ma non è solo questo, esistono anche altre discipline come l’endurance, in cui seppur ad un passo più lento, l’obiettivo è sulla lunghezza del percorso, dislivello, resistenza nella durata. Il fatto che la disciplina dell’endurance preveda meno velocità del ciclismo su strada, non significa che sia meno valida.

Tony, persona estremamente semplice ed umile, desidera ringraziare tutti quanti hanno contribuito al suo percorso in questi mesi: “ringrazio tutti gli amici ciclisti per i tanti consigli e suggerimenti e soprattutto per le tante uscite insieme. In particolare desidero ringraziare Pietro Gangemi che mi ha indirizzato a questa sfida e mi insegna tanto ogni giorno, Gaetano Sarnè che è stato il mio Maestro. Un grazie a Ylenia Tripodi con la quale abbiamo condiviso questa sfida che anche lei ha superato brillantemente meritandosi i complimenti da parte di tutti.

Ringrazio anche la mia ex squadra Aspromonte Bike e tutti gli amici ciclisti che mi hanno telefonato durante la sfida per vedere come stavo (Gaetano Pedi, Giovanni Vilasi, Domenico Macheda, Filippo D Ascola, Giuseppe Iaria, Carmelo Cagnolo, Giuseppe Romeo, Marcello Cara, Antonino Canale, Gianluca Valentino, Giuseppe Mandaglio e mio zio Nino Fallanca.) Ma il grazie piú grande va soprattutto alla mia Famiglia.”

Tony, a distanza di 2 mesi dalla sfida, si dice ancora provato: “recuperare fisicamente dopo un impegno così è molto difficile, lo ammetto. Solo ora ne sto venendo fuori, anche grazie all’alimentazione, all’integrazione ed agli allenamenti di recupero, anche indoor come lo spinning. Auspico di ritornare presto in forma perché per la prossima stagione, che affronterò con la maglia della SalinBici, ho in programma nuove sfide estremamente impegnative. Anche se per me quello che conta più di tutto nel ciclismo è superare me stesso ed i miei limiti, conoscere nuovi posti e nuove persone, stare bene con me stesso e con gli altri.”

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