venerdì,Aprile 26 2024

Emergenza erosione costiera a Villa San Giovanni, i cittadini: «Abbiamo le case in acqua»

Sono partite le prime richieste di risarcimento danni ma dei fondi destinati al rinascimento della costa c'è traccia. Dopo anni ancora tutto bloccato

Emergenza erosione costiera a Villa San Giovanni, i cittadini: «Abbiamo le case in acqua»

«Siamo qui dal 2016 quando c’è stata la prima straordinaria mareggiata che ha distrutto tutto a monte. A Cannitello le distruzioni stanno per avvenire ma noi che abitiamo a Porticello le abbiamo già subite e non è l’erosione costiera ad aver distrutto il litorale di Villa San Giovanni ma interventi umani sbagliati». Questo è l’ennesimo grido d’aiuto carico di rabbia dei cittadini del borgo marinaro del comune di Villa San Giovanni che da anni vedono sgretolarsi le proprie abitazioni sotto la potenza del mare.

L’erosione costiera a Villa San Giovanni è un fenomeno tristemente noto ma mentre la politica latita e la burocrazia rallenta gli interventi urgenti, i cittadini che da anni vivono sulla loro pelle la paura di veder crollare le proprie abitazioni sotto le mareggiate adesso chiedono il risarcimento dei danni causati da interventi che, invece di proteggere la costa, hanno contribuito a devastarla. «Il mare ha inghiottito mezza proprietà – lamenta uno dei cittadini – e quindi noi siamo proprio in acqua rispetto a Cannitello che ancora sta per avere questi danni. Ed è un problema di intervento umano quindi, l’erosione non c’entra niente».

«Noi siamo con le case nell’acqua – spiega chi ha già avanzato richiesta di risarcimento danni – e siamo con le abitazioni a pericolo crollo. Intanto aspettiamo una volta 400.000 € e una volta 1.800.000 € per gli interventi di rinascimento ma il Comune di Villa San Giovanni sino al momento non ho avuto nemmeno un euro». E anche gli esperti evidenziano come i fondi stanziati e ancora bloccati non siano sufficienti e a servire è uno studio più approfondito fatto da profondi conoscitori dello Stretto. «Siamo su un territorio estremamente fragile – spiega il responsabile del WWf reggino Pietro Idone – perché lo Stretto di Messina di per sé è una sua morfologia in continuo mutamento. Una realtà geologicamente fragilissima e ogni intervento è sempre una risposta che può essere anche conseguenza di disastri come sta avvenendo in questi casi. Ocorrono studiosi che hanno veramente grandi conoscenze perché non va posto un ostacolo al mare come è stato fatto fino ad ora collocando massi a protezione di singole porzioni di costa, ma se non poniamo l’ostacolo all’erosione dal punto di vista interno nessun intervento sarà utile».

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