sabato,Aprile 27 2024

BORGHI E LUOGHI DEL CUORE | L’oasi naturale del Pantano di Saline Joniche, un sorprendente scrigno di biodiversità  – FOTO

Sito di interesse comunitario, zona speciale di conservazione e centro di importanti rotte migratorie di avifauna. Dal 2021 è possibile praticare attività di birdwatching grazie all’osservatorio Ornitologico del WWF di Reggio Calabria

BORGHI E LUOGHI DEL CUORE | L’oasi naturale del Pantano di Saline Joniche, un sorprendente scrigno di biodiversità  – FOTO

Foto di Calabrò, Siclari, Familari e Zangari – «Il pantano di Saline Joniche è ricco di biodiversità in tutti i periodi dell’anno. Non solo uccelli ma anche mammiferi terrestri, rettili e insetti impollinatori. Ogni istante di osservazione può generare stupore e ogni volta è una sorpresa». In queste parole è racchiuso l‘entusiasmo contagioso di Gabriella Familari, responsabile delle guide dell’osservatorio Ornitologico WWF di Reggio Calabria. Allestito nel 2021 consente di espletare attività di birdwatching nell’oasi naturale del Pantano di Saline Joniche, nel territorio comunale di Montebello Jonico, nel reggino.

Una storia antica e una natura straordinaria

Sito di interesse comunitario e zona speciale di conservazione, luogo del cuore Fai, il pantano di Saline Joniche trabocca di bellezza naturale ed è anche molto antico. L’oasi naturale è, infatti, l’ultima testimonianza dell’area che sino al Settecento ospitava le saline di Reggio. Da qui in nome della frazione Saline Joniche. Si estraeva in sale e intorno si raccoglievano gelsomini. Poi l’antropizzazione e il tentativo di industrializzazione con la costruzione della Liquichimica mai entrata a regime hanno ristretto l’estensione dell’area palustre. Oltre un decennio fa anche la minaccia della costruzione di una centrale a carbone “di ultima generazione” di portata superiore a 1300 Mw. Oggi sono rimasti due preziosi laghetti a ridosso dello Stretto tra Reggio e Messina, al centro di rotte migratorie di tante specie di avifauna.

«L’area palustre nella quale sorge il pantano, unica zona umida permanente della Calabria meridionale, un tempo si estendeva dalla rocca di Capo d’Armi fino alla fiumara di Melito. La sua conformazione geologica – spiega la guida Gabriella Familari – ne rivela una straordinaria antichità. Era molto estesa. Poi le bonifiche, l’estensione dell’abitato, l’avvento del pacchetto Colombo con la costruzione della liquichimica e quella sua ciminiera tra le più alte d’Europa, ne hanno progressivamente ristretto l’estensione.

Oggi il pantano è di fatto ingabbiato. Si trova ristretto tra l’abitato di Saline, i binari della ferrovie, la statale 106 e la Liquichimica. Purtroppo la presenza del sito industriale inquina. Le piogge veicolano fino al terreno ruggine e metalli vari. Nonostante ciò l’area resta, che comunque misura circa 30 ettari di estensione, uno specchio davvero ampio, unico per bellezza e biodiversità».  

Là dove l’acqua sorgiva si mescola a quella salata

«L’acqua salmastra del pantano  – spiega ancora la guida Gabriella Familari – è il frutto della mescolanza dell’acqua sorgiva che scende a valle e di quella salata del mare che filtra. Alla vita il pantano di mostra formato da due laghetti, anche se tra loro c’è un filtraggio. Il laghetto lato Melito è quello più ricco di acqua in ogni periodo dell’anno. Quello lato Reggio invece va incontro a periodi di abbassamento del suo livello e di prosciugamento.

Per via della sua posizione, quel laghetto riceve più acqua salata che sorgiva. Il rischio sarebbe anche quello di un’acqua troppo salina. Ma la natura si difende. Sono infatti le piogge di questo periodo dell’anno a riequilibrare la situazione e a salvaguardare la sopravvivenza del laghetto. Anche esso, così, resta l’habitat ideale per tante specie di uccelli. Nei periodi dell’abbassamento del livello dell’acqua, la sua consistenza fangosa è ideale per la specie dei Limicoli. Le piogge, tuttavia, risentono dei cambiamenti climatici».

Un caleidoscopio di specie

«Riconosciuto zona speciale di conservazione, dove sono vietati sono la caccia e il persino il calpestio al livello del pantano – il nostro osservatorio è infatti sopraelevato rispetto ad esso –  per preservare la nidificazione di tante specie, il pantano di Saline Joniche negli anni scorsi è stato minacciato dagli incendi. Solo per fare un esempio, i fenicotteri, che in questa area sono molto presenti che erranti e migratori, sono tornati l’autunno scorso dopo circa un anno di assenza. Il 2023 – prosegue la guida Gabriella Familari – è stato un anno molto prolifero per la riproduzioni di molte specie, tra cui anche la loro.

In questi ultimi mesi abbiamo avuto anche picchi di trenta esemplari nel pantano. Il fuoco li aveva allontanati per la minaccia che rappresenta per le loro uova e per la vegetazione del sito che garantisce loro riparo e cibo. Qui i fenicotteri si nutrono di Artemia Salina che conferisce la loro il colore rosa, visto che nascono grigi e si colorano verso i due anni di vita».

Il volto della biodiversità è quello di alcune specie che nel pantano di Saline Joniche hanno riconosciuto un luogo eletto per riposarsi, per nidificare o per stabilirsi.

L’avifauna e i mammiferi terrestri

Non solo fenicotteri, che prediligono comunque l’area mediterranea. Nel 2021 uno studio di Sergio Tralongo e Giuseppe Martino ha documentato nel pantano di Saline Joniche l’esistenza di 177 specie diverse, molte delle quali protette. Premesso che ogni osservazione può rivelarsi una sorpresa per l’arrivo di una specie prima mai osservata oppure ritrovata, in questa stagione dello svernamento, in cui quindi non si nidifica, è possibile osservare il Germano reale, stanziale nell’area come la Folaga, il Cavaliere d’Italia, migratore regolare e nidificante, E pure l’Alzavola, il Moriglione, il Tuffetto, la Pantana, la Pittima minore, il Piovanello Pancianera, la Pavoncella, il Beccaccino, il Corriere Minore, la Pettegola, lo Svasso piccolo e il Gambecchio e anche l’Airone Cenerino, l’Airone Guardabuoi.

La bellezza della scoperta e il fascino dell’osservazione non si ferma al pantano ma si estende anche al terreno circostante abitato da mammiferi terrestri stanziali. Ci sono la Volpe, il Tasso, la Donnola, la Faina.  Tornando in acqua, in questo periodo di svernamento potrebbe tornare a trovarci anche l‘Avocetta. Negli anni sono stati osservati, e tornano con una certa frequenza, anche il Martin pescatore, il Gruccione, il Fratino, purtroppo in via di estinzione, la volpoca e ancora uccelli dai colori molto particolari come il Mignattaio, l’Ibis sacro e l’Ibis eremita, questi ultimi tre appartenenti alla specie dell’Ibis. Sollevando lo sguardo il cielo sopra il pantano potrebbe tornare a sorprendere il passaggio del Falco di palude, del Ghebbio, della Poiana.

Il pantano di Saline ha un presente molto vivace ma ha anche un passato altrettanto illustre. Maestosi sono stati i passaggi di «Aironi bianchi maggiori, Aironi rossi, Spatole, Cicogne, Cicogne nere, Oche canadesi, cigni reali», prosegue Gabriella Familari.  

L’osservatorio del WWF

Il geo-sito unico in Calabria Meridionale dal 2021, grazie al progetto promosso dal WWF Italia e dell’organizzazione aggregata del WWF della provincia di Reggio Calabria, con il contributo della Regione Calabria e della Rete Ferroviaria Italia (Gruppo FS), è dotato di un osservatorio birdwatching sull’Oasi faunistica del Pantano di Saline.

Rete Ferroviaria Italiana ha concesso in comodato gratuito per 5 anni al WWF Italia un’area di circa 1.400 mq di sua proprietà nell’ambito della stazione di Saline Joniche. Con un investimento complessivo di circa 80mila euro, ha realizzato tutte le opere di separazione dall’infrastruttura ferroviaria per renderne sicura la fruizione. Da lì, oggi, si osserva, preservandone l’habitat, il pantano di Saline Joniche, appena scesi dal treno.

«L’Osservatorio attende famiglie e appassionati, oltre che scuole, che vogliano condividere con noi un’esperienza immersi in un luogo speciale come il pantano di Saline Joniche. Un’oasi naturale che c’è il bisogno di scoprire o riscoprire, conoscere, condividere e salvaguardare. Uno spazio di educazione e sensibilizzazione per studenti e turisti.

Con le nostre guide, siamo sempre lieti di accogliere quanti, attraverso la pratica dell’osservazione da un punto sopraelevato rispetto al pantano, potranno godere della bellezza della natura rispettandone a pieno i ritmi e l’habitat». Così conclude Beatrice Barillaro, consigliera dell’organizzazione aggregata WWF della provincia di Reggio Calabria presieduta da Ida Evoli.

Articoli correlati

top