mercoledì,Maggio 8 2024

Brogli elettorali a Reggio Calabria, Klaus Davi: «Farò ricorso al Tar»

Il massmediologo e già candidato a sindaco, ospite di "A tu per tu", annuncia azioni a tutela della regolarità delle elezioni: «Se non si torna a votare, istituzioni non più credibili»

Brogli elettorali a Reggio Calabria, Klaus Davi: «Farò ricorso al Tar»

«Per me la notizia non c’è» afferma riguardo all’inchiesta che ha riguardato il caso Castorina ed ai voti di persone morte registrati come votanti alle elezioni comunali di Reggio Calabria a settembre 2020. È disarmante con le sue dichiarazioni Klaus Davi che ieri pomeriggio è stato l’ospite del format “A tu per tu” del Ilreggino.it, condotto dal direttore Consolato Minniti e dal giornalista Riccardo Tripepi.

D’altro canto il giornalista e massmediologo, già candidato a sindaco della città dello Stretto aveva denunciato situazioni poco chiare, a partire dalle lungaggini che hanno caratterizzato l’ufficializzazione del computo delle schede. Ad oggi i numeri definiti non ci sono. Ed è un botta e risposta con i tanti lettori che hanno contribuito ad animare il dibattito su un tema che tocca da vicino tutta la città di Reggio Calabria, ed i suoi abitanti, protagonisti, loro malgrado, ancora una volta, delle cronache nazionali.

E c’è anche chi, sulla scia della candidatura a Reggio Calabria, vorrebbe un Davi convolto e partecipe alle imminenti elezioni regionali. «Volentieri, ma prima c’è Reggio». Sì, prima c’è la città dello Stretto perché l’inchiesta scandalo sulle elezioni comunali a questo punto apre altri spiragli. «Stiamo valutando con gli avvocati di Cosenza se presentare il ricorso al Tar». Un ricorso al Tar che sicuramente verrà fatto, stando così le cose. L’inchiesta, come hanno sottolineato i magistrati, non è chiusa ma si prosegue. Davi si è anche complimentato coi due poliziotti che, ad Archi, notando movimenti sospetti hanno dato via all’indagine sui brogli elettorali.

Tornando sulle responsabilità e sul polverone che ha investito il consigliere comunale capogruppo del Pd a Reggio Calabria, Davi afferma: «La colpa non è solo di Antonio Castorina, ma di uno Stato un po’ superficiale e pasticcione che non ha saputo minimamente tutelare la sacralità di un momento chiave della democrazia quali sono le elezioni di un comune importante come Reggio. Una approssimazione disarmante se si pensa che le istituzioni continuano, a ragione, a ricordarci che la nostra è una terra difficile. Potrei fare – prosegue Davi – un lungo elenco di nomi di autorità che hanno sciorinato tutto il loro moralismo verbale nelle varie sedi antimafia in merito al dover essere ‘vigili’ e non ‘complici’ in queste lande, ma lasciamo perdere.

Fossi il Ministro degli Interni (che qui non viene mai) sarei il primo a dire ‘torniamo al voto, la fiducia nelle istituzioni è minata”. Le istituzioni lo dovrebbero fare proprio in nome della peculiarità di queste terre; esposte agli appetiti di ‘ndrine e malaffare diffuso, appetiti che non sono stati contenuti né prevenuti, come si è visto. La facilità disarmante con cui alcuni soggetti sono a riusciti a infiltrarsi nel delicato meccanismo elettorale lascia di stucco. Tutti possiamo sbagliare, ma lo Stato non può voltarsi dall’altra parte».

Va giù duro poi il giornalista: «Su queste elezioni “porcata”  non andava messo il sigillo dello Stato (l’abbiamo detto e ripetuto ma qualcuno ci ha dato pubblicamente degli incompetenti). Bisogna dire grazie alla Procura della Repubblica per la rapidità e la precisione con cui ha agito, ma ora a mio avviso il Ministro dovrebbe battere un colpo ed rimediare al pastrocchio. Sarebbe grave che le istituzioni locali e nazionali facessero finta di nulla, dopo quanto successo.

A che titolo potrebbero parlare di lotta alla ‘ndrangheta nelle prossime conferenze o interviste o spesso inutili liturgie antimafia? Con quale coraggio e autorevolezza potrebbero fare appelli al popolo esortandolo combattere l”omertà’ o a denunciare? Molto più aberrante, perniciosa e corrosiva sarebbe l’omertà delle istituzioni, di quella alimentata dalla Weltanschauung ‘ndranghentistica. Si agisca, e lo si faccia presto, nell’interesse dei cittadini».

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