Giovani, alcol e violenza. L’esperto: «Sintomi di disagi e fragilità con rischio emulazione»

La pandemia ha già lasciato e lascerà segni importanti soprattutto sui giovani che disarmati di fronte a un cambiamento così radicale stanno mostrando tutte le loro fragilità. Dati che emergono da continue dimostrazioni di violenza inaudita consumata proprio tra i minori che vittime di una noia che non riescono a gestire, di un isolamento innaturale, sfogano in modo brutale angosce e frustrazioni. A questi episodi è spesso legato l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti sempre più in uso tra i giovanissimi. Ragazzi ubriachi, violenti e incoscienti della brutalità che mettono in atto.

Di questo enorme disagio abbiamo parlato con il garante metropolitano dell’infanzia e dell’adolescenza Emanuele Mattia e con uno dei massimi esperti nazionali del settore il dottor Stefano Callipo presidente nazionale dell’Osservatorio Violenza e Suicidio, Psicoterapeuta, Psicologo Clinico e Giuridico, Responsabile della Linea di Assistenza Prevenzione Rischio Suicidario di Sanimpresa, Docente dell’Accademia di Psicoterapia SAPP. Il dottor Callipo è anche noto il suo impegno in difesa delle fasce deboli, segnatamente donna e minori e nel campo della prevenzione del rischio suicidario.

Giovani sempre più soli

A pagare il conto più alto di questa pandemia saranno i giovani. Di questo ne è convinto il garante Mattia che ha confermato come il suo ufficio, dopo l’ultimo episodio registrato a Bagnara, si sia attivato per creare percorsi a loro dedicati, avviando anche un tavolo tecnico con l’università Dante Alighieri. «Servono spazi di aggregazione dove i ragazzi possano un passo alla volta tornare alla normalità. Servono strutture specialistiche a cui fare riferimento in caso di bisogno e proprio per questo mi farò portavoce con l’Asp di questa necessità».

Il ruolo centrale della famiglia

Uno sforzo maggiore in questo periodo è richiesto alle famiglie che «devono imparare ad ascoltare di più i propri figli senza sostituirsi a loro e aiutarli in tutto. I ragazzi devo essere lasciati liberi di sbagliare – ha spiegato il dottor Callipo – devono imparare dall’errore. I genitori hanno un ruolo fondamentale ma anche la scuola e gli insegnati. Bisogna svolgere un’azione preventiva all’interno della famiglia e delle scuole. I ragazzi usano i social in modo talmente rapido che la velocità con cui circolano messaggi negativi è clamorosa. Si organizzano via chat con l’intento di raggrupparsi e fare delle risse. Il rischi di fronte a questa velocità è l’emulazione».

Conseguenze estreme

Callipo ha fatto emergere uno spaccato disarmante circa un atteggiamento dei giovani che, approcciandosi fin da adolescenti ad alcool e stupefacenti, rischia di degenerare sfociando in patologie e, ancor peggio in disagi che portano anche al suicidio. «In Italia, durante la pandemia abbiamo avuto il 28% di vendite in più di psicofarmaci e abbiamo assistito a un aumento del 30% dei ricoveri presso strutture sanitarie di giovani ragazzi è evidente che questo malessere che noi vediamo è solo la punta dell’icerbag e, quindi, servono delle misure importanti e incisive. Questo deve essere un campanello d’allarme che non va sottovalutato perchè questi malesseri possono portare a gesti estremi. In Italia si verificano all’anno oltre 4mila suicidi e di questo fenomeno si parla ancora troppo poco – conferma Callipo – e tra questi oltre 500 sono under 24 Significa che ogni giorno si suicida un ragazzo sotto i 24 anni e questi dati ci devono far paura».

Una condizione disarmante che deve tornare al centro dell’attenzione, deve tornare ad essere discussa nelle scuole perchè i giovani vanno sensibilizzati sulle conseguenze che ogni scelta avventata avrà sul loro futuro. Serve fare un passo avanti e andare incontro a una generazione che affoga nell’alcool paure e incomprensioni e si rifugia dietro la violenza per non mostrare l’enorme fragilità.

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