Incendio Lazzaro, l’Ancadic all’Amministrazione: «Denunciate pure, almeno così si saprà la verità!»

L’Ancadic, risponde per le rime all’Amministrazione comunale di Motta San Giovanni, in merito all’incendio dello scorso 5 giugno che ha interessato l’area ove è interrato l’impianto residenziale con pavimentazione a mosaico. «Alla risposta sconclusionata, offensiva per i cittadini di Lazzaro in una nota pubblica da parte dell’Amministrazione comunale di Motta San Giovanni – afferma il referente unico Vincenzo Crea – in cui si dicono cose inesatte, non documentate e non vere, affermiamo che è vero che l’incendio si è registrato in un fondo non ancora espropriato, ma che è sottoposto a vincolo da parte della Soprintendenza, tanto che il proprietario non ha possibilità di intervenire.

Al riguardo l’Ancadic, con nota del 30 settembre 2013 diretta tra gli altri destinatari al ministro dei Beni Culturali e al sindaco del Comune di Motta San Giovanni, faceva presente che “dopo tanti anni sembrerebbe che ancora non si sia provveduto alla formalizzazione dell’atto di esproprio su cui insistono i reperti culturali in Lazzaro, ci si è limitati all’imposizione sulle stesse del vincolo archeologico. Ciò comporterà conseguenti danni per i proprietari dei siti”.

La Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e provincia di Vibo Valentia – continua Crea – con nota prot. 4089 dell’11 giugno 2019, ci ha comunicato tra l’altro che “l’area in località Lazzaro sulla quale insistono ambienti pavimentati a mosaico e cocciopesto riferibili al settore residenziale di una villa signorile con continuità d’uso tra il II e il IV secolo d.C è stata oggetto di indagini archeologiche negli anni 1995-1997. A conclusone delle ricerche. La Soprintendenza ha deciso di rinterrare quanto rinvenuto dopo un’accurata documentazione grafica e fotografica.

In merito alla richiesta della S.V. questo ufficio attualmente non dispone di adeguate risorse finanziarie che permettano la riscoperta dell’ambiente musivo garantendone la conservazione e la manutenzione che si renderebbe inevitabilmente necessaria a seguito di una riapertura. Infine, in riferimento alla programmazione degli interventi relativi al 2015, nessun finanziamento è stato erogato per le aree archeologiche di Motta San Giovanni”».

Crea precisa quindi, che «lungi da questa associazione creare allarmismi e denigrazione del nostro paese, la nostra azione è spinta da un amore profondo del paese e dei cittadini e a difesa del territorio nonché a sollecitare le risoluzioni degli innumerevoli e gravi problemi che attanagliano la nostra popolazione, per far sì che il nostro paese ritorni ad essere il fiore all’occhiello della fascia costiera com’è stato un tempo. Dietro le nostre numerose segnalazioni era il Comune che con interventi diretti o ordinanze nei confronti del proprietario del terreno o altri doveva intervenire per far tenere pulita l’area ove insisteva vegetazione spontanea e arbustiva.

Nel tentativo di difesa con la risposta pubblica il Comune oltre a fare emergere le responsabilità dell’Ente comunale evidenzia la pochezza degli argomenti e la faziosità nei confronti di chi si occupa a sollecitare la risoluzione dei problemi senza alcun interesse elettorale o di parte. Invitiamo il responsabile comunale firmatario della nota stampa a denunziare lo scrivente nelle sedi che ritiene più opportune in modo che i cittadini possano constatare da quale parte sta la verità».

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