mercoledì,Maggio 8 2024

Traffico di droga, concessa la semi libertà a Giovanni Barchetta

Il 40enne di Archi era stato coinvolto nell'operazione "Black&White". Accolte dal tribunale di sorveglianza le istanze del suo legale

Traffico di droga, concessa la semi libertà a Giovanni Barchetta

Il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria in accoglimento delle argomentazioni difensive illustrate dall’avvocato Maria Rossana Ursino ha concesso la semilibertà a Giovanni Barchetta, cl.81. Il giovane del quartiere Archi di Reggio Calabria era già rimasto coinvolto nell’operazione “Black & White” per aver fatto parte di una associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e gravato anche in passato della sorveglianza speciale poi revocata su istanza sempre del suo legale.

Ai fini della concessione delle misure alternative il Barchetta per il tramite del proprio difensore documentava al tribunale la possibilità di essere assunto presso un esercizio commerciale cittadino di cui è titolare la sorella. Dalle informative della questura emergeva la pendenza di due procedimenti penali presso il tribunale di Reggio Calabria nonché veniva messa in rilievo la figura del Barchetta in seno al procedimento Black & White ove lo stesso veniva condannato alla pena di anni 9 e mesi 4 di reclusione e tratto in arresto dopo un periodo di irreperibilità. Si faceva riferimento anche all’arresto sempre del Barchetta per evasione nel settembre scorso mentre era sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in un comune lontano dalla città di Reggio Calabria.

Nonostante l’episodio di evasione degli arresti domiciliari protrattasi dal mese di luglio a settembre 2020, il tribunale di sorveglianza ha ritenuto di aderire all’orientamento giurisprudenziale della Suprema Corte di Cassazione richiamato dall’avvocato Ursino in sede di discussione di contestualizzare opportunamente tale condotta nella particolare condizione di vita del Barchetta che rendeva all’epoca difficoltoso il soddisfacimento delle proprie indispensabili esigenze di vita non operando altresì un giudizio di automatismo rispetto alla commissione del delitto di evasione per il riconoscimento della misura alternativa. Dopo l’ingresso al carcere di Arghillà, iniziava l’attività osservativa del Barchetta con l’elaborazione di una prima ipotesi trattamentale, incentrata sull’ammissione alla misura della semilibertà.

Il Tribunale di Sorveglianza dato atto dell’entità residua della pena, delle risorse personali del soggetto, del buon percorso intramurario che anche in passato lo ha visto fruire con regolarità di permessi premio e di misure alternative alla detenzione, delle opportunità di reinserimento socio-familiare di cui dispone (attività lavorativa)  ritiene che sussistono le condizioni per concedere la semilibertà che può consentire al reo, pur rimanendo in un contesto monitorato e controllato, ulteriori momenti di contatto con la società libera e con gli interessi affettivi e familiari che lo supportano.

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