Reggio, “La cosa pubblica” su crisi dell’università Alighieri: «Gli enti facciano il loro dovere»

«Stupiscono le affermazioni in Consiglio Comunale del consigliere Carmelo Versace e del sindaco
facente funzioni Paolo Brunetti, in merito alla crisi economica dell’Università per Stranieri». È quanto si legge in una nuova nota sull’argomento del coordinatore dell’associazione La Cosa Pubblica, Stefano Morabito.

«Il primo, infatti, nel ribadire l’auspicio di pervenire ad una sinergia con l’Università Mediterranea
(proposta su cui abbiamo già espresso pubblicamente il nostro apprezzamento), si lascia andare ad
una serie di affermazioni palesemente mistificatorie della realtà. Sostiene infatti Versace che gli
Enti “non nascono per supportare economicamente enti privati” che “evidentemente non sanno
gestire le proprie competenze”. Versace però, oltre che consigliere comunale di Reggio, è sindaco
facente funzioni della Città metropolitana
, il che raddoppia la portata mistificatoria delle sue
dichiarazioni».

Un’università statale non un’azienda privata

«Secondo Versace dunque, l’Università per Stranieri sarebbe solo un’azienda privata che, mal
gestita, chiederebbe ora aiuto economico agli Enti locali, quando si tratta invece di un’Università
non statale nata dalla volontà di Comune e Provincia
di sostenerla e promuoverla, attraverso un
Consorzio promotore cui partecipa il Comune di Reggio e che è presieduto non da un privato, ma
niente di meno che dalla Città Metropolitana di cui è sindaco lo stesso Versace», prosegue il coordinatore dell’associazione La Cosa Pubblica, Stefano Morabito.

«Quanto alla “gestione fallimentare”, poi, ricorderemo noi quello che Versace ha omesso di fronte a
un consiglio comunale peraltro incapace di ribattere sul punto: Comune e Città Metropolitana sono
parte della gestione dell’Università
e hanno i loro rappresentanti, con diritto di voto, nel Consiglio
di Amministrazione della stessa. Se dunque c’è stata una gestione fallimentare, di questo fallimento
Comune e Città Metropolitana sono corresponsabili».

Le responsabilità di gestione degli Enti

«A tali affermazioni ha fatto eco Brunetti, sindaco f.f. e “consigliere avente diritto al voto” del CdA
della Dante, che parla di “un sistema un po’ contorto … ingarbugliato, di gestione dell’Università”,
sistema di cui il Comune e la Città Metropolitana sono protagonisti. Che rilievi hanno mosso negli
anni? Cosa hanno fatto per correggere la farraginosità del sistema oggi lamentata?
C’è l’impressione che queste affermazioni, particolarmente sfortunate vista la delicata fase, e
ingiuste verso la cittadinanza che ha diritto a un’informazione veritiera e trasparente da parte dei
suoi rappresentanti, siano un maldestro diversivo per nascondere le precise responsabilità degli
Enti: insinuare che ci sia stata mala gestione per non affrontare il tema dei mancati contributi
annuali da parte del Comune e della Città Metropolitana», prosegue ancora il coordinatore dell’associazione La Cosa Pubblica, Stefano Morabito.

«Una scelta, quella di non ottemperare ai propri obblighi nei confronti della Dante Alighieri, che, peraltro, mostra curiose coincidenze che richiederanno, da parte di Brunetti e Versace una spiegazione politica. Dall’arrivo di Falcomatà a Palazzo San Giorgio nel 2014, infatti, il Comune non ha mai versato un solo centesimo nelle casse della Dante Alighieri. Non così la Provincia, che ha continuato ad assolvere ai suoi obblighi fino alla gestione Raffa, salvo poi adottare la medesima linea di Palazzo San Giorgio con la
trasformazione in Città Metropolitana e l’arrivo di Falcomatà. Misteri».

Il mancato versamento dei contributi

«In che misura le difficoltà economiche della Dante Alighieri dipendono dal mancato versamento,
per anni, dei contributi da parte degli Enti territoriali
? Quale porzione del “buco” finanziario porta il
nome degli Enti inadempienti? Quali sarebbero gli esempi di cattiva gestione cui Versace e Brunetti
alludono in consiglio comunale ma che i loro rappresentanti nella loro funzione di membri del
Consiglio di Amministrazione dell’Università non hanno mai rilevato né indicato? È interesse della
comunità tutta saperlo», prosegue ancora il coordinatore dell’associazione La Cosa Pubblica, Stefano Morabito.

«Facciano il loro dovere gli Enti, senza nascondersi dietro allusioni dannose per l’Università e il
territorio, e autolesionistiche per chi le formula. Indichino quali sono gli elementi da correggere: è
interesse dell’Università, del territorio e degli Enti che queste correzioni vengano presto realizzate
con l’obiettivo non solo di “salvare” l’esperienza culturale dell’Università per Stranieri “Dante
Alighieri”, ma di svilupparne tutte le sue potenzialità a beneficio del sistema universitario pubblico
calabrese e della comunità cittadina e provinciale».

«Si tratta di un’esperienza e di potenzialità che non possono trovare spazio in anguste mentalità
aziendaliste, ma necessitano del terreno fertile di una solida e inedita (almeno rispetto all’ultimo
decennio) visione di sviluppo
del nostro territorio e della nostra regione», conclude il coordinatore dell’associazione La Cosa Pubblica, Stefano Morabito.

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