sabato,Aprile 27 2024

Sentenza processo Lucano, le reazioni

L'ex sindaco di Riace era il principale imputato del processo “Xenia"

Sentenza processo Lucano, le reazioni

Dopo la sentenza che ha visto la condanna dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, principale imputato del processo “Xenia”, arrivano le reazioni. Il sindaco è stato condannato a un anno e sei mesi solo per il reato di abuso d’ufficio.

Oliverio: «La giustizia è arrivata, Lucano è una persona onesta»

«La giustizia è arrivata. Non abbiamo mai avuto dubbi: Mimmo Lucano è una persona onesta, un uomo che ha dedicato il fiore della sua gioventù all’accoglienza degli ultimi. La giustizia ha fatto piazza pulita da trame, veleni e strumentalizzazioni alimentate per meschini interessi politici. Viva la Giustizia. Il modello Riace è un valore alto ed insopprimibile, un valore della Civiltà europea, una risposta intelligente, umana e razionale all’immigrazione. Un grande abbraccio a Mimmo». Lo afferma in una nota l’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.

Prc: «Gioia e sollievo per sentenza appello su Lucano»

«Salutiamo con gioia e sollievo la sentenza che ha cancellato l’impianto accusatorio che aveva portato all’abnorme condanna del nostro fratello e compagno Mimmo Lucano». Lo affermano in una nota Maurizio Acerbo, segretario nazionale, e Stefano Galieni, responsabile immigrazione del Partito della Rifondazione comunista, coordinamento di Unione Popolare. «In appello – proseguono – rimane solo una condanna a un anno e sei mesi con sospensione condizionale sulla quale gli avvocati di Mimmo attendono motivazioni. Abbiamo sempre ripetuto che Mimmo non era un delinquente ma un compagno generoso che ha dedicato tutto se stesso alla rinascita della sua terra e alla solidarietà umana. Dopo questa sentenza dovrebbero vergognarsi tutti gli esponenti politici della destra, del Pd e del M5S che contro Mimmo scatenarono ispezioni e poi una canea vergognosa. L’esperienza di Riace ha dimostrato che l’accoglienza poteva e può realizzarsi in una maniera positiva per tutta la comunità, come occasione di lavoro, arricchimento culturale, rivitalizzazione del territorio. Hanno cercato di distruggere il modello Riace – sostengono gli esponenti di Rifondazione – perché vogliono riempire la penisola di prigioni per migranti su cui fare affari. Un’esperienza come Riace avrebbe avuto bisogno di un supporto tecnico-amministrativo non di inquisitori alla ricerca del modo per cancellarla. Ricordiamo che in primo grado il Tribunale di Locri aveva condannato Mimmo ad oltre 13 anni, sulla base di un teorema che aveva al centro quasi 20 anni di straordinaria esperienza di convivenza con richiedenti asilo nel piccolo borgo di Riace. Accogliere e costruire una società aperta senza farlo divenire business era inaccettabile per il potere in Italia e Mimmo Lucano, per tanto tempo celebrato in quanto sindaco della solidarietà, lo è stato per quasi tre mandati, è stato additato come pericolo pubblico ed esiliato. Riace – concludono Acerbo e Galieni – è viva e oggi festeggiamo con Mimmo la fine di un incubo. Come insegnava Bob Dylan ‘bisogna essere onesti per fare il fuorilegge’. Mimmo Lucano è una persona onesta che non ha intascato neanche un euro e ha salvato tante vite. Un abbraccio fortissimo e un saluto a pugno chiuso a Mimmo da tutte le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista».

Antoniozzi (Fdi): «Lucano colpevole politicamente»

«A Mimmo Lucano auguro che la Cassazione cancelli anche la condanna residua ma luì è colpevole politicamente di avere proposto un modello di accoglienza insostenibile». Lo afferma il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi. «La condanna di primo grado – prosegue – mi era sembrata sproporzionata in un Paese nel quale spesso per omicidi si prendono pene irrisorie ma, ripeto, sarei felicissimo sinceramente se Lucano fosse assolto al terzo grado. Quello che non si può assolvere è un modello politico del tutto sbagliato, insostenibile e peraltro all’epoca promosso dal Pd che, successivamente, fece finanche finta di conoscere l’ex sindaco di Riace. Se nel suo paese, dopo di lui, è stato eletto un sindaco leghista significa che quel tipo di integrazione era imposta e non accettata».

Legambiente Calabria

Siamo lieti che, finalmente, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria abbia tolto il macigno che pesava su Mimmo Lucano e sull’intero modello Riace. Due anni fa, avevamo commentato la notizia della condanna, in primo grado, ad oltre 13 anni di reclusione oltre al risarcimento di centinaia di migliaia di euro per presunti reati legati al modello di accoglienza come una sentenza inaudita ed assurda. Questa ingiusta decisione è stata, come da nostro auspicio, ribaltata dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha riconosciuto infondato quasi tutto l’impianto accusatorio.

Una vicenda lunga e controversa che ha sempre trasmesso la sensazione epidermica del processo ad un intero modello di umanità. 

Nel corso degli anni trascorsi, Legambiente, a tutti i suoi livelli, dal nazionale al regionale ai suoi circoli territoriali, a partire dal circolo di Reggio Calabria città dello Stretto, sono stati vicini a Mimmo Lucano ed all’esperienza positiva di Riace come modello di inclusione, integrazione ed accoglienza.

Un’esperienza raccontata anche nel dossier dal titolo “L’accoglienza che fa bene all’Italia” dal quale risultano molto evidenti i legami strettissimi tra le migrazioni, la tutela ambientale e l’esigenza di una nuova ecologia umana.

Le migrazioni sono, infatti, anche l’altra faccia della crisi climatica i cui effetti devastanti sono destinati ad incidere soprattutto sui più vulnerabili.

Per come emerge dal relativo dossier di Legambiente, entro il 2050 tra i 25 milioni e il miliardo di persone potrebbero essere costrette a spostarsi per criticità ambientali indotte anche dai cambiamenti climatici. Stress ambientali e conflitti sono causa o concausa della fuga dal proprio Paese per circa il 70% dei migranti giunti in Italia negli ultimi anni.

Tutela dell’ambiente, garanzia di tutti i diritti umani, solidarietà, democrazia e pace costituiscono la chiave con cui affrontare i fenomeni migratori. Non esiste giustizia sociale senza giustizia ambientale e climatica.

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