Dottoressa uccisa, Cisl medici: «Sicurezza per la professione»

«Sono ore di sconforto e smarrimento per l’ennesimo fatto di sangue. Ma sono anche ore in cui nuovamente e prepotentemente si contrasta la violenza in tutte le sue forme e si chiede a gran voce che i medici possano esercitare in sicurezza la propria professione». Lo afferma il segretario generale della Cisl medici, Benedetto Magliozzi, all’indomani dell’agguato alla dottoressa Francesca Romeo in Calabria. «Un nuovo fatto di sangue ha violentemente investito la sanità strappando la vita a Francesca Romeo, guardia medica in servizio a Santa Cristina d’Aspromonte, e ferendo suo marito, psichiatra.

Pur non sapendo ancora se questo efferato attacco, un agguato a mano armata in piena regola, sia collegabile all’esercizio della sua professione – afferma Magliozzi – ci risulta impossibile non pensare che la dottoressa stesse tornando a casa al termine del suo turno di lavoro. E questo ci porta immediatamente a ricordare un anno tragico in termini di aggressioni ai sanitari, di attacchi di violenza verbale e fisica esplosa nelle sale dei pronto soccorso, nei reparti degli ospedali e negli studi medici. Attacchi di ira, escalation di rabbia, agguati premeditati. Fino arrivare all’omicidio volontario, come nel caso di Barbara Capovani, la psichiatra di Pisa uccisa da un suo ex paziente, e come ora la dottoressa Romeo. Troppo spesso, in questi ultimi tempi – conclude il leader sindacale – a essere sotto attacco è chi mette la propria professione e la propria professionalità a servizio degli altri».

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