domenica,Aprile 28 2024

Caos oncologia al Gom, la dura valutazione del Gip: «Vite messe in pericolo con spregiudicatezza»

Per l’ex primario Correale e il suo vice Giannicola la sospensione è stata decisa perché «la formale incensuratezza non è un dato da valorizzare, trattandosi di professionisti e pubblici ufficiali, rientranti nel novero dei "colletti bianchi»

Caos oncologia al Gom, la dura valutazione del Gip: «Vite messe in pericolo con spregiudicatezza»

«Sussiste indubbiamente un concreto ed attuale pericolo di reiterazione dei reati della medesima specie di quelli qui contestati agli indagati Correale Pierpaolo e Giannicola Rocco».

Le accuse

Le accuse che hanno portato alla misura cautelare della sospensione per un anno dell’ex primario del reparto di oncologia del Gom Pierpaolo Correale e del suo vice Rocco Giannicola sono di somministrazione di farmaci imperfetti, falsità materiale e ideologica, abuso d’ufficio e truffa. La gip Karin Catalano ha disposto la misura cautelare su richiesta della Procura di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri.

Le conclusioni

Per il Gip «la concretezza e fondatezza del pericolo si ricava, in primis, dalla sistematicità della gestione illecita della professione sanitaria. E delle funzioni anche pubblicistiche ricorresse da parte degli indagati, in modo da piegarle al raggiungimento cli scopi personali».

È stata, inoltre, evidenziata la «reiterata violazione di norme di legge e prassi amministrative». Comportamenti volti a «perseguire l’attuazione dei protocolli terapeutici congeniali ai loro interessi scientifici e professionali». Il tutto «in dispregio delle cautele da adottarsi per assicurare la sicurezza del paziente e garantirgli la migliore alternativa terapeutica». 

«Comportamento illecito»

Per far ciò il Correale e Giannicola «non hanno disdegnato di trasgredire ai doveri anche di natura deontologica connessi all’esercizio della professione sanitaria. E di abusare di quei poteri da individuarsi, in tal caso, con la tutela della salute dei pazienti loro affidati e con la gestione del reparto ospedaliero. Il comportamento illecito realizzato dagli indagati è connaturato alla loro indole, rivelatasi fortemente refrattaria all’osservanza della legge e della normativa regolamentare». 

Le valutazioni del Gip

Comportamenti «spregiudicati» che hanno portato a concretizzare le esigenze cautelari. Valutazioni che il Gip ha fatto anche considerando «la spregiudicatezza con la quale la vita e la salute dei pazienti destinatari di terapie prive di solide basi scientifiche siano state poste in pericolo, per assecondare le teorie degli indagati. E come il perseguimento degli scopi personali dei due abbia leso altresì gli interessi del buon andamento della cosa pubblica, con numerosi altri profili di responsabilità erariale».

«Pericolo attuale»

Quello che non ha sottovalutato è «l’attualità del pericolo». I due medici, infatti, sono stato sospesi perché il «pericolo rappresentato è dimostrato dal persistere da parte degli indagati nel gestire il reparto con modalità simili a quelle investigate. E nel persistere ad esercitare la professione medica con le medesime modalità, anche dopo esser venuti a conoscenza dell’indagine penale. La formale incensuratezza degli indagati non è un dato da valorizzare, trattandosi di professionisti e pubblici ufficiali, rientranti nel novero dei “colletti bianchi”».

Articoli correlati

top