giovedì,Maggio 9 2024

Entra al Gom con una polmonite e muore a Catanzaro, denunciato presunto caso di malasanità: sequestrata la salma

Scatta la denuncia dei familiari dopo la morte di una donna di 51 anni. L'accusa: «Negligenza di medici e sanitari intervenuti»

Entra al Gom con una polmonite e muore a Catanzaro, denunciato presunto caso di malasanità: sequestrata la salma

Aveva solo 51 anni. I sintomi influenzali prima. Un peggioramento nonostante le cure domiciliari. È entrata al pronto soccorso del Gom con una diagnosi di polmonite bilaterale e una malattia autoimmune. Da li in poi i giorni hanno portato al dramma. 

Il dramma

Facciamo un passo indietro. Il racconto di un padre e una figlia costretti a denunciare un presunto caso di malasanità. Una moglie e una madre è morta, secondo quanto denunciato, per la «negligenza dei medici e sanitari intervenuti nell’iter». 

La donna era in cura in quanto affetta da una forma grave di Lupus -malattia cronica infiammatoria di natura autoimmune- e quello che inizialmente poteva apparire come un normale stato influenzale, nei giorni è peggiorato. Fino a quando anche i farmaci somministrati non sortivano più effetto. Dalle visite mediche domiciliari è emersa la necessità di approfondire le condizioni della donna che ormai presentava gravi difficoltà respiratorie. Una lastra ha cristallizzato tutti i sospetti e le paure. Una polmonite bilaterale ha fatto scattare la corsa al Pronto soccorso. Qui, dato il quadro clinico, data anche la patologia già conclamata è immediatamente ricoverata. 

La denuncia

Da qui in poi la denuncia dei familiari è netta. «Per i due giorni successivi, nonostante la gravita delle condizioni e le vibranti proteste dei familiari» la donna sarebbe stata «lasciata nel corridoio, senza che le venisse somministrata cura specifica o fossero fatti specifici accertamenti. Solo dopo due giorni veniva collocata in una stanza, ma qui le condizioni continuavano a peggiorare ma, nonostante questo, passavano altri due giorni prima che venisse fatta una Tac».

Ed è qui che secondo quanto denunciato alla Procura che sarebbe arrivata la prima pessima notizia. Dopo i primi giorni e il ricovero al reparto di pneumologia, il referto della Tac avrebbe accertato «polmone destro collassato e pleurite». Questo avrebbe reso necessario ausili per favorire la respirazione. È in questa fase che i familiari, che hanno regolarmente effettuato le visite al reparto, avrebbero notato un «stato di abbandono della paziente che doveva pure elemosinare qualche goccia di acqua durante la visita».

Il trasferimento

Altri due giorni e le condizioni della donna si sarebbero ulteriormente aggravate rendendo necessario il trasferimento nel reparto di rianimazione. Qui la donna sarebbe stata intubata non riuscendo più a comunicare con i familiari. Il primario, dopo una notte, vista la gravità avrebbe richiesto il trasferimento all’ospedale Germaneto di Catanzaro. Qui la donna veniva posta in ECMO (macchinario per l’ossigenazione extracorporea). Qui la situazione non migliora perché la cartella clinica della paziente «non conteneva alcun dato e non indicava quali accertamenti fossero stati fatti». Altri giorni sono passati per individuare il ceppo della polmonite. 

Il calvario

Dal 27 gennaio comincia la cura antibiotica in relazione al ceppo individuato ma il miglioramento non è mai arrivato. Anzi, le condizioni peggiorano. «Per tutto il tempo del ricovero a Catanzaro la signora rimaneva incosciente ed intubata. Quando veniva tolta dall’extra corporea, cominciavano a proliferare le infezioni, successivamente ischemia degli arti inferiori con necrosi ai piedi e successivamente a due dita della mano».

I medici avrebbero tentato più volte, invano, di risvegliare la donna.  Una morte che non da pace a una famiglia che adesso chiede giustizia perché la donna «prima dell’influenza da cui è cominciato questo triste calvario, non aveva patologie né compromissioni dei polmoni e/o dall’apparato respiratorio».

La rabbia dei familiari

Accertamenti fatti pochi mesi prima del decesso. E una condizione di salute buona che non da pace ai familiari che, proprio per questo, hanno sporto denuncia nei confronti del personale medico ed ospedaliero intervenuto nella gestione delle cure mediche della donna. Sia per la fase di accettazione e pronto soccorso, che di gestione in reparto e successivamente in rianimazione presso I’Ospedale di Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria e successivamente presso il presidio Ospedaliero di Germaneto.

Sequestrata la salma

Il Pm ha disposto il sequestro della salma e la procura ha già nominato il consulente tecnico per avviare gli accertamenti necessari per verificare che i sanitari del Presidio Ospedaliero di Reggio Calabria e dell’Ospedale di Germaneto, abbiano espletato correttamente o meno la propria attività professionale sanitaria nel prestare cura ed assistenza alla donna e se il decesso di quest’ultima sia derivato o meno da eventuali errori od omissioni medicheche potevano essere evitati.

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