sabato,Aprile 27 2024

A Reggio segnali di speranza e di pace per non dimenticare chi muore in mare e in guerra – FOTO e VIDEO

In piazza Italia il flash mob promosso da coordinamento diocesano sbarchi per sensibilizzare le coscienze e contrastare l’indifferenza. L’arcivescovo Morrone: «Fate cose grandi nel piccolo ma nel piccolo c’è il tutto. Continuate»

A Reggio segnali di speranza e di pace per non dimenticare chi muore in mare e in guerra – FOTO e VIDEO

Un telo azzurro come il mare ma anche una pagina che racconta le storie di accoglienza e il dramma dei naufragi al largo di Lampedusa e a Cutro. Egitto, Siria, Eritrea e tanti altri paesi lasciati alle spalle prima di affrontare il mare e troppo spesso non sopravvivere. Poi un mappamondo vestito da bomba sul punto di esplodere oppure pronto a dispensare colori, culture e storie. Ecco come si è presentata piazza Italia a Reggio Calabria in occasione del momento di riflessione e preghiera “L’urlo della vita e l’indifferenza che uccide”, promosso dal coordinamento diocesano sbarchi, nato in seno alla Caritas e impegnato al porto in occasione di ogni approdo. Un flash mob per non dimenticare il dramma quotidiano delle morti nel mar Mediterraneo e per invocare la Pace.

Simboli forti, animati e arricchiti dagli stessi volontari del coordinamento diocesano sbarchi che, nel fluire delle note, delle preghiere e delle parole, hanno circondato quel telo azzurro con le bandiere della pace come ad abbracciare tutti i popoli in fuga e anche quelli in guerra. Il sottofondo è stata la toccante canzone Zombie, del gruppo irlandese dei Cranberries, un manifesto contro le atrocità e le violenze della guerra degli anni Novanta ma sempre drammaticamente attuale, interpretata questa sera da una emozionante Iside Gurnari accompagnata da Dario Siclari al flauto, Maria Cristina Caridi all’arpa e Rosetta Zumbo alla chitarra. Un momento di altissima intensità emotiva.

In questo momento storico si intrecciano fittamente e inesorabilmente le tragedie infinite della guerra e dei naufragi. Da qui l’urgenza del coordinamento diocesano sbarchi di richiamare la comunità ad un momento di presa di coscienza.

L’urgenza di non dimenticare le vittime del mare

«Abbiamo sentito forte l’urgenza di dare un segnale alla comunità. Abbiamo fatto parlare i simboli che in modo immediato hanno dato voce a piccole testimonianze di solidarietà e fratellanza. Piccoli gesti per parlare di pace. La tragedia delle morti nel ma Mediterraneo è quotidiana ma ci allarma il fatto che ciò accada nell’indifferenza generale. Noi continueremo ad accogliere nella consapevolezza che la comunità che sceglie di non restare indifferente e che si determina nel fare ciò che può, deve crescere. Occorre essere tanti e sempre meno indifferenti». Cosi Bruna Mangiola del coordinamento diocesano Sbarchi di Reggio Calabria.

«In questa indifferenza totale, serve una forte presa di coscienza. Ognuno dovrebbe indossare i panni dell’altro e riconoscere in quello stesso altro il fratello o la sorella. Questa è la nostra esperienza durante gli sbarchi e che vogliamo condividere». Così le volontarie del coordinamento diocesano sbarchi Noemi Gurnari e Antonella Musella.

L’urlo del mare

«Ancora una volta siamo costretti ad ascoltare l’urlo di un mare pensato e voluto dal Suo Creatore per accogliere e donare forme di vita, per accompagnare storie e facilitare viaggi, che invece si ritrova ad ospitare la morte. Insieme a lui si ribella anche il nostro cuore, il nostro pensiero, la nostra dignità… che si trova davanti ad una umanità incapace di prendersi cura dei suoi simili». Ecco un brano della lettura che ha aperto il flash mob.

Nel piccolo c’è il Tutto

Ad aprire il momento di preghiera l’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone.
«Siamo qui per pregare ma la preghiera non è una richiesta di aiuto. È Dio a chiedere aiuto a noi affinché siamo capaci di rendere più umana l’esistenza di cui ci ha fatto dono. Siamo tutti su questa barca che si rompe in mille pezzi e che dobbiamo preservare. Ci sono segnali di speranza, anche stasera in questa piazza. Se ci mettiamo insieme, l‘umanità riscopre la bellezza e la vita, perché nella profondità del nostro cuore, dove sperimentiamo la condivisione, c’è Dio. C’è dunque speranza. C’è un vento che ci sospinge nonostante le tempeste della storia. Voi, volontari, fate cose grandi nel piccolo ma nel piccolo c’è il tutto. Continuate. Dio vi benedice anzi siete voi la benedizione». Così ha concluso l’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone.

Un viaggio da affrontare Insieme

«In questo viaggio che è la nostra esistenza, amare e condividere sono gli atti che ci tengono in vita. Questo può impedire alle bombe di esplodere, alle barche di essere ignorate e ai migranti di essere abbandonati a morire in mare. Crediamo e preghiamo tutti insieme per proseguire in questo viaggio che solo insieme possiamo affrontare». Così don Nino Russo, vicedirettore della Caritas diocesana di Reggio Calabria.

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