Reggio, Morrone incontra i volontari dell’accoglienza: «Nel dono del vostro servizio, crescete in umanità» – VIDEO
L'incontro ha avuto luogo presso la sede dell'agenza delle Dogane al porto della città dello Stretto
«Sono venuto per ascoltare le vostre testimonianze. Non ho parole perché le parole sono corpo in voi. Sono nel vostro servizio che è dono di voi stessi agli altri, nella gratuità che lo anima. Riconoscendo nei migranti l’umanità, in quegli uomini e in quelle donne, riconoscete Cristo e così in quell’umanità crescete e fate crescere. Vi ringrazio per le storie che avete consegnato». Così il vescovo della diocesi di Reggio Calabria -Bova, Fortunato Morrone, si è rivolto ai volontari e alle volontarie del coordinamento diocesano sbarchi in occasione dell’incontro svoltosi nell’aula formativa multimediale dell‘ufficio Dogane di Reggio Calabria, sito sul molo Margottini del porto. L’aula, nel 2016, è stata intitolata ad Antonino Scopelliti, il magistrato reggino ucciso dalla criminalità organizzata nel 1991.
La gestione delle imbarcazioni
«Il ruolo dell’agenzia delle Dogane e dei Monopoli è direttamente collegato al fenomeno umanitario delle migrazioni, poiché le compete la gestione del corpo del reato, ossia dell’imbarcazione che trasporta i migranti», ha spiegato Rocco Carbone, dirigente dell’ufficio Affari Generali della Direzione regionale dell’agenzia delle Dogane della Calabria.
«L’autorità giudiziaria provvede al sequestro. Poi si procede all’affidamento per la demolizione. Questa la destinazione principale dal momento che tali imbarcazioni non possono essere riutilizzate. Ci sono poi delle situazioni residuali di utilizzo ai fini istituzionali o sociale da parte di enti del Terzo settore che abbiano come centro della loro attività l’impiego di imbarcazioni. Esse vengono perlopiù demolite ai fini della conservazione dell’ambiente. Si interviene cioè prima che queste esse, o ciò che ne resta, possa contaminare le nostre coste e i nostri fondali.
Nel 2021 è stata istituita la direzione regionale della Calabria autonoma. In un anno e mezzo abbiamo gestito oltre 200 imbarcazioni e ne abbiamo messo in sicurezza un numero altrettanto rilevante. Recente è un bando comunitario di gara per affidare a un unico soggetto tutte le fasi di recupero e dello smaltimento», ha spiegato ancora il dirigente Rocco Carbone.
L’accoglienza al porto e oltre
L’incontro è stato poi scandito dalle testimonianze di volontarie e volontari che hanno richiamato esperienza vissute al porto al momento dello sbarco dei migranti e anche dopo. Tante le persone accolte e accompagnate anche in situazioni molto delicate. Insomma il volontariato dell’accoglienza non si ferma al porto ma va oltre.
«Siamo chiamati a essere pronti e anche voce critica. Ciò che i volontari fanno, nasce da dentro e rappresenta il cuore di un agire quotidiano attraverso il quale tutta la comunità cresce in umanità», ha sottolineato Maria Angela Ambrogio, direttrice della Caritas di Reggio Calabria.
La nostra casa dove c’è bisogno
«Il porto è la nostra casa, come la strada e la stazione. Lì incontriamo fratelli e sorelle la cui sofferenza diventa la nostra. Sul loro volto vediamo Cristo e lo accogliamo nel nostro cuore. L’esperienza del coordinamento diocesano è per noi formativa, oltre che umanamente intensa. Essa è anche educativa per la nostra città che ha dimostrato di sapere dare delle grandi risposte e di essere sinceramente solidale», ha sottolineato Bruna Mangiola del coordinamento diocesano sbarchi di Reggio Calabria.
Il dono di sé per vivere a pieno
«Nessuno sia escluso dai beni di questa terra. La vostra azione gratuita contribuisce a questo nobile fine. Siete voi stessi testimonianza che, non trattenendo la vita ma consegnandola, essa si vive a pieno. Dio è sempre fuori di sé, mai chiuso in sé stesso, e lo Spirito santo è infatti il dono. Il segreto della Vita, che per noi è Dio stesso, è appunto il dono. Così servire il prossimo non è più una volontà ma una necessità del cuore che si dilata, un istinto di vita, un’autentica ricreazione, ossia una creazione nuova. Fare risorgere qualcuno, restituendo dignità alla sua condizione è l’essenza della Resurrezione di Cristo e della Pasqua che ci accingiamo a celebrare», ha sottolineato ancora il vescovo Morrone.
L’azione educativa del volontariato
«Mi soffermo, infine, sull’azione educativa di cui ha parlato prima Bruna Mangiola. Dal latino educere significa portare fuori. Dunque l’azione educativa è quella che spinge l’altro a non restare chiuso in sé ma ad aprirsi. È anche quella che pungola e denuncia per conseguire un miglioramento, dunque, che provoca, chiama per. Noi cristiani, anche ma non soltanto qui in Calabria, siamo i primi a intervenire nelle emergenze. Sarebbe interessante compiere anche il passo di mettere a frutto questo slancio e questa esperienza in modo non più alto ma più puntuale, traducendo il proprio impegno anche sul piano legislativo e politico. Così la speranza si realizza», ha concluso il vescovo di Reggio Calabria – Bova, Fortunato Morrone.
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