Piazza Garibaldi, i fondi per gli scavi ad un passo dall’essere svincolati dal ministero
In attesa del parco archeologico, la scoperta dei resti è stata una delle sorprese più discusse e preziose per la città nell’ultimo decennio
Piazza Garibaldi, i fondi per gli scavi ad un passo dall’essere svincolati dal ministero. La scoperta dei resti a piazza Garibaldi è stata una delle sorprese più discusse e più preziose per la città dello Stretto nell’ultimo decennio. Una sorpresa ancora tutta da “scartare”, per via delle vicissitudini che hanno interessato i lavori, ma di cui oggi possiamo raccontare qualcosa (di positivo) in più.
Dieci milioni per i lavori del parco
Partiamo con ordine però perché era il punto di partenza era stato la commissione, da parte del Comune di Reggio Calabria, di un parcheggio da creare, in un’area, quella appunto di piazza Garibaldi, con fondi del ministero delle Infrastrutture. Era l’aprile del 2016 quando durante la prima indagine degli scavi venne fuori qualcosa di inaspettato. Una struttura non ben identificata, oggetti, suppellettili, tante supposizioni e poi gli scavi proseguirono in altri lati della piazza. Pur non essendo certi della natura della scoperta, che comunque risultava antica e preziosa, si decise di fermare tutto. Per qualche tempo purtroppo anche gli scavi divennero un’alcova per rifiuti di ogni tipo, fino alla messa a tutela che arrivò a fine luglio 2018 con l’operazione di copertura degli scavi, secondo le indicazioni e sotto la supervisione della Soprintendenza Beni archeologici. Più in là si sarebbe pensato al progetto di ristrutturazione urbana della piazza. Prima di essere interrato, il sito è stato rivestito con numerosi «strati di tessuto geotessile e ghiaia, per comprimere l’area e assicurare in tal modo la compattezza del terreno». È di qualche tempo fa la notizia riuscita a convertire il finanziamento del parcheggio sotterraneo per lo scavo archeologico prima e per la riqualificazione di piazza Garibaldi dopo. «Siamo stati fortunati – aveva detto Fabrizio Sudano, delegato del direttore generale avocante della soprintendenza Mibact Reggio Calabria – Vibo Valentia – poiché la somma è di circa dieci milioni di euro. Per lo scavo attualmente ne sarà utilizzato un milione , tutto il resto, potrà essere usato per il restauro, la riqualificazione e la valorizzazione della piazza».
I fondi sbloccati dal ministeri delle Infrastrutture
Ma a che punto siamo? La Soprintendenza ha fatto il suo compito presentando un progetto, dall’amministrazione comunale fanno sapere che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti deve svincolare le somme per poter avviare gara. Subito dopo l’approvazione del progetto, anche di quello esecutivo, l’ufficio Decreto Reggio ha inoltrato la documentazione al ministero delle Infrastrutture per avere lo svincolo delle somme necessarie per l’avvio della gara. L’iter burocratico interno è stato completato. A giorni dovrebbe arrivare, di fatto, la risposta.
Sotto Piazza Garibaldi c’è il Mausoleo di Giulia
Ma quello che tutti si domandano è: che cosa è sepolto sotto piazza Garibaldi? Per avere una risposta accurata e documentata abbiamo parlato con Daniele Castrizio, storico e docente di numismatica all’università di Messina. «La passata Soprintendenza era convinta che piazza Garibaldi fosse il letto dell’antico Calopinace – afferma – per cui avevano dato, probabilmente, il permesso di fare questo parcheggio, convinti che non si sarebbe trovato nulla. Certo alla nostra proposta di usare il georadar di controllo arrivò un secco “no”». E così, sul posto, vennero fatti saggi e carotaggi, che per l’ampiezza dei luoghi significava andare a tentoni. «Ma la fortuna ha voluto – riprende Castrizio – che il primo tentativo di saggio abbia dato esito positivo. Gli altri due esito negativo: in uno hanno trovato una fogna del Settecento, nonostante a Reggio si sia fantasticato; nell’altro, quello della stazione, nulla). Quello sopra è stato scavato, a mio avviso, in maniera non corretta, nel senso che non si è setacciata la terra, non si è fatto lo strato stratigrafico». A tal proposito, sullo scavo, lo ricordiamo tutti, cominciarono a venir fuori le notizie più incontrollate: fortini spagnoli, templi di Apollo, chiese bizantine. Secondo il docente di numismatica «in verità quello che si vede li è molto chiaro: una base monumentale, costruita in un modo che a Reggio non abbiamo mai visto, con tanta cura e qualità, una base risalente alla prima metà del primo secolo Dopo Cristo.
Da quel poco che è trapelato dei materiali che sono stati trovati vicino, si capisce che questa base doveva essere ricoperta di marmi molto preziosi. La cosa più plausibile è che si tratti di un mausoleo funebre». Ma a chi è appartenuto? «Considerando il posto e quello che c’è intorno si trovano le risposte. La precedente soprintendenza era convita che ci fosse il Calopinace, che si trova invece dove ora ci sono la questura e la villa. Lì sotto ci sono tombe: tombe come quelle già trovate nel resto della piazza. Era considerato un posto importante perché rappresentava il primo insediamento di Reggio, il punto dove era stata la prima fondazione. Probabilmente sotto la stazione c’era la chiesa di San Nicola di Calamizzi, se dobbiamo dare retta all’unica colonna romana che è ancora visibile al secondo binario, che è stata ritrovata lì e che pare una colonna romana, riutilizzata in una chiesa bizantina». Arriviamo al dunque: «C’è una coincidenza straordinaria tra l’età del monumento forse un mausoleo funebre e i lavori fatti da Caligola per il porto di Reggio: considerato che la nonna di Caligola era Giulia ed era stata uccisa da Tiberio a Reggio, che ne aveva screditato la memoria insieme a quella della Agrippina Maggiore, la mamma di Caligola e che proprio lo stesso imperatore appena salito al potere a Roma aveva voluto riabilitare la memoria di sua madre e di sua nonna, possiamo mai pensare che a Reggio, dove Giulia era morta, la cui memoria è arrivata fino ai nostri tempi, potesse essere dimenticata dopo pochi anni? È probabile che una volta che aveva fatto grandi lavori, abbia dedicato un monumento funebre a Giulia, un mausoleo con grande base e un tempio chiuso di sopra, considerato che in Italia ce ne se sono altri esempi».
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