domenica,Maggio 5 2024

25 aprile, il sindaco Falcomatà declama le parole di Scurati: «Viva la Reggio Antifascista» – VIDEO

La celebrazione solenne alla stele del Partigiano. Istituzioni e associazioni hanno reso omaggio a chi ha combattuto per liberare l'Italia dal Nazifascismo

25 aprile, il sindaco Falcomatà declama le parole di Scurati: «Viva la Reggio Antifascista» – VIDEO

«Fin quando quella parola “Antifascismo” non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana. Viva l’Italia antifascista. Viva la Reggio antifascista. Buon 25 aprile a tutti».

Dopo la deposizione delle corone di alloro da parte delle Istituzioni e dei mazzi di fiori da parte delle associazioni alla stele del Partigiano alla villa comunale Umberto I di Reggio Calabria, con le parole del monologo dello scrittore Antonio Scurati, cancellato dal palinsesto Rai, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha aperto le celebrazioni del 25 aprile, festa della Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo. In questo giorno del 1945, furono sancite la fine dell’occupazione tedesca e la caduta definitiva del fascismo in Italia.

Un monito per il presente e per il futuro

«Se ancora oggi nel 2024 chi ha l’onore di governare il Paese ha difficoltà a pronunciare la parola Antifascismo e a dichiararsi antifascista significa che lo stato di salute della democrazia in Italia non è affatto buono. A maggior ragione, allora, bisogna fare festa e ricordare che cosa è successo il 25 aprile del 1945. La democrazia e la libertà non sono delle conquiste assolute ma vanno difese e protette, soprattutto in un momento in cui questi valori sono assolutamente fragili.

Le parole di Scurati hanno voce anche qui. Come tanti primi cittadini in Italia, anche io ho avuto l’onore di leggere questo monologo che non è soltanto uno sguardo al passato e una rievocazione di quello che è stato il fascismo e dell’omicidio politico di Giacomo Matteotti. Esso è soprattutto un monito, un allarme rispetto a quello che da qui ai prossimi giorni, alle prossime settimane, sempre dovremo fare per difendere i valori della libertà e la democrazia». Così ha concluso il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.

Una lotta di popolo

In questo clima, dunque, la celebrazione di questa giornata si pone come momento di difesa della Costituzione, di riscatto della Storia e del sacrificio di coloro che hanno combattuto per la Libertà e la Democrazia nelle fila della Resistenza. Lo ha ricordato Luigi Marino, componente del comitato nazionale dell’associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

«Questa è una giornata di festa che dovrebbe investire tutti gli italiani. La lotta per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo fu condotta dai comunisti, dai socialisti, dai repubblicani persino dai monarchici, dagli azionisti da quelli di Giustizia e libertà, dai cattolici, dagli ebrei, dai cristiani, dai valdesi. Un intero popolo insorse. Vorrei ricordare le parole di Arrigo Boldrini, medaglia d’oro, partigiano combattente e presidente storico dell’Anpi.

Egli disse: “Abbiamo combattuto insieme per la libertà di tutti, per chi c’era, per chi non c’era e anche chi era contro. Non dimentichiamo che, grazie ai principi di libertà, di democrazia della nostra Costituzione, anche i post fascisti entrarono nelle istituzioni e tuttora lì sono. Grazie ai principi di pace, democrazia, progresso e giustizia sociale, l’Anpi continua la sua battaglia per la difesa della costituzione e per la sua integrale attuazione». Così ha concluso Luigi Marino, componente del comitato nazionale dell’associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

1924-1944-1994-2024

In questo 2024 questa Festa richiama in modo pregnante anche il centenario del delitto di Giacomo Matteotti e il trentennale dell’adozione della stele del partigiano nella villa Comunale reggina come luogo di celebrazione solenne del 25 aprile. Nel 1994, fu proprio il sindaco Italo Falcomatà a voler introdurre questa tradizione. La stele eretta già dal 1944, e che avrebbe decisamente bisogno di un restauro, divenne così luogo di memoria più vivo e vissuto.

La stele da riqualificare

«Ai martiri della Libertà che all’Italia tradita, vittime di funesta tirannide, prepararon quest’alba di civile rinascita» – giugno 1944. Questa la scritta ormai è poco leggibile. L’Anpi in passato si era già fatta portavoce dell’esigenza di riqualificare la stele. Il Comune si sta attivando in questa direzione.

L’immancabile Bella Ciao e altri brani con i Kalavria e con Nino Stillitano hanno intrecciato i vari interventi da parte delle associazioni.

La voce dei giovani

«Molti giovani ignorano la politica. Io condivido la necessità di memoria e di conoscenza della resistenza di cui parla Piero Calamandrei. È giusto ricordare il 25 aprile ed è sempre più urgente e necessario che i giovani lascino un’impronta nella politica». Così Valeria Mafrici che all’interno del Coordinamento metropolitano con tutte le guerre di Reggio Calabria, rappresenta l’associazione Kronos 1972.

«Dobbiamo avere la forza di opporci a qualunque conflitto. Dobbiamo trovarla». Così Sharon Canale che all’interno del Coordinamento metropolitano con tutte le guerre di Reggio Calabria, rappresenta l’associazione Club Unesco.

La resistenza bianca

«L’Anei, l’associazione nazionale ex internati, è un’associazione storica nata all’interno delle baracche dei campi di concentramento nazisti. Il suo scopo è quello di preservare la memoria degli internati militari italiani che hanno saputo dire No a nazifascismo, sapendo che ciò li avrebbe condannati a morte. Loro rappresentano la cosiddetta resistenza bianca, non armata. Quella che Alessandro Natta nel suo famoso libro definì “L’altra resistenza”. In questa occasione vorrei ricordare le parole del prigioniero emiliano Giovanni Guareschi: “Io non morirò neanche se mi ammazzano“». Così Nicola Marazzita, presidente metropolitano Anei.

La Corrireggio e le guerre di oggi

Come di consueto la celebrazione del 25 aprile anche quest’anno si è incrociata con la Corrireggio di Legambiente. Il messaggio della staffetta è stato affidato a Enzo Infantino, da tempo impegnato in missioni umanitarie all’estero. Lui ha voluto ricordare la resistenza che ai giorni nostri sta opponendo il popolo palestinese.

Uno sguardo all’altro conflitto in Ucraina è stato invece lanciato da Gaetano Mandrafina. Questa mattina, nonostante fosse claudicante per un dolore al ginocchio, non ha rinunciato a portare due mazzi di fuori alla stele del partigiano e alla vicina stele eretta per ricordare il soccorso russo dopo il terribile terremoto del 1908. «Sono stati i Russi a liberarci – ha detto – senza di loro oggi parleremmo lingua tedesca. Ritengo che oggi sia da difendere la libertà conquistata. Auspico che le guerre finiscano. I russi in Ucraina smetteranno quando i popoli non saranno più aggrediti».

Il referendum sul lavoro della Cgil

Allestito anche un banchetto per la raccolta firme lanciata a livello nazionale dalla Cgil per tutelare il lavoro in quanto diritto costituzionale. Lavoro tutelato, stabile, sicuro, dignitoso e dunque ben retribuito. Proposte le petizioni aventi a oggetto i quattro quesiti referendari.





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