martedì,Maggio 21 2024

Reggio, a palazzo Crupi il restauro di alcune opere d’arte della collezione Vitrioli – VIDEO

L'edificio è nuovamente chiuso al pubblico per l'emergenza Covid, ma resterà operativo il cantiere per gli interventi sulle tele

Reggio, a palazzo Crupi il restauro di alcune opere d’arte della collezione Vitrioli – VIDEO

Torneranno all’antico splendore alcune tele dipinte tra la fine Ottocento e gli inizi Novecento da Annunziato Vitrioli e dal figlio Tommaso, al centro di un cantiere aperto allestito nella sala intitolata al compositore Pasquale Benintende di palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria. L’iniziativa promossa dall’associazione intitolata al fine latinista reggino Diego Vitrioli, fratello di Annunziato, si inquadra nel progetto “La Collezione Vitrioli: un viaggio tra Arte, Musica e Poesia”, finanziato dalla Regione Calabria in sinergia con enti pubblici, come la Città Metropolitana, e con altre istituzioni, come il liceo artistico Mattia Preti-Frangipane, la scuola secondaria di primo grado Diego Vitrioli, il conservatorio di musica Francesco Cilea.

«Ai fini di schiudere alla comunità l’immenso patrimonio della famiglia Vitrioli è necessario conseguirne la piena fruibilità e alimentare sinergie con istituzioni e associazioni. Le tele oggetto di questo cantiere aperto, per esempio, sono tanto preziose quanto segnate dal tempo. Necessario dunque un sostegno degli Enti Pubblici come la Regione e la Città Metropolitana di Reggio Calabria, e quindi Palazzo Crupi che ha posto a disposizione i locali per il restauro, per il loro restauro propedeutico ad una piena valorizzazione», ha sottolineato Antonella Gioia, presidente dell’associazione culturale Diego Vitrioli.

«Su queste undici tele stiamo svolgendo tutte le attività necessarie per renderle maggiormente fruibili. Molti degli interventi riguardano in particolare il supporto tela perché la maggior parte di queste opere sono arrivate in pessimo stato di conservazione proprio dal punto di vista strutturale.

Quindi stiamo procedendo con quella che in termini tecnici è definita foderatura totale o parziale del supporto, ponendo la tela originale su una nuova. Stiamo anche intervenendo sulla superficie del dipinto con operazioni di pulitura e di risarcimento di lacune, piccole e grandi, localizzate o diffuse, che interrompono la lettura del tessuto figurativo. Su di esse procederemo con delle stuccature sulle quali innesteremo il nostro intervento di recupero», ha spiegato la restauratrice Anna Arcudi impegnata in equipe con Francesco Lia e Antonio Barbera.

«Siamo particolarmente onorati di potere ospitare questo cantiere di restauro di alcune tele di una collezione prestigiosa come quella della famiglia Vitrioli», ha commentato Filippo Quartuccio, delegato alla Cultura della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Il cantiere di restauro resterà operativo all’interno del palazzo della Cultura Pasquino Crupi che, per via delle nuove restrizioni imposte dalla pandemia, torna a essere chiuso al pubblico. Bisognerà, dunque, attendere per tornare a visitare anche la mostra con libri di Diego Vitrioli e altre opere del fratello Annunziato che, unitamente alla pittura, coltivava anche la passione per la musica. Ancora una volta, per questo e molto altro, bisognerà avere pazienza.

Diego Vitrioli

Poeta e latinista, nacque da Tommaso e Santa Nava, figliuola del giureconsulto Demetrio Nava, a Reggio Calabria il 20 maggio 1819 e ivi morì nello stesso giorno del 1898. Apprezzato da Paolina Leopardi, definito da Leone XII ‘principe dei letterati’, da Giosuè Carducci ‘artista letterato’, ‘un poeta di lingua romagnolo visse a Reggio e insegnò all’università di Messina Letteratura Latina.

Uomo di fervida Fede, fu autore di una delle opere più eleganti e originali della poesia umanistica italiana e insegnante di Latino e Greco presso il Real Collegio di Reggio dove, allievo di Antonino Rognetta e di Gaetano Paturzo, Diego Vitrioli si era diplomato.

Lo “Xiphia”, poema ispirato alla pesca del pescespada nel suggestivo scenario dello Stretto tra Scilla e Cariddi, gli valse l’appellativo Virgilio redivivo e, a soli 25 anni, il primo Certamen poeticum Hoeufftianum della storia, il più prestigioso premio letterario di poesia in lingua latina, fondato dal giurista olandese e poeta in latino Jacob Hendrik Hoeufft.

Direttore della Biblioteca civica di Reggio Calabria, attuale biblioteca Pietro De Nava, perse il figlio Tommaso di soli sette anni. Dopo la tragedia si separò dalla moglie alla quale rimase comunque legato.

Uomo schivo e inquieto, patriota incompreso, la sua vita divenne ancora più solitaria quando, con l’accusa di essere illiberale, nel 1860 fu rimosso dall’incarico in biblioteca. Si dedicò quindi alla scrittura, stringendo una profonda amicizia, scandita da una fitta corrispondenza epistolare, con Leone XII. 

Annunziato Vitrioli

Nato a Reggio Calabria nel 1830, dall’avvocato e poeta Tommaso Vitrioli e da Santa Nava, la sua vita fu attraversata dalla Fede, dall’arte, di ispirazione prevalentemente religiosa, dalla letteratura e dalla musica.

Dopo gli studi letterari a Reggio, a Napoli aveva coltivato il talento per il disegno e pittura presso la scuola partenopea dei maestri del calibro di Mancinelli e Pergola. A tredici anni appena, un maestoso “Diluvio Universale” gli valse la medaglia d’oro dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, premio promosso da Ferdinando II delle due Sicilie.

Alla morte del padre, avvenuta nel 1879, amministrò il patrimonio di famiglia e abbandonò l’arte. Spinto dal suo spirito caritatevole e generoso, fu fondatore e presidente della Conferenza di San Vincenzo De Paoli e ricoprì questa carica fino alla morte. Morì nel 1900 a Reggio Calabria.

Tommaso Vitrioli

Nato a Reggio Calabria nel 1857 da Annunziato Vitrioli e da Concetta Perrone. Sposò la nobildonna Emilia DuMarteau con cui ebbe un figlio morto in giovane età. Nutrì una grande passione per la pittura che lo condusse a rifugiarsi nella villa di Pellaro, dove durante gli anni trascorsi, realizzò in particolar modo quadri di pittura paesaggistica napoletana e calabrese.

Nel 1912 partecipò a Catanzaro alla prima Mostra d’Arte calabrese e nel 1923 a Reggio Calabria alla IV Biennale d’Arte. Negli ultimi anni di vita fu afflitto da diverse malattie, che lo costrinsero a trasferirsi a Reggio presso il Palazzo di famiglia, dove morì nel 1931.

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